Turco (Pd): ddl era dannoso per cittadini e beffa per operatori
10 GIU - “Quella che il centrodestra chiamava pomposamente legge che valorizzava i medici e limitava il potere della politica nella sanità, sarebbe stata, invece, un colpo duro alla sanità pubblica. Dannosa per la salute dei cittadini e che era una beffa per gli operatori sanitari”. Così commenta il rinvio in Affari Sociali del ddl sul Governo clinico Livia Turco, peraltro prima firmataria dei due emendamenti all’art. 1 del ddl che su cui stamani la Maggioranza è stata sconfitta.
Secondo Turco, che è capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, il disegno di legge “conteneva anche un federalismo pasticciato e pericoloso, frutto delle divisioni interne alla Maggioranza, nella quale alcuni propongono norme di dettaglio invasive della legislazione regionale e la Lega, che vuole addirittura privare il Ssn, dei riferimenti nazionali in termini di principi e di valori”.
Il danno per la sanità pubblica era dovuto, secondo Turco, alla “cancellazione definitiva” del principio di rapporto esclusivo dei medici che “avrebbe impoverito il Ssn e potenziato il privato. I medici avrebbero potuto esercitare l'attività privata senza nessuna regola”. Ma il capogruppo PD in Commissione Affari Sociali critica anche le norme sulla separazione tra politica e sanità, che “erano poi un puro maquillage e non c'era nessun coinvolgimento reale dei medici. Questo attacco alla sanità di tutti gli italiani è stato sventato grazie alla battaglia parlamentare del Pd”.
10 giugno 2010
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