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Inchiesta Covid. Speranza: “Ho la coscienza a posto, da ministro ho dato tutto”


"Io avevo firmato il decreto per disporre la chiusura, ma poi non è stato controfirmato da Conte perché nella riunione il Cts si è deciso di aspettare visto che stavamo andando verso il lockdown generale, scattato a pochi giorni dopo". Quanto al piano pandemico non aggiornato per 180 mesi, "si sono alternati sette governi, quello che non è stato fatto in anni, è stato fatto in pochi mesi nel corso del mio mandato". Così l'ex minsitro della Salute a La Stampa.

03 MAR -

"Che amarezza. Tra l'altro a me non è ancora arrivato nulla. So solo quello che leggo sulle agenzie e sui giornali". Così a La Stampa l'ex ministro della Salute Roberto Speranza riferendosi all'inchiesta della procura di Bergamo nella quale deve rispondere di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

Accuse che "fanno male, pesanti, ancora di più perché io ho la coscienza a posto e da ministro ho dato davvero tutto", sottolinea. Speranza aggiunge però che ha sempre pensato che "chiunque abbia avuto una responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto" e ricorda che "io avevo firmato il decreto per disporre la chiusura, ma poi non è stato controfirmato da Conte perché nella riunione il Cts si è deciso di aspettare visto che stavamo andando verso il lockdown generale, scattato a pochi giorni dopo". Quanto al piano pandemico non aggiornato "per 180 mesi", "si sono alternati sette governi, quello che non è stato fatto in anni, è stato in pochi mesi nel corso del mio mandato".

"La cosa curiosa - conclude Speranza - è che sono indagato anche in altre inchieste ma per il motivo opposto, per aver chiuso troppo. No vax e no pass mi hanno denunciato per aver limitato la loro libertà, c'è chi mi chiede 100 euro di risarcimento per ogni giorno di lockdown".



03 marzo 2023
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