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Martini(Sumai): Serve proroga fino a che medici non saranno pronti


25 MAG - Serve un'ulteriore proroga per l'avvio definitivo e obbligatorio della certificazione online, fino a quando saranno 'tecnicamente' pronti a partire tutti i medici, non solo quelli di famiglia ma anche tutti gli altri camici bianchi convenzionati e dipendenti del servizio sanitario nazionale, che hanno lo stesso obbligo di trasmissione telematica. Lo chiede Mauro Martini, coordinatore dalla medicina generale del Sumai, dopo la riunione di oggi a Milano tra sindacati e rappresentanti della Regione Lombardia per la presentazione delle modalità per la certificazione di malattia online.
Un adempimento che 'poggerà' sul sistema già operativo in Lombardia, il Siss (Servizio informativo socio-sanitario). "Il problema - spiega Martini all'Adnkronos Salute - è che tutti i medici del Servizio sanitario nazionale sono obbligati alla certificazione telematica. Ma molti non lo sanno. E soprattutto moltissime aree della medicina, per esempio ambulatoriali e guardie mediche sono lontanissime, dal punto di vista 'tecnico' visto che mancano gli strumenti, dalla possibilità di certificare online la malattia". Ma visto che la legge prevede che il sistema diventi obbligatorio quando è operativo in tutta la Regione, "noi chiederemo che ci sia la possibilità della doppia via, fino a che non saranno pronte tutte le categorie".
La certificazione online, che prevede anche sanzioni pesantissime, è una responsabilità del medico prescrittore. "Non so quanti medici di medicina generale d'ora in poi si prenderanno la briga di riconfermare i giorni di malattia dati dal pronto soccorso o da altri medici che potrebbero e dovrebbero prescrivere direttamente. Fino a quando non ci sarà dunque l'effettiva possibilità di tutti gli operatori del servizio sanitario regionale di certificare online, serve mantenere la doppia 'via': cartacea e online". Oggi, in Lombardia, sono 'attivabili' - entro la scadenza di luglio - il 90% dei medici di famiglia. Mentre tutti gli altri camici bianchi sono molto più indietro. E ci sono anche altri problemi anche per i medici di base, "come la certificazione a casa del paziente o i sostituti - utilizzati soprattutto in estate - che non hanno tessera e accesso al Siss, e quindi non potranno certificare", conclude Martini.

25 maggio 2010
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