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Welfare. Confocooperative lancia la proposta: “Spostare l’1% delle risorse dalla sanità al sociale”. Lorenzin: “No, servono invece due fondi distinti e Drg dell’assistenza”


Le cooperative lanciano la proposta per potenziare l’offerta socio sanitaria sul territorio attraverso una rete di servizi poliambulatoriali o a domicilio. Il Ministro: “La sanità è una cosa e l’assistenza è un’altra sarebbe troppo facile spostare le risorse. Sì a tavolo per rendere cooperative protagoniste nella costruzione di una nuova rete di servizi socio assistenziali”. VIDEO LORENZIN - VIDEO MILANESE

31 MAR - “Dare più servizi sociosanitari senza far lievitare la spesa pubblica si può. Come? Riorganizzando il sistema di welfare e di assistenza primaria: spostando l’1% delle risorse dalla sanità al sociale e offrendo sul territorio una rete di servizi poliambulatoriali o a domicilio che da un lato decongestionino gli ospedali e dall’altro siano all’altezza delle esigenze dei cittadini utenti a parità di costo per lo Stato”.  È la proposta che emerge da “Welfare in progress” il convegno organizzato da Confcooperative e dalle due federazioni di settore impegnate nel welfare sociosanitario, Federsolidarietà e FederazioneSanità oggi alla sala Aldo Moro della Camera dei Deputati. “È irrimandabile la necessità di organizzare una rete di assistenza primaria sul territorio dalla quale si possono ottenere tre vantaggi: rispondere meglio ai bisogni; contenere la spesa pubblica; decongestionare le strutture ospedaliere”. Ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. 

"Confcooperative vuole costruire un sistema di assistenza extra ospedaliera che parta "dal basso" – ha detto Giuseppe Milanese di Federazione Sanità Confcooperative - . Oggi portiamo la proposta di Confcooperative-  il welfare è qualcosa di essenziale in un paese in cui gli anziani e gli ultrasessantacinquenni sono un quinto della popolazione e diventeranno un terzo. Il bisogno non e' più ospedaliero ma extra ospedaliero, c'è bisogno di assistenza domiciliare, residenziale". "La nostra proposta- ha sottolineato - vuole costruire dal basso insieme a farmacisti, alla medicina generale e alle cooperative sociosanitarie un sistema di assistenza che possa portare risposte ai bisogni dei cittadini".
 
L’evento ha visto la presenza del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che però ha precisato in merito alla proposta: “La sanità è una cosa e l’assistenza è un’altra. Devono avere due fondi separati, vincolati e impostati con un modello uguale. Senza spostare nulla. Sarebbe troppo facile. Insomma dobbiamo costruire un Drg dell’assistenza”. Il Ministro ha poi ricordato che “sul Fondo sanitario abbiamo bisogno di almeno 2 mld subito anche perché nei prossimi anni saremo di fronte ad un aumento domanda del 5%”.
 
Lorenzin si è poi dimostrata favorevole ad un tavolo di confronto richiesto da Confcooperative. “Accolgo con favore la vostra proposta e assumo l’impegno di fare in modo che possa prendere corpo e forma nei prossimi mesi. Il ministero della Salute avvierà a breve un tavolo di lavoro con la cooperazione per riorganizzare welfare e assistenza primaria”.
 
Il Ministro ha poi ricordato come “abbiamo davanti la sfida della cronicità, serve un investimento sulla genitorialità. Questa sarà la mia sorpresa sulla famiglia al vostro congresso. Il tema demografico è il primo tema di sviluppo di una società che guarda alle prossime generazioni e deve essere al centro soprattutto per quanto riguarda il welfare. Non si può fare questo senza investire un investimento sociale e vitale per il nostro Paese”. 
Sulla possibilità di garantire una assistenza domiciliare ai malati il Ministro ha inoltre sottolineato di esser “pronta a fare la battaglia più grande”.  Per Lorenzin occorre "un sistema che permetta di creare una rete attorno alla persona per garantire che il paziente che esce dall'ospedale non sia per strada". Come? "Dobbiamo trovare insieme dei parametri e innanzitutto ci vuole un fondo sul sociale che sia vincolato al suo utilizzo".  
La "sfida da vincere" è quella della "cronicità". Per il ministro "non basta il sistema sanitario, non basta la ricerca. Ci vuole una continuità di cure anche fuori dall'ospedale che garantiscano una riabilitazione efficace e opportuna. L'ospedale continua ad assorbire tutto sul territorio, ma questo ha costi insostenibili e disservizi". Il livello domiciliare in Italia è  "ridicolo", ha ammesso. "Dobbiamo assolutamente trovare un modo affinché sociale e sanitario si parlino".

31 marzo 2016
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