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Lorenzin: “Stiamo lavorando ad una grande campagna rivolta soprattutto ai giovani”


20 MAR - La Relazione al Parlamento sull'alcol e i problemi alool correlati 2014, ha rilevato che negli ultimi dieci anni si è registrato nel nostro Paese un progressivo cambiamento dei comportamenti di consumo di alcol: diminuisce l'assunzione quotidiana di vino durante i pasti mentre si consolida il consumo occasionale al di fuori dei pasti. Purtroppo, continua ad essere una criticità il fenomeno del binge drinking diffuso soprattutto tra i giovane.
 
L'alcol è il terzo fattore di rischio per la salute nel mondo, anche se il carico di mortalità e morbilità varia da Paese a Paese in relazione ai livelli e alle modalità di consumo. I danni correlati all'uso eccessivo di bevande alcoliche comprendono una lunga lista di patologie acute e croniche totalmente o parzialmente attribuibili all'alcol. Condizioni croniche come cirrosi epatica, malattie cardiovascolari, malattie tumorali e disturbi neuropsichiatrici sono tra le più importanti cause di morte e disabilità. L'alcol è inoltre una sostanza di abuso in grado di indurre dipendenza, la cui diagnosi non si basa unicamente sui livelli o sulla frequenza dei consumi alcolici, ma implica la presenza di un insieme di manifestazioni fisiche, cognitive e comportamentali associate al consumo di alcol, che diventano prevalenti rispetto ad altre attività e che persistono nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative subite. L'impatto funzionale neurologico e di danno neuronale nei giovani binge drinkers rappresenta in modo emblematico il risultato delle nuove culture del bere. Il binge drinking è una modalità di consumo alcolico che comporta l'assunzione, in un'unica occasione e in un ristretto arco di tempo, di quantità di alcol molto elevate (convenzionalmente 6 o più unità alcoliche), con conseguente stato di ebbrezza alcolica o ubriachezza. Si tratta di un'abitudine molto diffusa nei Paesi del Nord Europa, e da alcuni anni sempre più presente anche nel nostro Paese, rilevabile soprattutto tra i più giovani.
 
Il consumo alcolico dei giovani deve essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo conseguenze patologiche molto gravi, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale, poichè influenza negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo, peggiora i risultati scolastici, e può favorire aggressività e violenza. Per prevenire tali conseguenze è necessario rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere operando in contesti significativi quali la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport. Inoltre per i giovani che manifestano comportamenti di grave abuso è necessario prevedere efficaci azioni di intercettazione precoce e di counseling per la motivazione al cambiamento, con eventuale avvio ad appropriati interventi di sostegno per il mantenimento della sobrietà. Vanno anche ricordati gli effetti negativi dell'alcol sulla gravidanza che includono un aumento del rischio di aborto spontaneo, parto prematuro e basso peso alla nascita, fino alla più conclamata Sindrome feto-alcolica. Queste ulteriori conseguenze nocive, più difficili da quantificare, hanno la caratteristica di danneggiare non solo il bevitore, ma indirettamente soggetti terzi: il feto, il nucleo familiare, le vittime di criminalità, violenza e incidenti stradali conseguenti al consumo di alcol. Come Ministero della salute stiamo lavorando ad una grande campagna di informazione e prevenzione dell'abuso di alcol, che sarà soprattutto rivolta ai giovani.
 
Beatrice Lorenzin
Editoriale della newsletter del Ministero della Salute del 20 marzo 2015

20 marzo 2015
© Riproduzione riservata
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