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Trojano (Aogoi): “Non ci battiamo per privilegi ma per la messa in sicurezza del percorso nascita”


12 FEB - “Sono tre gli obiettivi fondamentali a cui puntiamo per qualificare la sanità italiana: la rivisitazione della colpa medica, l’obbligatorietà dell’assicurazione aziendale e la rivisitazione del rischio clinico. Tre questioni essenziali cui dare risposta e che hanno portato l’ostetricia italiana per la prima volta compatta a scioperare lo scorso anno con un’adesione che ha superato il 90%". E' quanto dichiarato da Vito Trojano, Presidente dell'Associazione ginecologi ostetrici ospedalieri italiani (Aogoi) sullo stato di agitazione dei ginecologi.
 
"Questioni cui dare risposte immediate, se vogliamo rendere competitiva la sanità italiana anche a livello europeo, soprattutto ora che l’adeguamento alla direttiva europea sulla medicina transfrontaliera apre nuove opportunità per i professionisti e per i pazienti - ha spiegato Trojano . Dobbiamo quindi adottare misure adeguate ad assicurare un’assistenza qualificata e garante anche dell’operatività del medico stesso. Per questo si dovrebbe parlare di colpa medica facendo riferimento solo quella relativa a un atto medico in cui il professionista è realmente coinvolto in prima persona. Colpa che deve tenersi ben distinta da quella legata a disfunzioni organizzative della struttura sanitaria: in caso di contenziosi medici si indaga sempre sulla colpa personale dell’operatore sanitario (o dell’equipe), anche quando è invece ravvisabile un disservizio o una carenza dell’organizzazione".
 
"Serve un nuovo percorso di individuazione e prevenzione del rischio - ha proseguito -. Un punto quest’ultimo che abbiamo fortemente voluto quando con il ministro Fazio abbiamo realizzato i dieci paletti per la messa in sicurezza dei punti nascita. Misure anche queste rimaste in molte realtà inapplicate. Inoltre se le regole non cambieranno, nell’arco di pochi anni le specializzazioni in ostetricia e ginecologia e in chirurgia perderanno completamente appeal tra le nuove generazioni di medici perché i rischi professionali saranno talmente alti che le coperture assicurative verranno a mancare".
 
"Non vogliamo tutto questo, così come non vorremmo arrivare ad un nuovo sciopero. Non ci battiamo per ottenere privilegi, non siamo una lobby che vuole mantenere posizioni acquisite - ha concluso il presidente Aogoi -. Siamo professionisti che vogliono poter operare in sicurezza e ci battiamo per i nostri pazienti. Perché solo se operiamo in sicurezza avremo un’assistenza qualitativamente alta e realmente incisiva nei confronti delle patologie”. 

12 febbraio 2014
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