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Punti nascita. Da chiudere 1 presidio su 4 di quelli esaminati: fanno solo 336 parti l'anno


21 DIC - L'indagine sui Punti nascita della Commissione parlamentare presieduta da Leoluca Orlando, ha preso in esame 344 strutture su un totale di 570 punti nascita operanti in Italia. In media i punti nascita italiani effettuano circa 90 parti al mese e quindi oltre 1.000 l'anno. Ma in 86 strutture il numero di parti mensili si ferma a 28, pari a soli 336 parti l'anno, ben al di sotto della quota "500" indicata dal piano nazionale punti nascita come livello minimo accettabile.

In generale, tuttavia, la situazione dei punti nascita appare molto difforme oltre che per il numero di parti, anche per numero di letti e personale in organico. La Commissione ha diviso infatti le strutture in tra classi (cluster):

A, a sua volta suddivisa in A1 (< 500 parti anni), A2 (fino a 1.000) e A3 (oltre 1.000), che comprende 249 unità più piccole dove si effettuano in media 56 parti al mese, con 19 posti letto accreditati, 9 medici e 10 ostetrici in organico;

B, con 74 unità di medio/grandi dimensioni, con in media 136 parti/mese, 39 letti, 18 ginecologi e 23 ostetrici in organico;

C, con i 18 presidi maggiori, che effettuano in media 288 parti/mese, con 65 posti letto, 23 medici e 52 ostetrici in organico;

"Fuori classe", si segnalano poi 3 strutture: Il Sant'Anna di Torino, il Fatebenefratelli di Milano e lgli Ospedali civili di Brescia che presentano livelli di attività, di strutture e organico molto superiori alla media.
 
L’analisi della Commissione muove i passi dai ripetuti casi di cronaca che negli ultimi anni hanno descritto una situazione dei punti nascita in Italia fortemente critica, tanto da portare, nel 2010, l’allora ministro della Salute Ferruccio Fazio ad avviare un Piano di riordino del settore, approvato in Stato regioni, che prevedeva, anzitutto, la chiusura dei punti nascita che effettuavano meno di 500 parti all’anno.

Si tratterebbe per l'appunto di 86 presidi tra quelli presi in esame dall'inchiesta. Ma occorre tenere conto che i punti nascita valutati dall’indagine sono stati 344 distribuiti su 16 regioni (il periodo di riferimento preso in esame va dal 1° gennaio 2009 al 31 agosto 2010) e che i punti nascita in Italia sono in totale 570. Il numero di presidi che effettuano meno di 500 parti potrebbe dunque essere ben oltre gli 86 rilevati dalla Commissione di inchiesta

L’indagine, comunque, rappresenta un’importante base per un’analisi delle condizioni dei punti nascita in Italia e del percorso nascita in Italia. La maggior parte delle strutture, infatti, secondo la commissione è inadeguata. Il 72,4% (cioè 249 unità della classe A) come abbiamo visto sono “piccole” per caratteristiche generali.
Queste strutture sono, in particolare, presenti in Campania (dove rappresentano il 43,8% dei punti nascita), Sicilia (46,8%) e Trentino Alto Adige (53,8%). Ed hanno numeri ben distanti dai presidi maggiori (solo 18, pari al 5,2%, nell’insieme dei 344 punti nascita valutati) che hanno in media 288 parti per mese, 65 posti letto accreditati, 23 medici e 52 ostetrici in organico. La maggiore presenza, in questo caso, è nelle Marche (50% delle strutture), in Emilia Romagna e nel Lazio (entrambe al 174,4%).

 
 
Legenda
Le strutture sono state classificate in cluster A (suddiviso in A1, A2, A3), B e C secondo i seguenti criteri
Cluster: ‘A’ unità relativamente più piccole, a sua volta diviso in:
                A1 (fino a 500 parti ogni anno),  A2 (tra 500 e 1000 parti ogni anno), A3 (più di 1000 parti l’anno)

Cluster: ‘B’ presidi intermedi (medio-grandi)
Cluster: ‘C’ presidi maggiori
Outliers: S. Anna di Torino, Fatebenefratelli di Milano, Ospedali Civili di Brescia – Presidio Civile
 

 
 
 
 
 
 
Tagli cesarei
I tagli cesarei seguono un andamento simile, tenendo conto che nelle strutture piccole la percentuale di tagli cesarei è, in genere, maggiore. Varia dalla media del 44% nei punti nascita della classe A1 al 32,8% nei presidi della classe C, che sono anche quelli che concentrano patologia materna preesistente alla gravidanza, patologia insorta in gravidanza, maggiori percentuali di gravidanze di pazienti immigrate, età materna più elevata, maggiore carico di lavoro per i medici e le ostetriche, disponibilità di parto analgesia, di neonatologia/terapia intensiva neonatale
La quota di parti cesarei è molto più elevata nelle strutture private, indipendentemente dalla dimensione. In particolare, nelle strutture private la quota di cesarei è del 50,5% (con quote che vanno dal 52,9% nelle strutture più piccole al 45% in quelle più grandi), mentre nelle strutture pubbliche la media si attesta al 36,9% con una variazione tra il 38,8% e il 31,1%.

 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Accreditamento regionale/nazionale dei punti nascita
In media, sono accreditate circa 85 strutture su 100, ma nella classe A1 quasi 3 su 10 non risultano accreditate.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Numero di posti letto accreditati (ostetricia e ginecologia)
In media, il numero di posti letto accreditati per punto nascita è di 27,3, con una variazione che va dai 13,7 posti letto accreditati nelle strutture più piccole contro i 38,9 delle strutture intermedie e 64,8 delle strutture maggiori.


Numero di medici e ostetriche/i in organico
Varia in media da 7,3 a 22,8. In pratica, in una struttura minore che effettua circa 30 parti al mese vi sono circa 8 medici, in una struttura maggiore meno di 25. Quest’ultima struttura, in pratica, effettua circa 10 volte il numero di parti a fronte di un organico che viene raddoppiato o poco più. Le ostetriche seguono un andamento simile, anche se il numero di ostetriche è maggiore rispetto a quello dei medici variando da un minimo di 8,2 nelle strutture più piccole a un massimo di 52,1 nei punti nascita maggiori.

Disponibilità della doppia guardia di medici ginecologi e di ostetriche durante le 24 ore
La doppia guardia, ricorda la commissione, è ritenuta indispensabile per garantire la sicurezza assistenziale: permette, tra l'altro, di effettuare un taglio cesareo in tempi rapidi, di gestire le situazioni complesse, di assistere parti che avvengono contemporaneamente. I risultati del questionario sono particolarmente significativi: in media, la doppia guardia medica è disponibile nel 40% dei punti nascita italiani e la doppia guardia dell'ostetrica è disponibile nel 48,3%.
Nei presidi minori la percentuale media di disponibilità di doppia guardia è del 23.3%, cresce al 54,1% nei punti nascita intermedi fino a raggiungere il 94.4% nei punti nascita maggiori. Per quanto riguarda ostetriche la percentuale media di doppia guardia varia dal 16,3 nei piccoli ospedali fino al 100% dei grandi.

Parto analgesia: disponibilità senza ticket e percentuale effettuata per i parti naturali
La disponibilità di parto analgesia senza ticket è in media del 25,6% per i punti nascita di dimensioni inferiori e sale fino al 77,8% per le strutture maggiori. Parallelamente la percentuale media di reale effettuazione di parto analgesia parte da 9,7% nelle piccole strutture fino a 34,6% per i punti nascita maggiori. In media in Italia la parto analgesia per i parti naturali viene effettuata nel 15,3% dei casi.

Terapia intensiva neonatale, neonatologia/pediatria dedicata, Sten e Stam
Dall’analisi emerge che la terapia intensiva neonatale è presente, in media, nel 27,6% dei punti nascita italiani. È presente nel 9,3% delle strutture inferiori e nel 54,1% di quelle intermedie. Il 100% delle strutture maggiori è dotato di terapia intensiva neonatale. In media, però, nel 19,2% dei punti nascita non vi sono strutture dedicate di neonatologia/pediatria (43% nelle strutture piccole e 2,7% in quelle intermedie).
Il trasporto postnatale in culla o prenatale in utero (Sten/Stam) non è disponibile in una percentuale media variabile da 31% (Sten) a 39,5% (Stam).

Corso di preparazione al parto
In Italia, in media, nell'82,6% dei punti nascita vi è la disponibilità di corsi di preparazione al parto, con una variazione che passa dal 62,8% nelle piccole strutture all’88,9% nelle grandi.

Età media delle madri e delle madri alla prima gravidanza
I dati confermano l'aumento di età media delle madri (31,4 anni), anche se ricorrono alle strutture maggiori soprattutto donne di età maggiore (32,4). L'età media al primo figlio è di 29,1 anni.

Assistenza durante la gravidanza: ginecologo, ostetrica/o e consultorio
Ostetrica e ginecologo sono presenti nella quasi totalità dell'assistenza alla gravidanza (80,2% e 95,6% rispettivamente. Nel 77% dei casi la paziente è assistita anche presso il consultorio, con una variazione che passa dall’80,2% nel caso dei punti nascita più piccoli al 55,6% per le strutture maggiori. In queste ultime strutture ad utilizzare il consultorio è poco più del 50% delle pazienti, “verosimilmente perché – osserva la relazione della commissione - il punto nascita offre i servizi richiesti dalla paziente.

Patologia insorta in gravidanza e patologia preesistente alla gravidanza
La percentuale media di patologie preesistenti la gravidanza è del 6,5%. Si tratta di condizioni in cui la paziente, consapevole di essere affetta da patologia prima della gravidanza, si rivolge o dovrebbe essere indirizzata alla struttura con assistenza più completa. La percentuale di pazienti affette da patologie preesistenti che si rivolgono ai punti nascita maggiori è del 13,4%, il doppio della percentuale che afferisce ai punti nascita più piccoli 6,2%.
Nel caso della patologia insorta in gravidanza, le percentuali seguono un andamento simile: la presenza nei punti nascita più piccoli è dell’11,5% e nei punti nascita più grandi del 24%. “Anche le strutture più piccole sono allora chiamate a trattare una percentuale sensibile di patologia insorta in gravidanza e quindi – osserva la commissione - anche nel punto nascita più piccolo l'organizzazione assistenziale deve prevedere assistenza adeguata per circa il 10% di gravidanze/parti patologici”.

Posti letto accreditati per ginecologo/ostetrico, parti/mese per ginecologo/ostetrico
Per la commissione si tratta di uno dei risultati più interessanti emersi perché permette di “comprendere la distribuzione dell'esperienza e dell'assistenza nei punti nascita italiani”.
I letti (media) accreditati/ginecologo variano da 2,4 per i punti nascita inferiori a 3 per i punti nascita maggiori, ma la media del numero di parti mese/ginecologo passa rispettivamente da 4,7 a 14.
Nei punti nascita inferiori un ginecologo effettua circa 1 parto alla settimana. Il suo collega che lavora nei punti nascita maggiori assiste quasi 4 parti. Una situazione simile si registra anche per le ostetriche.

 


 

21 dicembre 2011
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