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Cara Ministra Lorenzin, venda cara la pelle e sia ambiziosa

di Ivan Cavicchi

Questo ministro, come i suoi predecessori, non avrà vita facile. Sul suo portafoglio decide  l’economia e non ha praticamente poteri a causa del Titolo V. In sanità tutti i ministri da anni tirano a campare. Un ministro che non tirasse a campare sarebbe davvero una grande novità

02 MAG - Nella sua generosità il presidente del consiglio Letta  ha offerto ai cittadini  italiani  un pacchetto di sconti  finanziari che nel suo complesso ammonterebbe a 30 mld  di euro. Tutti si sono chiesti dove troverà i soldi. E’ possibile che per trovarli  ci vada di mezzo  la sanità. Nessuno ha fatto caso  che  Letta non ha menzionato quei 2 mld di euro di maggiori ticket a carico dei cittadini  forse perché il prelievo è previsto nel 2014, per cui ci sarebbe tempo. Stessa cosa per i tagli lineari messi in campo dal precedente governo  che evidentemente continueranno  ad agire come se avessero “il pilota automatico” per dirla con Draghi.
 
E’ paradossale  come la sanità non rappresenti agli occhi della politica una  emergenza sociale. Milioni di  cittadini sono  buttati fuori dalle tutele pubbliche spinti  tra le braccia o del privato o della carità, smettono le cure per mancanza di soldi, rimangono  senza servizi, ci rimettono la pelle. Il tutto in un quadro di deterioramento dell’assistenza,nel quale  Emergency ci offre persino  degli “aiuti umanitari”. Ma che altro serve  perché la sanità abbia la stessa attenzione politica  dell’Imu, degli esodati, e delle piccole e medie imprese?
E’ presumibile che  la sanità  chiederà  a sua volta al ministro Lorenzin  degli “sconti”, sul taglio degli ospedali, sui ticket, sui tagli lineari, sul blocco dei contratti, sui piani di rientro, in particolare le Regioni, ormai destinate tutte ad andare  in disavanzo.
 
Non è fantasioso presumere che gli sconti che ha promesso Letta al paese   entreranno fatalmente in conflitto con gli sconti che la sanità chiederà al ministro Lorenzin e dal momento che i primi sono giustificati  dalle alleanze di governo  e i secondi no, c’è da aspettarsi che la sanità soccomberà.
Come è possibile evitare  che ciò accada? Se io fossi il ministro riprenderei in mano il  refrain “emergenza quale cambiamento”, bucato da Monti e mi rivolgerei alla sanità responsabile per costruire un programma di cambiamenti articolato  per  criticità, tempi. Chiederei a Letta  una moratoria, garantendogli   delle riduzioni annuali di spesa  finanziate cambiando  l’attuale  sistema dei servizi e attingendo dalle sue diseconomie e dalle sue vistose anti economicità. Cioè offrendogli  politiche  di compossibilità. Forse Letta resterà sorpreso, non credo che conosca il significato  di “compossibilità”. Conosce senz’altro  quello di “compatibilità”.
 
Questa idea, come mille altre, è impedita da molte cose: non esiste a tutt’oggi  una strategia di cambiamento, all’idea di riforma il Pd-sanità  preferisce  quella della manutenzione dello status quo, non essendosi  ancora emancipato  dalla vecchia  riforma Bindi; il nodo dei poteri  istituzionali  tra ministero e regioni, non è ancora stato sciolto e gli interessi speculativi  in gioco  sono tanti e scalpitano per mettere le mani intanto su 30 mld di spesa privata. Di contro  tutte le grandi categorie, quelle mediche e quelle sanitarie, sarebbero  disponibili ad un eventuale  “programma salva sanità”. Il sindacalismo medico, quello confederale, le categorie più diverse, il sindacato dei pensionati, cittadinanza attiva …non si sono mai tirate indietro davanti alle necessità di un cambiamento.
 
Che farà il neo ministro della Salute? Non lo so. In un articolo che mi ha chiesto “zero violenza donne” le ho consigliato di indossare delle “mutande di bandone”, di guardarsi dagli economisti e di tenere le Regioni a distanza di sicurezza, di ignorare il sondaggio del Corriere della Sera che la incorona come il ministro più inadatto del governo Letta, e di  essere ardimentosa costruendo un proprio pensiero strategico di cambiamento.
Questo ministro come i suoi predecessori  non avrà vita facile, sul suo portafoglio decide  l’economia, non ha praticamente poteri a causa del Titolo V, rischia di essere sopraffatta dai problemi irrisolti dai suoi predecessori, e quindi di ricorrere a sua volta a proroghe, decreti  tampone  e di tirare a campare. In sanità tutti i ministri da anni tirano a campare. Un ministro che non tirasse a campare sarebbe davvero una grande novità.
In un certo senso mi fa quasi tenerezza, giovane, carina, esuberante  a digiuno di sanità…sembra un po’ come  la figlia del re offerta al drago della palude…ma senza S.Giorgio.
 
Cara Ministra se fossi in Lei venderei cara la pelle, cioè farei politica con la P maiuscola a tutto campo, mobiliterei  idee, iniziative, proposte…farei accordi per cambiare…affronterei questioni che gli altri non hanno mai affrontato. Il “posto Letta” che lei occupa nel governo è importante. Sia ambiziosa altrimenti non ce la farà. Ma non dimentichi mai le “mutande di bandone”  e soprattutto sappia che oltre ai fattuali che la perseguiteranno esistono i controfattuali, oltre alle prospettive infauste degli economisti  esistono le contro prospettive, oltre i mondi reali delle rotture di scatole esistono i mondi possibili...basta avere delle idee  e crederci. In bocca al drago. La seguirò con interesse da questo giornale.
 
Ivan Cavicchi  
 
 

02 maggio 2013
© Riproduzione riservata

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