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Fazio: turn over, possibile distinguo per oncologia


07 GIU - “Mi impegnerò personalmente all’interno del Governo per fare un distinguo per l’oncologia in riferimento al blocco del turn over”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, oggi in visita all’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, torna a rassicurare l’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), che nei giorni scorsi avevano manifestato le proprie preoccupazioni sulla manovra.
Già sabato, in un comunicato stampa ministeriale, Fazio aveva sottolineato che “la lotta ai tumori è una delle priorità del Governo” e  che “la manovra non implica alcuna riduzione né nel numero né nella tipologia né nella qualità delle prestazioni in ambito oncologico ed inoltre è allo studio un piano teso a consolidare anzi a potenziare il ruolo del nostro Paese per la diagnosi e la cura delle patologie oncologiche”.
Oggi però, da Milano, Fazio ha voluto prendere nei confronti dell’Aiom un impegno ancora più diretto, come riportato dall’Adnkronos. “Tutto dovrà naturalmente essere visto alla luce dei conti”, ha precisato Fazio aggiungendo che “non sto dicendo di escludere totalmente gli oncologi” dal blocco dei turnover, “ma di garantire in qualche modo che le risorse per l'oncologia siano assolutamente adeguate nel Paese”.

Fazio ha poi affermato che “la lotta ai tumori è una priorità anche del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi”. Per questo, assicura il ministro, “il Governo manterrà le risorse per la lotta ai tumori, e si cercherà di implementarle. Il Governo deve impegnarsi, e mi impegno personalmente come suo esponente, perché la manovra non porti a detrimenti o rallentamenti all'oncologia nel nostro Paese. Piuttosto, è opportuno che vengano trovate risorse per dare nuovo stimolo alla ricerca, per mettere a sistema i Centri di eccellenza e per promuovere la capacità dell'Italia di attrarre cervelli dall'estero”. L'ambizione di Fazio è che “l'Italia diventi nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo un polo di ricerca oncologica”. Ma, ha evidenziato il ministro, “gli esami inutili ci costano oltre 500 milioni di euro all'anno” e quindi “c'è ancora da fare per migliorare percorsi, linee guida e uso corretto delle apparecchiature".
 

07 giugno 2010
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