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Speciale sanità digitale/1. Lorenzin: “Risorse non possono essere un alibi per non fare le cose. Dobbiamo risparmiare per reinvestire. A partire dal digitale”


Il ministro della Salute nel suo intervento al Forum della Sanità digitale ha evidenziato come occorre “ far parlare a lo stesso linguaggio a tutti i sistemi informatici delle Regioni. È una torre di babele dove si parlano lingue diverse. Sarà un vantaggio per cittadino e per le casse pubbliche”. E poi su responsabilità professionale: “Nostro obiettivo è testo unico” da elaborare insieme alla commissione Affari sociali. VIDEO

10 SET - “Le risorse sono quelle che abbiamo e con cui dobbiamo fare i conti. E non possono essere un alibi per non fare le cose. Molti interventi si possono fare semplicemente razionalizzando la spesa e avendo delle priorità d’investimenti. Credo quindi che la scusa del denaro non sia un alibi dietro cui coprirsi”. È quanto ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin durante il Forum della Sanità digitale oggi a Roma presso l’Università Luiss.

Il ministro nel suo intervento ha però specificato come ottimizzare la spesa “non significa che il sistema possa essere stressato ulteriormente. Come voi sapete sono contraria ai tagli lineari e non mi stancherò mai di dirlo perché i tagli lineari non si possono più fare in Italia perché si è già tagliato tutto quello che si poteva tagliare in modo orizzontale. Non c’è più niente. Oggi dobbiamo lavorare sulla capacità di risparmio e di reinvestire nel sistema. Gli ambiti di efficienza sono ancora molti, a partire dalla sanità digitale”.

Nello specifico il Ministro ha sottolineato come “abbiamo dato il via al Fse e al patto della sanità digitale che è nel Patto per la Salute e credo che questo sia lo step necessario per far parlare lo stesso linguaggio a tutti i sistemi informatici delle Regioni, delle Asl, delle Asp d’Italia e soprattutto è un mezzo non solo per garantire qualità e quantità e giuste prestazioni ai cittadini ma servono anche per combattere la corruzione”.

“Ricordo – ha detto Lorenzin - che per informatizzare i sistemi operativi delle regioni sono stati spesi in questi anni milioni e milioni di euro ma non è stato fatto in modo centralizzato e oggi spesso i singoli ospedali non si parlano all’interno della stessa regione. È una torre di babele dove si parlano lingue diverse”. Invertire la rotta “sarà un vantaggio per il cittadino e per le casse pubbliche. Questo è stato quantificato intorno ai 7 miliardi, oltre a quello che si può risparmiare contrastando la medicina difensiva”.

“Poi c’è il secondo step – ha ricordato - , che per me è il punto qualificante, incrociare i dati per fare analisi sia quantitative che qualitative, non solo quindi analisi della spesa ospedaliera, ma anche sulla qualità del servizio erogato. Per vedere se ci sono criticità, anche per esempio nei singoli reparti e prevenirle”.

Per quanto riguarda i problemi nel dar vita ad un sistema sanitario completamente informatizzato e dialogante il Ministro ha rilevato che ci sono “resistenze da una parte di tipo burocratico”. E dall’altra “abbiamo un sistema regionale dove ognuno vuole essere padrone in casa propria. Il tema della frammentazione non è un concetto astratto ma è una realtà. In questo senso sarà fondamentale la riforma del Titolo V perché è quella che ha maggiormente colpito le regioni negli ultimi 15 anni. Noi abbiamo la necessità, non di smantellare riforma del 2000, ma di correggerla. Qui non si tratta di essere centralista o federalista, dopo 15 anni dobbiamo vedere cosa non ha funzionato e adottare correttivi”.

Il Ministro ha parlato anche del Patto per la Salute che “è stato approvato a luglio 2014 e credo che i tempi siano maturi affinché venga applicato e implementato. È questa è la nostra mission per il prossimo anno”.

A margine dell’evento rispondendo ad una nostra domanda in tema di Responsabilità professionale il Ministro ha precisato: “noi abbiamo inviato il contenuto della relazione Alpa alla commissione Affari sociali che sta lavorando sul suo testo e il nostro obiettivo è di arrivare ad un testo unico”.

 

10 settembre 2015
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