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Nuovo ruolo per il medico e staffetta generazionale. La tavola rotonda


23 SET - Sesta tavola rotonda: Un nuovo ruolo per il medico?
 
Chiara Rivetti, segretaria regionale Anaao Assomed Piemonte, relatore
Un nuovo ruolo per il medico dal mio punto di vista significa che il sindacato si deve fare portavoce delle esperienze del sanitario che lavora in frontiera, che conosce il paziente, l’organizzazione del lavoro e che ha un’esperienza diretta di quale sono i problemi e quali quindi i miglioramenti organizzativi da fare. Di fatto, il sindacato ha anche un ruolo differente che porta le istanze dei medici e fa presente quali possono essere le soluzioni organizzative nuove per migliorare non solo il lavoro del medico, ma anche la qualità delle cure. In questo caso abbiamo diversi esempi di come può essere migliorata l’organizzazione sanitaria prendendo proprio spunto su quali sono i suggerimenti per il medico che lavora in prima linea.
Le nostre istanza vengono rappresentate ai vertici sanitari, aziendali e regionali. Le risposte che abbiamo poi dipendono dalle singole realtà. Nel mio caso, nel torinese, le nostre istanze non sono state molto accolte perché il pronto soccorso continua ad essere una realtà molto pesante. Probabilmente perché il cambiamento che si richiede è piuttosto radicale per cui ha bisogno di tempi più lunghi.
 
Giorgio Cavallero, vice segretario nazionale Anaao Assomed è intervenuto sul tema della “staffetta generazionale: una soluzione per pensionandi e i giovani medici?”
La staffetta generazionale – ha spiegato Cavallero – è indispensabile non solo per il medico, ma per tutti e le staffette si realizzano in parte favorendo l’uscita anticipata, a tal fine siamo in attesa della circolare Inps sul cumulo che consente l’uscita anticipata dei medici e non solo di loro. Ma siamo anche in attesa di dare applicazione all’Ape volontaria, in tal modo si realizza la staffetta generazionale mediante un uscita anticipata di chi attualmente è in servizio. Ma la staffetta generazionale si può realizzare anche in altro modo. Per esempio favorendo il part- time di chi è vicino alla pensione questo però richiede modifiche normative: penso alla possibilità di dare più giorni di ferie a chi è più anziano, rimpiazzando l’organico o ancora riducendo l’orario di lavoro dei sanitari più avanti con l’età. È evidente che questo deve favorire l’entrata in servizio dei più giovani. In Europa molte cose sono state fatte, pur avendo un età pensionabile più bassa, in Italia diventa sempre più urgente affrontare questo problema.
 

23 settembre 2017
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