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Ritardo pagamenti. Camera chiede rinvio recepimento direttiva Ue


Per la commissione Bilancio “darebbe luogo all’addebito di interessi moratori a carico dell'erario (...) privi della relativa copertura, con grave pregiudizio per gli equilibri di finanza pubblica". Assobiomedica: “Errore grave che mette a rischio le imprese”.

28 OTT - Stalciare dalla legge Comunitaria 2011 il recepimento della direttiva europea 2011/7/UE sul ritardo dei pagamenti alle aziende fornitrici. È quanto ha chiesto la commissione Bilancio della Camera, nel parere espresso ieri alla legge comunitaria. Tenuto conto che la scadenza per l’adeguamento degli ordinamenti nazionali è fissata al 16 marzo 2013, infatti, secondo la commissione è giusto rinviare. Perché “in assenza di un contestuale adeguamento delle vigenti procedure di pagamento in ambito pubblico, dal quale peraltro deriverebbero oneri finanziari, e stante la situazione di forte ritardo nelle erogazioni”, il recepimento della direttiva “darebbe luogo al conseguente addebito di interessi moratori a carico dell'erario, non quantificabili ex ante e privi della relativa copertura, con grave pregiudizio per gli equilibri di finanza pubblica";


La decisione non è piaciuta ad Assobiomedica, l’associazione delle imprese produttrici e fornitrici di dispositivi medici, che da anni denuncia la gravità dei ritardi dei pagamenti alle imprese. “Eliminare dal disegno di legge comunitaria 2011 il recepimento della nuova direttiva europea di contrasto ai ritardati pagamenti significa togliere ulteriormente ossigeno alle imprese. Le aziende del nostro settore sono al collasso e hanno bisogno di iniziative che rilancino il sistema industriale del Paese e sostengano lo sviluppo economico e non di atteggiamenti che non guardano alla crescita”. “Recepire subito la direttiva ­ ha dichiarato il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi ­ sarebbe stata una linfa per le imprese ad oggi soffocate dalla consolidata prassi delle Regioni che pagano con ritardi la cui media nazionale si aggira intorno ai 300 giorni con punte di 940 giorni in Calabria, 779 in Campania e 856 in Molise. Senza considerare la scarsa liquidità delle banche e il costo del credito che rischiano di mettere in ginocchio un settore che ha come cliente principale le Asl e le strutture ospedaliere, quindi la pubblica amministrazione”.
Assobiomedica ha quindi rivolto un invito al Governo “ad assumere un atteggiamento di responsabilità mantenendo nel disegno di legge comunitaria 2011 la direttiva sui ritardati pagamenti, che del resto esclude dal campo di applicazione i contratti pregressi, ma assicurerebbe per il futuro alle imprese pagamenti nei tempi stabiliti. Fare il contrario significherebbe mettere le imprese in ulteriore difficoltà in un momento tra i più critici attraversati dal nostro Paese”.
 

28 ottobre 2011
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