Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

Covid. Il no ai ristori per le famiglie dei medici deceduti fa esplodere la rabbia dei sindacati. Anaao e Fimmg: “Uno schiaffo alla memoria dei colleghi”


Dopo la Fnomceo esplode la delusione e la rabbia anche dei due principali sindacati dei medici per la bocciatura dell’emendamento Cantù al Dl sulla proroga dello stato di emergenza che prevedeva appunto un sostegno alle famiglie dei medici caduti per il Covid.

12 FEB - La bocciatura dell’emendamento Cantù che prevedeva un ristoro alle famiglie dei medici caduti per il Covid al Senato dov’è in discussione la conversione in legge del Dl sulla proroga dello stato di emergenza manda su tutte le furie i medici. Così dopo la Fnomceo sono i due principali sindacati di categoria, l’Anaao per gli ospedalieri e la Fimmg per i medici di famiglia a manifestare tutta la loro rabbia e delusione.
 
“In una recente lettera pastorale, la Conferenza Episcopale Italiana ha espresso la gratitudine, la riconoscenza, il rispetto e la stima “ai Curanti che da sempre, e negli ultimi tempi in modo decisamente più intenso”, si prendono cura dei malati e dei sofferenti. Lo stesso Presidente Mattarella, nel suo discorso del giuramento, ha ricordato l’esempio dei medici e degli operatori sanitari nel garantire nei momenti più critici per il Paese i servizi essenziali per i malati. Nell’emergenza sanitaria siamo stati, come dice Draghi, “quelli che hanno fatto di più”. Afferma il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo.
 
“Ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti – prosegue -, la politica sembra dileguarsi. Un’eclatante dimostrazione è la recente bocciatura in Senato del subemendamento al decreto legge sulla proroga dello stato di emergenza presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù che prevedeva i ristori alle famiglie dei medici decedutiper Covid-19: un’occasione per dimostrare gratitudine alle famiglie dei medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Famiglie che, in molti casi, sono rimaste prive, insieme alla perdita umana, dell’unica fonte di sostentamento”.
 
“Ci chiediamo: chi deve ascoltare i medici? Chi risponde alla rabbia che sale da tutti gli ospedali e gli ambulatori d’Italia? A un grido di dolore che chiede, per donne e uomini, giovani e meno giovani, condizioni di lavoro sopportabili e meno burocrazia? Chi soddisfa richieste minimali di dignità professionale e salariale? Chi interviene per dare a questo mondo professionale un contratto di lavoro, scaduto prima ancora di essere discusso?”, afferma Palermo.
 
“I medici che si sono contagiati e hanno perso la vita soprattutto nelle prime fasi della pandemia, quando hanno combattuto a mani nude, con abnegazione e alto senso del dovere, contro il virus, in un contesto in cui mancavano mascherine, guanti, camici, i più elementari dispositivi di protezione individuale, lo hanno fatto per i loro pazienti, per il loro Paese. È giusto che ora il Paese riconosca il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie e provveda a restituire loro una dignità professionale ed economica”, conclude.
 
“Il no al subemendamento presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù è uno schiaffo alla memoria dei medici, molti dei quali della medicina generale, che hanno sacrificato le proprie vite pur di curare i propri assistiti in un momento drammatico”. Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG, stigmatizza con rabbia e amarezza quanto accaduto al Senato durante la Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante “proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19 (2488). Il subemendamento 2.1500/32, dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, è stato, durante la discussione in Aula, ritirato e riformulato come Ordine del Giorno. Una bocciatura che arriva per la seconda volta, visto che lo stesso emendamento era stato presentato già durante la discussione sulla Legge di Bilancio votata a fine anno.
 
“Fa male - prosegue Scotti - constatare che una misura così importante sia stata bocciata per un mero e direi “misero” calcolo economico. Anche se oggi il Covid fa meno paura, dovremmo ricordare che i medici caduti nel corso della prima ondata sono gli stessi che tutti osannavano come eroi. Un appellativo che nessun collega ha mai inseguito né voluto, ma che ora suona quasi come una beffa per i figli, le mogli e i mariti che non potranno più abbracciare i loro cari». In tutto sono 369 le lapidi che ricordano con onore il coraggio di quei medici che a mani nude e senza alcuna protezione non si sono mai sottratti al proprio giuramento. Medici che si sono ammalati e sono morti, la metà dei quali appartengono alla medicina generale”.
 
“A queste famiglie - ricorda il segretario generale FIMMG - la proposta avanzata dalla Senatrice Maria Cristina Cantù cercava di portare un minimo di conforto e di sostegno, un segno materiale dell’attenzione dello Stato, ovvero di tutti noi cittadini, a quel sacrificio che ha sequele ancora oggi, ovviamente, in tutte quelle famiglie. Non si dovrebbe dimenticare che parliamo di famiglie che oltre la perdita umana, sono rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento. E sono famiglie alle quali non spettano solo indennizzi materiali, ma anche attenzione per la perdita di chance che hanno subito mogli e figli. Riteniamo pertanto che chi di dovere debba allargare le sue vedute, rifare i conti e trovare le risorse necessarie per un indennizzo, anche solo per equiparare queste famiglie, nei diritti, a quelle di chiunque altro sia deceduto al servizio delle Stato, per terrorismo o per mafia. Perché la violenza di tutti questi eventi non può che avere eguaglianza nella risposta di uno Stato che si voglia definire civile”.

12 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lavoro e Professioni

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy