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Giuristi e Ass.Coscioni: “Sia rispettata la sentenza della Consulta”


25 LUG - “La sentenza n. 162 emanata dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 aprile è immediatamente applicabile e che da ciò deriva la simultanea ripresa nei centri italiani della tecnica di fecondazione eterologa”. È questa la sintesi del manifesto/appello sottoscritto insieme all’Associazione Luca Coscioni da molti giuristi italiani che chiedono il rispetto della sentenza della Consulta che ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa lo scorso aprile, da cui deriva la ripresa della tecnica nei centri pubblici e privati italiani.
 
Primo firmatario è il giurista Stefano Rodotà insieme a Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni. Con loro Gianni Baldini, Docente Biodiritto Università di Firenze, Andrea Pugiotto, Ordinario di Diritto costituzionale, Università di Ferrara, Paolo Veronesi, Professore associato di Diritto Costituzionale, Università di Ferrara, Carlo Casonato, Ordinario di diritto costituzionale comparato, Università di Trento, Amedeo Santosuosso, Presidente del Centro di Ricerca Interdipartimentale European Centre for Law, Science and New Technologies (Eclt) dell'Università di Pavia, Giuditta Brunelli, Ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico, Università di Ferrara, Roberto Toniatti, professore ordinario di diritto costituzionale comparato Università di Trento, Angelo Calandrini, Avvocato, Francesca Re, Avvocato, Barbara Pezzini, Ordinaria di diritto costituzionale, Università di Bergamo, Nello Papandrea, avvocato.
 
Quella che dà il via libera all’eterologa, si legge nel documento, è una “decisione che assume valore storico perché afferma la portata costituzionale del diritto alla libertà procreativa” rispetto ad un divieto che ha rappresentato per dieci anni uno dei “limiti maggiormente ideologici” a causa del quale “la sfera privata di tanti cittadini italiani è stata violata”.
 
“L’impossibilità di formare una famiglia con figli insieme al proprio partner, mediante il ricorso alla PMA di tipo eterologo”, sottolineano i giuristi riportando il parere della Corte, è “un’ingerenza nella sfera intima” che, da un lato, “ha inciso negativamente sulla salute psichica” e quindi, in generale, sulla salute della coppia, dall’altro, “ha frenato lo sviluppo sociale e scientifico derivato dai progressi in materia di fecondazione artificiale, creando delle gravissime discriminazione tra gli italiani”.
 
Quanto alle linee guida, l’unico possibile aggiornamento riguarda il numero delle donazioni, che può esser fatto “alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei, ma tenendo conto dell’esigenza di consentirle entro un limite ragionevolmente ridotto”. Su altri aspetti, come la tutela dei figli nati da tecniche eterologhe o la tracciabilità e sicurezza dei gameti, non serve un aggiornamento, perché, concludono i giuristi, “le normative recepite già colmano pienamente la parte tecnica”
 
“Oggi questo Manifesto – ha dichiarato Filomena Gallo – ha l'intento di chiarire la straordinaria portata della sentenza 162/14 della Corte Costituzionale che, cancellando il divieto di applicazione di tecniche con donazione di gameti, non ha creato vuoto normativo. In Italia oggi si può applicare la fecondazione assistita con gameti donati: questo deve essere chiaro”. 

25 luglio 2014
© Riproduzione riservata
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