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Liste d’attesa. Il Ministero della Salute fa il punto sul piano di recupero


"Si sta valutando un'evoluzione del sistema per il monitoraggio ex ante delle prestazioni specialistiche ambulatoriali all'interno dell'NSIS attraverso l'esposizione di web service come modalità di trasmissione, superando l'invio di file XML, come avviene oggi, favorendo il collegamento automatico con i CUP, per aumentare la tempestività di rilevazione". Così il ministro della Salute Schillaci rispondendo alla Camera all'interrogazine di Quartini (M5S).

27 SET -

Il Piano nazionale per il recupero delle liste d'attesa, adottato d'intesa con la Conferenza Stato-regioni nel febbraio del 2019, prevede il monitoraggio dei tempi di attesa quale elemento essenziale per il più generale monitoraggio dei Lea, sia ex ante che ex post. Al momento però "si sta valutando un'evoluzione del sistema per il monitoraggio ex ante delle prestazioni specialistiche ambulatoriali all'interno dell'NSIS attraverso l'esposizione di web service come modalità di trasmissione, superando l'invio di file XML, come avviene oggi, favorendo il collegamento automatico con i CUP, per aumentare la tempestività di rilevazione".

Così il ministro della Salute Orazio Schillaci durante il question time di oggi alla Camera rispondendo di Andrea Quartini (M5S).

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

"Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto l'attenzione sull'argomento delle liste di attesa, al quale sto dedicando molto del mio impegno. Faccio presente che il Ministero della Salute, per il tramite del Comando carabinieri per la tutela della salute, effettua i monitoraggi periodici previsti dal vigente Piano nazionale di governo delle liste di attesa. Nei mesi di luglio e agosto ultimi scorsi è stata espletata una campagna di controlli, da Nord a Sud del Paese, finalizzata alla verifica della gestione delle liste di attesa per l'erogazione di prestazioni sanitarie ambulatoriali riconducibili a visite specialistiche ed esami diagnostici afferenti al servizio sanitario pubblico.


Gli accertamenti sono stati indirizzati sulle prestazioni che riportavano maggiori tempistiche di erogazione rispetto a quelle previste dai LEA. Sono stati oggetto di verifica: la regolarità nella gestione delle agende di prenotazione per visite ed esami sanitari, compresi quelli forniti in regime di libera professione intramuraria; la corretta comunicazione dei dati agli uffici regionali e alle ASL di riferimento; l'individuazione delle cause di criticità nelle tempistiche di erogazione delle prestazioni sanitarie e nella presenza di agende chiuse. Questo Piano nazionale, adottato d'intesa con la Conferenza Stato-regioni nel febbraio del 2019, prevede il monitoraggio dei tempi di attesa quale elemento essenziale per il più generale monitoraggio dei LEA, sia ex ante che ex post.

Il Piano, nello specifico, individua differenti tipologie di rilevazione. Monitoraggio ex post delle prestazioni ambulatoriali, che viene effettuato attraverso il flusso informativo, rilevando i dati relativi alla data di prenotazione, di erogazione e alla classe di priorità, che consentono il calcolo di specifici indicatori relativi al numero delle prestazioni garantite entro i tempi delle classi di priorità breve e entro i tempi di priorità differibile.

Monitoraggio ex ante delle prestazioni ambulatoriali, che si effettua per le prestazioni in primo accesso relative alle classi di priorità B, D e P e si basa su una rilevazione dei dati sui tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali specificatamente indicate nel Piano 2019-2021, effettuato attraverso una piattaforma all'interno della predetta dashboard, nella quale le regioni e le province autonome inseriscono le informazioni autocertificate relative alle prestazioni ambulatoriali oggetto di monitoraggio, al numero delle prenotazioni con la relativa classe di priorità, alla percentuale di garanzia di rispetto del tempo massimo di attesa.

Monitoraggio ex post dei tempi di attesa per ricoveri programmati, che si effettuano attraverso la misurazione dell'indicatore “proporzione di prestazioni di ricovero programmato erogate nel rispetto dei tempi massimi di attesa per la classe di priorità A”, rilevando il flusso delle schede di dimissioni ospedaliere, le SDO, con le informazioni relative alla data di prenotazione, classe di priorità del ricovero programmato, data di ricovero, tipo di ricovero, tipo di intervento principale o secondario.

Monitoraggio delle sospensioni delle attività di erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali relative esclusivamente a casi eccezionali. Questo monitoraggio è effettuato attraverso una piattaforma all'interno della predetta dashboard e riguarda le sospensioni relative alle prestazioni appositamente indicate nel piano 2019-2021. Dalla panoramica che ho esposto risulta che il monitoraggio ex post delle liste di attesa avviene attraverso la rilevazione di alcune informazioni da due principali flussi già esistenti.

Si sta, tuttavia, valutando un'evoluzione del sistema per il monitoraggio ex ante delle prestazioni specialistiche ambulatoriali all'interno dell'NSIS attraverso l'esposizione di web service come modalità di trasmissione, superando l'invio di file XML, come avviene oggi, favorendo il collegamento automatico con i CUP, per aumentare la tempestività di rilevazione".

In sede di replica Andrea Quartini (M5S) si è dichiarato insoddisfatto. "Ci ha dato notizie che conoscevamo dalla cronaca, ci ha detto le regole che conoscevamo e che sono previste dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa. Non ha detto niente su come si intende procedere per abbattere le liste di attesa, questo è il grosso problema che gli italiani vogliono risolvere, sono insoddisfatti loro stessi. Un recente sondaggio, fatto da alcune categorie di professionisti, dice che oltre il 60 per cento dei cittadini è insoddisfatto del nostro Servizio sanitario nazionale. Di recente anche il cardinale Zuppi ha detto le stesse cose che stiamo dicendo noi rispetto al problema delle liste di attesa. Il problema si può e si deve risolvere. È necessario investire nel Servizio sanitario nazionale aumentando le risorse finanziarie. Lei stesso ha detto che ci vogliono almeno 4 miliardi, ma non se ne vede traccia nelle ipotesi di legge di bilancio, purtroppo.

È inoltre necessario riorganizzare il sistema sanitario in modo da rendere più efficiente la gestione delle risorse e dei pazienti. In particolare, è necessario aumentare il numero di medici e infermieri, il personale sanitario è la risorsa più importante per un sistema sanitario efficiente. È necessario investire sulle tecnologie, è necessario riorganizzare i servizi territoriali. I servizi territoriali sono fondamentali per la prevenzione e la cura delle malattie. Va sottolineata la grande differenza regionale. Dobbiamo rivedere il Titolo V della Costituzione e riportare al centro lo Stato per la gestione della sanità, altro che autonomia differenziata!

L'impressione è che navighiate a vista senza una visione, o peggio, con la visione di chi vuole privatizzare il Servizio sanitario nazionale pubblico. Noi non ci stiamo, noi vogliamo difendere il Servizio sanitario nazionale, che è un bene prezioso per tutti i cittadini. È un diritto fondamentale, garantito dalla Costituzione, che non possiamo permetterci di perdere".



27 settembre 2023
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