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Le aziende sono pronte a far rientrare l’intramoenia dentro le strutture?


17 SET - La libera professione dei medici in rapporto di esclusività deve stare dentro le mura aziendali. Questa una della affermazioni che si è ripetuta più spesso nel corso degli anni quando si parlava di regolamentare la libera professione dei medici. La legge 120/2007 l’ha raccolta e ha dato tempo alle Regioni fino al 31 luglio 2008 per realizzare nelle aziende gli spazi necessari a tenere la libera professione intramoenia dentro le mura aziendali. Da allora, tuttavia, l’obbligo è stato di volta in volta posticipato fino all’ultimo decreto mille proroghe, che ha fatto slittare il termine ultimo per la realizzazione degli spazi al 31 gennaio 2011.
Gli interventi comprendono tanto realizzazioni edilizie quanto la messa a disposizione di tecnologie per l’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria.
A pochi mesi dalla scadenza, in quante Regioni sono state realmente realizzati interventi di edilizia all’interno delle aziende per garantire la presenza di appositi spazi da dedicare all’intramoenia? In parte è stato fatto, anche se, ancora una volta, le Regioni più virtuose sono state quelle del Nord mentre le condizioni del Sud restano carenti.

La realizzazione degli spazi per l’intramoenia rappresenta anche una voce tra le specifiche linee di finanziamento che caratterizzano il programma di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie prevista dall’art. 20 della legge n. 67/1988. La copertura finanziaria per questa voce è stata stabilita in 826.143.140,92 euro da ripartire tra le Regioni, come stabilito con il D.M. 8 giugno 2001.
Alla data del 30 novembre 2009, delle risorse ripartite con il D.M. 08.06.2001, sono stati ammessi a finanziamento n. 410 interventi, per un finanziamento totale di 730.135.911,04 euro, pari al 88,38% delle risorse disponibili, come riportato in dettaglio, Regione per Regione, nella tabella riportata a fondo pagina.
Le Regioni che hanno completato il programma sono: P.A. Trento (per n. 11 interventi), Veneto (per n. 39 interventi), Liguria (per n. 22 interventi), Emilia Romagna (per n. 69 interventi), Toscana (per n. 27 interventi), Umbria (per n. 9 interventi), Lazio (per n. 49 interventi), Basilicata (per n. 7 interventi) e Sardegna (per n. 11 interventi).
Le Regioni Lombardia, Marche e Puglia hanno utilizzato oltre il 90% delle risorse assegnate, realizzando rispettivamente n. 37, 37 e 34 interventi. La Regione Piemonte ha utilizzato il 65,64% delle risorse disponibili.
La Regione Abruzzo ha utilizzato il 42,79% delle risorse disponibili per la realizzazione di n. 14 interventi.
La Regione Campania ha utilizzato ad oggi il 36,79% dei finanziamenti per la realizzazione di n. 9 interventi previsti sulle Aziende Ospedaliere di riferimento e sugli IRCCS; è in corso la programmazione che prevede n. 18 interventi per l'area territoriale.
La Regione Valle d’Aosta non ha ancora attivato il programma rimodulato nel 2008, costituito da un intervento.
Le Regioni Friuli Venezia Giulia, Molise, Sicilia, Calabria e P.A. di Bolzano non hanno avuto assegnazioni, in quanto non hanno presentato alcun programma nei termini previsti.
 

17 settembre 2010
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