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Lorenzin su vendita online farmaci per l'interruzione di gravidanza


21 OTT - Mario Sberna (Pi-Cd) ha presentato, nel corso del question time alla Camera, la sua interrogazione sugli elementi ed iniziative in merito ai rischi connessi al fenomeno dei siti internet che vendono farmaci per l'interruzione della gravidanza. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per quanto riguarda i siti che vendono medicinali online, ha sottolineato come, in base al recente decreto legislativo n. 17 del 2014, le farmacie online autorizzate devono essere riconoscibili e, quindi, distinguibili da quelle illegali attraverso il logo comune, un bollino di sicurezza condiviso e coerente a livello europeo, rilasciato a cura del Ministero della salute. “Inoltre, sempre in tema di contrasto della vendita online di medicinali senza controllo a rischio per la salute, ricordo il mio particolare impegno perché la normativa del 2014 contemplasse anche l'oscuramento dei siti non autorizzati ovvero di quelli che vendono online medicinali che richiedono la prescrizione medica”.
 
Questa la risposta integrale di Lorenzin: “Il fenomeno dei cosiddetti 'aborti fai da te' rientra in quello più generale degli aborti clandestini, la cui ultima stima risale al 2012. Nella relazione presentata al Parlamento, nel mese di ottobre 2014, le stime sugli aborti clandestini, effettuate dall'Istituto superiore di sanità e riferite al 2012, indicano una stabilizzazione del fenomeno negli ultimi anni, almeno per quanto riguarda le donne italiane. Quindicimila erano gli aborti clandestini stimati per le italiane nel 2015 e tra i 12 mila e i 15 mila casi nel 2012, con una notevole diminuzione rispetto agli anni Ottanta e Novanta: 100 mila erano i casi stimati nel 1983, 72 mila nel 1990, 43.500 nel 1995. Nel 2012, per la prima volta, si è effettuata una stima anche per le donne straniere, che è risultata compresa tra i 3 mila e i 5 mila aborti clandestini l'anno. È pertanto evidente che il fenomeno degli aborti clandestini è molto diminuito nel tempo e si è stabilizzato negli ultimi anni, anche se ovviamente continua a destare preoccupazione. Per quanto riguarda l'aborto spontaneo, i dati ISTAT, relativi agli anni 2010-2012, mostrano un andamento sostanzialmente stabile: 73.722 nel 2010, 76.334 nel 2011 e 73.810 nel 2012. In particolare, per la fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, le dimissioni per aborto spontaneo sono: 1.221 nel 2010, 1.321 nel 2012 e 1.194 nel 2013, corrispondenti a percentuali che vanno dall'1,6 per cento all'1,7 per cento. In un articolo dell'Istituto superiore di sanità e dell'ISTAT sul rapporto «Osservasalute» del 2013 è riportato, attraverso una dettagliata analisi dei dati, che l'abortività spontanea è un fenomeno fortemente connesso all'età della donna e che il rapporto di abortività spontanea standardizzato conferma una sostanziale stabilità negli anni (più 9,4 per cento fra il 1998 e il 2011, per rispondere ai quesiti che ci sono stati rivolti per iscritto).
Nello stesso articolo è richiamata l'indagine Istat sui tassi di abortività, sia volontaria sia spontanea, per classi di età e cittadinanza, che conferma che, a fronte di un calo generale in tutte le classi di età del ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, sia da parte di donne italiane sia da parte di donne straniere, non si è assistito ad un incremento diffuso dei tassi di aborto spontaneo. In sintesi, non ci sono evidenze dell'aumento di aborti spontanei tra le giovanissime e neppure dell'aumento, in tutte le classi di età, degli aborti spontanei connessi al cosiddetto 'aborto fai da te'. Per quanto riguarda i siti che vendono medicinali online, sottolineo che, in base al recente decreto legislativo n. 17 del 2014, le farmacie online autorizzate devono essere riconoscibili e, quindi, distinguibili da quelle illegali attraverso il logo comune, un bollino di sicurezza condiviso e coerente a livello europeo, rilasciato a cura del Ministero della salute. Inoltre, sempre in tema di contrasto della vendita online di medicinali senza controllo a rischio per la salute, ricordo il mio particolare impegno perché la normativa del 2014 contemplasse anche l'oscuramento dei siti non autorizzati ovvero di quelli che vendono online medicinali che richiedono la prescrizione medica”.

21 ottobre 2015
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