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Ddl concorrenza. Federfarma servizi: “Bene monito commissione sanità su rischio oligopoli”


Così il presidente Antonello Mirone commenta il parere della XII commissione del Senato al disegno di legge all'attenzione della commissione Industria. "In un momento di forte crisi per il comparto del farmaco, promuovere le condizioni per la costruzione di pericolosi oligopoli economici da parte dei grandi Capitali frustrerebbe quella funzione socio-assistenziale da sempre svolta dal farmacista al servizio della collettività".

21 GEN - Federfarma Servizi plaude alla "sensibilità" mostrata dalla Commissione Sanità al Senato sul Ddl Concorrenza verso il rischio che l’articolo 48 legittimi la creazione di posizioni dominanti nella distribuzione farmaceutica, in antitesi a quello che dovrebbe essere il principio guida del disegno di
legge stesso. Il Presidente Antonello Mirone ritiene che "in un momento di forte crisi per il comparto del farmaco, promuovere le condizioni per la costruzione di pericolosi oligopoli economici da parte dei grandi Capitali pronti a entrare nelle farmacie italiane frustrerebbe quella funzione socio-assistenziale da sempre svolta dal farmacista al servizio della collettività".

L’Associazione Nazionale di rappresentanza delle aziende di distribuzione di proprietà dei titolari di farmacie condivide anche la preoccupazione della Commissione del Senato in merito alla necessità di prevedere termini e requisiti più rigorosi che garantiscano la direzione della farmacia da parte di un socio farmacista dotato di concreta e comprovata esperienza professionale. "Come si legge nel parere della Commissione - spiega Federfarma Servizi - occorre ricordare sempre le peculiari natura e funzione del farmaco, che con i suoi effetti terapeutici va tenuto distinto in modo sostanziale dalle altre merci. Ed è proprio per rimarcare la linea di separazione tra comuni prodotti commerciali e il bene-farmaco, che la tutela della salute pubblica dovrebbe rimanere l’obiettivo non sacrificabile anche all’interno di un disegno di legge incentrato su aspetti economici e su logiche di mercato. Lo sostiene anche la Commissione del Senato laddove sottolinea la necessità di evitare di trattare le farmacie alla stregua di una qualsiasi altra rete distributiva di merci".

Come ricorda il Presidente Mirone, "l’unico professionista che da sempre svolge con premura deontologica un ruolo sanitario all’interno dei presidi territoriali nazionali - quali devono essere considerate le farmacie - è e deve rimanere il farmacista".

Per quanto poi riguarda il tema dell’incompatibilità, infine, Federfarma Servizi condivide i timori della Commissione sulla partecipazione alle società titolari della gestione di farmacia da parte di categorie di soggetti che svolgono attività potenzialmente in conflitto di interessi con il bisogno di salute del paziente (vedasi l’attività di prescrizione di medicinali, di informazione scientifica farmaceutica, di produzione e intermediazione). Secondo il Presidente dell’Associazione, il distributore farmaceutico "non corre alcun rischio di questo tipo e il legislatore lo comprese già dieci anni fa quando in sede di elaborazione del D. Lgs. 219/2006 escluse l’incompatibilità tra l’attività di distributore all’ingrosso e quella di farmacista. La preoccupazione, piuttosto, dovrebbe essere quella di regolamentare in modo più preciso i requisiti necessari per il rilascio dell’autorizzazione alla distribuzione, così da evitare che accanto ai distributori realmente accreditati vi siano anche altri soggetti intenti a sottrarre farmaci al mercato nazionale per trarre maggiori guadagni dalla vendita all'estero".
 
Secondo Federfarma Servizi, quindi, l’introduzione di un’eventuale incompatibilità per il farmacista tra la gestione di una farmacia e l’attività di distribuzione intermedia "non risolverebbe alcun presunto conflitto di interessi, né consentirebbe - purtroppo - di risolvere l’annoso problema della carenza dei
farmaci, come alcune forze politiche vorrebbero far intendere".

Come evidenzia il Presidente Mirone, l’unico effetto che si produrrebbe è quello di sconvolgere l’intero sistema della distribuzione farmaceutica garantita da decenni su tutto il territorio italiano dalla professionalità e impegno delle cooperative e società di farmacisti, che nel corso del tempo hanno
creato dei veri stardard di riferimento per l’intero comparto. Federfarma Servizi, pertanto, "confida che si prosegua in un attento esame del tema della incompatibilità alla luce del delicato ruolo sociale che la distribuzione intermedia svolge da sempre all’interno del sistema sanitario nazionale, rendendosi come sempre disponibile a un dialogo costruttivo nel comune interesse perseguito: la tutela della salute pubblica".

21 gennaio 2016
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