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Smi: “Non scaricare il problema sui medici di famiglia”


24 FEB - Per il presidente e il segretario del Sindacato dei medici italiani “non è pensabile e neppure attuabile che un medico di base possa diventare il terminale delle emergenze e che lavori ininterrottamente per 12 ore al giorno. Il ministro ricominci a parlare con i medici”.

“Un decennio di politiche sbagliate sull’organizzazione dei servizi sanitari, di tagli scriteriati, di mancate riforme. I medici da anni denunciano tutto ciò pubblicamente, non ne sono i responsabili, ma le vittime, insieme ai cittadini”. Così il presidente dello Smi, Giuseppe Del Barone, e il segretario, Salvo Calì, commentano gli episodi di criticità nei Pronti soccorsi al centro delle cronache. E aggiungono: “Riteniamo che sia un ulteriore errore insistere con soluzioni emergenziali come quella proposta dal ministro Balduzzi, che crede di risolvere il problema dei codici bianchi e verdi, scaricando il peso sui medici di famiglia con l’apertura degli studi 12 ore al giorno. Ma il ministro – afferma Del Barone - forse non ha ben chiaro come funziona l’assistenza primaria nel nostro Paese: non è pensabile e neppure attuabile che un medico di base possa diventare il terminale delle emergenze e che lavori ininterrottamente per 12 ore al giorno, visto che non sarà così semplice trovare un medico da affiancare al titolare nel suo ambulatorio. Prima dell’h12 è necessario riorganizzare le cure primarie, come chiediamo da anni, inascoltati. Il ministro ricominci a parlare con i medici».
 
“Non solo – continua Calì – bisogna razionalizzare e aumentare i posti letto, anche prevedendo la riconversione dei piccoli ospedali, finirla con la dittatura dei DRG e di una visione ragionieristica dell’offerta dei servizi sanitari. A forza di tagliare, di giocare al risparmio, di rinviare il momento delle riforme, eccoci con i Pronto Soccorso presi d’assalto dai cittadini, che finiscono con le barelle per terra, le corsie al collasso, i corridoi intasati, e i medici, falcidiati dal blocco del turn over e dai contratti precari, al limite di una crisi di nervi tutti i giorni. E in più spesso sanzionati, nonostante siano stati i primi a denunciare questa situazione drammatica. Le sanzioni – conclude Calì - si dovrebbero fare ai ritardi della Politica e al regionalismo esasperato di questo Paese”.
 
 

24 febbraio 2012
© Riproduzione riservata
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