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M5S: “Misura insufficiente, iniqua e assistenziale. Ecco perché ci siamo astenuti”


14 LUG - “Ci asteniamo dal voto sul Ddl povertà perché si tratta comunque di una misura che va incontro alle necessità di fasce di cittadini nullatenenti o estremamente deboli. Al contempo, quello appena approvato è un provvedimento dall’impronta assistenziale, che non aggredisce in modo strutturale il problema della povertà nel nostro Paese e che sostiene, in misura insufficiente, solo una parte minoritaria delle persone bisognose. L’Italia invece avrebbe bisogno di un intervento che aiuti tutti i cittadini a uscire dalla condizione di povertà e che li sostenga nel reinserimento nella società. Quel tipo di intervento già esiste: è il nostro reddito di cittadinanza e quando saremo al governo finalmente lo realizzeremo”. Così il Gruppo M5S alla Camera.
 
“Il Ddl povertà viene approvato proprio nel giorno in cui vengono diffuse le stime dell’Istat che disegnano un quadro molto più che allarmante: i cittadini italiani in condizioni di povertà assoluta sono oltre 4 milioni e mezzo mentre quelle in condizioni di povertà relativa sono addirittura 8,3 milioni.
A fronte di questa emergenza l’approvazione dell’odierno provvedimento rappresenta solo un parziale passo in avanti dal momento che la platea che potrà beneficiarne è di circa un milione di persone. In questo modo lo Stato crea un’ulteriore elemento di discriminazione tra quanti sono già costretti in una condizione di emarginazione. Oltre all’iniquità della misura sottolineiamo anche la totale insufficienza dei fondi messi a disposizione. Chi potrà accedere a questo sostegno – una platea rispetto alla quale non è stata fissata alcuna soglia o parametro - sarà costretto a una “corsa tra poveri” per arrivare prima che il fondo si esaurisca e riceverà meno di 400 euro al mese: una cifra certamente insufficiente per risollevare e dare dignità a persone indigenti".
 
"Infine, non possiamo non sottolineare l’ipocrisia con la quale in Aula il Pd oggi ha voluto cambiare il nome del provvedimento, ribattezzandolo reddito di inclusione. Non è cambiando le parole né scimmiottando i provvedimenti di altre forze politiche – il reddito di cittadinanza – che si cambia la realtà dei fatti. Il tempo degli spot, delle parole vuote che sanno di presa in giro è già finito ma il Pd continua a non accorgersene. Quando lo farà, saranno già all’opposizione”, concludono i deputati del M5S.

14 luglio 2016
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