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Ma Cgil, Cisl e Uil lasciano la riunione: “Non bastano i tavoli tecnici. Si riunisca Cabina di regia con i medici”


26 MAG - Così i Segretari Nazionali di FP Cgil, Cisl FP, Uil FPL che ieri mattina hanno rappresentato i motivi per cui non parteciperanno ai lavori del tavolo tecnico sulle professioni infermieristiche “se il ministero non darà un segnale concreto della volontà di mettere fine allo stallo di numerose importanti questioni, a partire dalla bozza di accordo per l’Implementazione delle competenze infermieristiche”.
 
I sindacati confederali hanno anche contestato la scelta ministeriale di dare vita a due tavoli, uno per i medici e uno per le professioni infermieristiche, “che rappresenta un arretramento rispetto a quella della cabina di regia, condivisa e sancita nella Conferenza Stato Regioni”.
 
“In questo modo si torna ad una logica di separazione tra le professioni, di compartimenti stagni, anacronistica rispetto a quanto accade ogni giorno nelle realtà sanitarie e che non giova a nessuno. Ciò di cui c’è bisogno è un approccio di sistema, basato sul principio della sinergia tra le professioni così come è stato sancito nell’atto istitutivo della cabina di regia che, però, dal 2014 non è mai stata riunita. Se non si sciolgono i nodi politici, – proseguono i sindacalisti - se non si fa chiarezza sull’assetto complessivo che si vuole dare al sistema aprire nuovi tavoli tecnici porterà solo a nuove incompiute, che alimentano le aspettative degli operatori destinate  poi ad essere regolarmente deluse”.
 
“In ogni caso – secondo Cgil, Cisl e Uil - non è possibile avviare un nuovo tavolo tecnico sulle professioni infermieristiche senza tenere conto, a monte, del lavoro già fatto in questo campo a partire dal 2011 che hanno chiesto nuovamente l’invio immediato della bozza di accordo sull’implementazione delle competenze infermieristiche alla Conferenza delle Regioni”.
“Dopo anni di confronto e di dibattito - proseguono i sindacati -  è arrivato il momento di fare un passo avanti rispetto ai tavoli tecnici, che poi possono anche proseguire su temi di dettaglio. E’ il momento di dare un segnale, di assumersi la responsabilità di fare delle scelte, quelle che servono al sistema”.
 
“Non è possibile restare in mezzo al guado per non scontentare nessuno. Sono troppe in Sanità le questioni in stallo da anni. Questioni – sottolineano ancora i sindacati confederali - su cui c’è stata condivisione tra Ministero della Salute, Regioni, Rappresentanze Sindacali e Professionali ma che sono ferme perché si è consentito ad una parte di esercitare il potere di veto”.
 
“A partire proprio dalla bozza di accordo sull’implementazione delle competenze infermieristiche, che è stata condivisa e sottoscritta non una ma due volte. Proprio a dimostrazione della disponibilità delle parti a cercare le sintesi necessarie a coinvolgere l’intero mondo delle professioni sanitarie. Ma certo non sono accettabili sintesi che svuotino di senso e contenuto il testo dell’accordo”, dicono ancora i sindacati.
 
“Se la logica che si cerca di far passare fosse quella di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, sarebbe grave. Perché oggi più che mai il tema non è quello di accontentare questa o quella componente professionale – dicono - ma quello di fare le scelte necessarie per continuare ad assicurare ai cittadini una sanità di qualità, universale, equa e realmente accessibile”.
 
“Nel confermare, quindi, la propria piena disponibilità ad un confronto che metta in primo piano i bisogni dei cittadini e del sistema e le competenze ed i modelli organizzativi necessari a darvi risposta”, Cgil Cisl Uil hanno però ribadito che non parteciperanno ai lavori “fino a che gli stessi non saranno inquadrati in un contesto complessivo e chiaro di obiettivi e di percorso”.

26 maggio 2016
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