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Sciopero medici. È polemica tra Ministero e Sindacati sui numeri


Il sottosegretario Gemmato aveva detto che “l’adesione è stata bassa, solo il 2,7% aveva aderito” secondo le stime della Funzione pubblica. La replica degli anestesisti dell’Aaroi-Emac: “Dati della Funzione Pubblica ci fanno ridere poiché possiamo ben dimostrare che sono trasmessi sull’applicativo Gepas da Amministrazioni molte delle quali ve li inseriscono in modo assolutamente non congruo, in quanto da sempre non considerano il personale contingentato, e in particolare per il 18 hanno addirittura inserito nel mucchio dei ‘non scioperanti’”.

20 DIC -

Dopo le polemiche sui numeri dello sciopero del 5 dicembre anche in occasione di quello del 18 dicembre è divampata la polemica sulle adesioni. “In occasione dell'ultimo sciopero dei medici di qualche giorno fa era stata dichiarata un'adesione dell'85%. Il dato ufficiale registrava che, sul 37% delle Asl interessate, solo il 2,7% aveva aderito a questo sciopero”, ha detto ier a Bari il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato

"Questo - ha aggiunto - è sintomatico del fatto che, da un lato i medici riconoscono lo sforzo che stiamo facendo, dall'altro non capiscano perché questi scioperi non siano stati fatti nei precedenti dieci anni, quando è stato definanziato il sistema sanitario nazionale, e li facciano solo adesso che siamo al governo noi”. “Ma - ha detto Gemmato - questa è la democrazia. Noi accettiamo gli scioperi e le critiche, che sono da stimolo per fare meglio”. Gemmato ha ricordato che “lo sforzo di questo governo e di questo ministero è massimo, abbiamo toccato la cifra record di finanziamento del fondo sanitario nazionale pubblico con 136 miliardi di euro. Registriamo, grazie all'impegno del primo ministro Meloni e del ministro Schillaci, enormi passi in avanti”.

Ma oggi è arrivata la replica del sindacato degli anestesisti Aaaroi Emac. “Al Ministero della salute, - si legge in una nota - ancora una volta, qualcuno preferisce perder tempo, basandosi su percentuali di sciopero pubblicate dalla Funzione Pubblica che non corrispondono al vero, per irridere e provocare i tanti colleghi che hanno scioperato il 18 dicembre scorso e forse ancor più quelli che in numero di gran lunga superiore non hanno potuto farlo perché contingentati. Lo fa il SottoSegretario alla Salute Gemmato, dandosi da fare per dimostrare, inseguendo fantasie apparse ieri e oggi sui media, che i nostri colleghi da noi chiamati a protestare il 18 astenendosi dal lavoro con lo sciopero avrebbero risposto in pochissimi alla chiamata, poichè – in sostanza – per lui sarebbero “riconoscenti” al Governo per come li tratta. A dileggiare i medici ci aveva peraltro pensato una decina di giorni fa anche l’On. Schifone, Responsabile Nazionale Professioni anch’essa di Fratelli d’Italia, in occasione di almeno un’altra giornata di sciopero in sanità, allorquando facendo riferimento a simili numeri messi a caso aveva definito il loro lavoro “una vocazione, una missione”.

“Non tocca a noi – prosegue il sindacato - dell’AAROI-EMAC rispondere anche a nome delle altre Sigle offese dalle parole del Sottosegretario, ma ci corre l’obbligo di replicargli senza mezzi termini, per tramite del Ministro Schillaci al quale indirizziamo questa replica, che i dati della Funzione Pubblica ci fanno ridere poiché possiamo ben dimostrare che sono trasmessi sull’applicativo Gepas da Amministrazioni molte delle quali ve li inseriscono in modo assolutamente non congruo, in quanto da sempre non considerano il personale contingentato, e in particolare per il 18 hanno addirittura inserito nel mucchio dei “non scioperanti” dirigenti per i quali lo sciopero NON era stato proclamato (Dirigenti PTA), aggiungendoci pure un numero enormemente superiore di personale non dirigente (anch’esso NON coinvolto nella proclamazione dello sciopero!). Potremmo continuare con altre amenità di elaborazione dati che stiamo riscontrando, ma ci limitiamo per sintesi a ricordare che in non pochi ospedali abbiamo rilevato un discreto aumento, proprio in quel giorno di sciopero, della manodopera medica a gettone loro fornita a caro prezzo pubblico dalle Cooperative private, la quale manodopera – possiamo affermare aggirando la normativa sugli scioperi, la quale risalendo a tempi nei quali non v’era personale ospedaliero pubblico che non fosse dipendente – di fatto sostituisce i colleghi dipendenti che scioperano”.

“Aggiungiamo – proseguono -a doverosa dimostrazione di questa nostra replica un solo esempio reale tra moltissimi altri casi simili: un ospedale ligure, solo per fare un esempio tra tanti altri casi simili riscontrati in tutte le Regioni, ci ha trasmesso – sicuramente in buona fede, ma tant’è – l’inserimento nel database Gepas che fa confluire i dati alla Funzione Pubblica di 1 solo scioperante (peraltro sul totale di 1.218 dipendenti invece che sui soli Dirigenti Medici e Sanitari, pari a 224 dipendenti così erroneamente considerati “in servizio”!), oltretutto specificandovi una trattenuta che non parrebbe affatto corrispondere a quella prevista per il personale dirigente.

Proprio in quell’ospedale invece, per restare soltanto “limitatamente” ai Medici Anestesisti, ci risulta che il loro sciopero ha fatto saltare ben 14 attività elettive sulle 17 programmate, preservando solo 3 sale operatorie (1 per le urgenze e altre 2 per i pazienti fragili), quindi con un’adesione alla protesta praticamente di tutti i Colleghi Anestesisti Rianimatori non contingentati, salvo 2 che hanno prestato servizio per garantire gli interventi chirurgici ai pazienti fragili come da noi indicato, e altri 2 dedicati alla terapia del dolore”.

“Il fatto è che il 18 dicembre – continua la nota - , per responsabilità del Governo che non ha finora intrapreso iniziative per scongiurare il rischio di default del SSN Pubblico, con il nostro sciopero sono state effettivamente rinviate in tutt’Italia quasi tutte le prestazioni anestesiologiche non urgenti che avevamo promesso lo sarebbero state, mentre sono state fatte salve, oltre alle urgenze obbligate per legge, anche le prestazioni non urgenti per i pazienti fragili, come da nostra indicazione etica a favore della popolazione di questo sfortunato Paese”.

“Si dedichi perciò il Sottosegretario Gemmato a collaborare con il Ministro per mettere in atto qualche soluzione a problemi che finora nel suo ruolo ha sicuramente avuto il tempo di soppesare a sufficienza. Ma se i tre scioperi e la mobilitazione generale contro la politica sanitaria del Governo di cui il Prof. Schillaci è Ministro non sono bastati, siamo pronti a replicare le nostre proteste, aumentandole e inasprendole da gennaio in avanti, a maggior ragione sino a che non saranno ritirate tutte le disinformazioni basate su dati di sciopero messi a caso. E se le altre OO. SS. ci staranno, i nuovi scioperi l’AAROI-EMAC li organizzerà nuovamente, sempre garantendo per nostra etica anche i pazienti fragili, in modo frazionata per gruppi di sigle sindacali, la migliore modalità per dimostrare che tutti i medici della nostra area contrattuale possono protestare molto efficacemente contro la Politica di governo del SSN pur restando dalla parte dei cittadini. Il governo invece da che parte sta?”, conclude la nota



20 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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