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VI Forum Risk Management. Federalismo in sanità? Sì, ma cambiare i Lea

Nella ultima giornata si è svolta una sessione sulla riforma federale. Tutti i relatori vedono di buon occhio il progetto ma sottolineano, che per renderlo efficace, occorre cambiare i Lea. Ma Russo (Sicilia) rilancia: “Oltre a i Lea servono i LEOS, i Livelli Essenziali dell'Organizzazione Sanitaria”.

25 NOV - Al Forum di Arezzo, che oggi chiude i suoi i lavori, si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Federalismo: spesa sanitaria, costi standard e standard organizzativi”. Ad aprire il dibattito Federico Spandonaro, Coordinatore scientifico del Ceis Università di Tor Vergata che ha subito posto in evidenza alcuni temi caldi. “A me sembra che il Federalismo a parole lo vogliano tutti, ma nei fatti non è così”. In ogni caso per Spandonaro non bisogna abbandonare il percorso. “vale la pena vedere se con il Federalismo si riuscirà ad avvicinare il meridione al centro-nord”. Altro tema caldo toccato dall'economista di Tor Vergata è quello del riparto delle risorse tra le regioni. “Dobbiamo trovare un sistema che faccia partire tutti alla pari, perché oggi non è così”. Per farlo “bisogna misurare l'efficienza su tutta la spesa, anche quella out of pocket ed è necessario che nella discussione del riparto ci sia un arbitro terzo”. Anche per l'economista è poi fondamentale fare delle scelte chiare: federalismo competitivo o cooperativo. E infine segnala come se “dal lato della perequazione si siano aggiornate le misure, dal lato dei Lea sono dieci anni che siamo fermi”.

Cesare Cislaghi, di Agenas, ha invece analizzato le possibili soluzioni alla diminuzione delle risorse. “Bisogna aumentare la legalità e questo, se si vuole è possibile farlo rapidamente”. Poi si deve puntare sull'appropriatezza attraverso linee guida più vincolanti e l'aggiornamento professionale. Infine, ma questo è un percorso più arduo, occorre “adeguare le strutture, realizzare i costi standard e attivare meccanismi di responsabilizzazione”. Per Cislaghi, però, si deve anche “combattere il protezionismo corporativo. Il problema non è solo tagliare ma è anche riprogettare un sistema che sia compatibile con la nuova situazione. Cerchiamo di guardare oltre”.

Molto concreto il discorso di Alberto De Negri, KPMG Advisory che ha analizzato le basi su cui dovremo costruire i costi e i fabbisogni standard e ha presentato il progetto del Ministero della Salute chiamato 'Nsis' che consentirà di verificare concretamente gli obiettivi del sistema sanitario perché “il costo standard senza dati standard non nascerà mai”. In questo quadro si è inserita anche un pilastro del nostro sistema sanitario: l'industria del farmaco. Così è intervenuta Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria: “La politica sanitaria italiana è in balia dell'emergenza finanziaria e troppo spesso si adottano soluzioni tampone che non portano mai ad avere un controllo strutturale sul sistema”. Per la Giorgetti “il federalismo può essere l'inizio di un nuovo corso ma bisogna avere ben presente il punto focale della questione: la responsabilizzazione di tutta la filiera”. Per il Dg di Farmindustria si dovrà “risolvere il problema della crescita dei consumi intermedi, la ripartizione della spesa troppo orientata sull'ospedale e i tempi biblici di pagamento della Pa”. Possibili soluzioni per Farmindustria sono lo sviluppo dell'ICT e il miglioramento della logistica”. Infine, la Giorgetti ha delineato le volontà dell'industria del farmaco: “Noi vogliamo semplicemente vendere i farmaci che servono”. Non poteva mancare l'apporto della politica ai lavori della tavola e così è intervenuto un suo rappresentante, Massimo Russo, assessore alla Sanità della Regione Sicilia che ha chiesto l'aggiornamento dei Lea, che “oggi non sono garantiti a livello nazionale”, ma soprattutto ha dichiarato che “bisogna puntare tutto sui processi di organizzazione e quindi ai Lea nazionali vanno associati i Leos, i Livelli essenziali dell'organizzazione sanitaria”.

25 novembre 2011
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