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Aifa. L’appello dei precari: “Il nostro futuro è incerto nel silenzio di Meloni, Schillaci e sindacati”


La denuncia: “Puntualmente all’approssimarsi della fine dell’anno, le nostre sorti di lavoratori precari dell’Agenzia italiana del Farmaco sono quanto mai incerte. Ad oggi, il nostro orizzonte si interrompe il 31 dicembre 2023 e non abbiamo nessun tipo di indicazione precisa o di impegno a stabilizzarci né a prorogare i contratti precari in essere”.

06 DIC -

"Avremmo voluto non doverlo scrivere, ma puntualmente all’approssimarsi della fine dell’anno, le nostre sorti di lavoratori precari dell’Agenzia italiana del Farmaco sono quanto mai incerte. Ad oggi, il nostro orizzonte si interrompe il 31 dicembre 2023 e non abbiamo nessun tipo di indicazione precisa o di impegno a stabilizzarci né a prorogare i contratti precari in essere". Così l'appello firmato dai precari dell'Aifa, che chiedono: "Questa folle miopia corrisponde ad un preciso disegno politico volto a screditare e destituire l’Aifa delle sue fondamentali funzioni a tutela della salute pubblica? E’ questa l’azione che il Governo Meloni fa seguire alle dichiarazioni di intenti che mettono lavoratori e famiglie al centro dell’agenda politica? Qual è il pensiero del ministro della Salute Schillaci, più volte sollecitato, al riguardo? Come sono dal lui rappresentate le nostre istanze in seno al Consiglio dei ministri? Perché tutte le sigle sindacali continuano ad ignorare la nostra esistenza?".

"Dopo l’ultima ed ennesima, proroga dei nostri contratti a progetto ed interinali, avvenuta a dicembre 2022, le amministrazioni coinvolte - Aifa stessa e i ministeri vigilanti - disponevano di un anno intero e senza fuorvianti appuntamenti elettorali, per poter programmare il percorso necessario a traghettare l’ormai esiguo numero di lavoratori - meno di 30 persone, che in alcuni casi da oltre 12 anni vivono in condizioni di precariato - verso una doverosa stabilizzazione", ricordano i lavoratori precari che ribadiscono come "ancora una volta ci preme ribadire che non sono le risorse finanziarie necessarie a mancare ma, evidentemente, la volontà politica di porre fine a questa scandalosa situazione che affligge noi e le nostre famiglie da troppo tempo".

"Un dato sopra a tutti: la proroga dei contratti di collaborazione ed interinali per l’anno 2024 e la contestuale programmazione di contratti a tempo determinato che, valorizzando adeguatamente le nostre pluriennali esperienze, ci permetterebbero di usufruire degli strumenti normativi esistenti (legge Madia) verso la stabilizzazione, comporterebbero un onere per l’Aifa pari ad appena 7 milioni e 300 mila euro per un intero triennio - analizzano i lavoratori - Trattasi di una cifra comodamente ed ampiamente disponibile nell’ambito delle risorse proprie dell’amministrazione, senza quindi alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. A quanto pare il ministero dell’Economia e Finanza, in qualità di ministero vigilante, pone puntualmente il suo incomprensibile ed immotivato veto, al quale nessuno sembra potere o volere opporsi".

"Ciò, oltre a decretare la nostra morte lavorativa, si tradurrà inoltre in un considerevole calo della performance e conseguente danno per l’Aifa, la quale è già da tempo afflitta da una strutturale carenza di organico nel confronto con le altre Agenzie Regolatorie dell’Unione Europea", conclude l'appello.



06 dicembre 2023
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