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Pronto soccorso. Fiaso chiede indennità più alte e reclutamento di medici non specialisti


Le proposte della Federazione per contrastare la crisi delle strutture dovuta alla carenza di personale: “Occorre una legislazione di emergenza, sul modello di quella che ci ha permesso di superare la pandemia, che consenta di assumere nei pronto soccorso sia gli specialisti di altre discipline sia i laureati in Medicina e Chirurgia e abilitati alla professione medica pur se privi di specializzazione”.

10 MAG -

Remunerazioni più alte per chi lavora nei pronto soccorso e possibilità per le aziende ospedaliere di reclutare nelle aree di emergenza-urgenza anche medici non specialisti. Sono le due proposte della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere per cercare di uscire, nell’immediato, dalla criticità determinata dalla carenza di specialisti impegnati nei pronto soccorso.

“Sempre più concorsi banditi dalle aziende sanitarie e ospedaliere non riescono ad essere attrattivi e vanno deserti, come è successo per il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, e sempre più professionisti lasciano il pubblico per lavorare nel privato. Di fronte a questa situazione di emergenza occorre una legislazione di emergenza, sul modello di quella che ci ha permesso di superare la pandemia, che consenta di assumere nei pronto soccorso sia gli specialisti di altre discipline sia i laureati in Medicina e Chirurgia e abilitati alla professione medica pur se privi di specializzazione – dichiara Giovanni Migliore, presidente della Fiaso -. A causa dell’imbuto formativo ci sono tantissimi giovani, che sono stati impiegati efficacemente durante il periodo dell’emergenza Covid, che non sono riusciti ad accedere alla specializzazione e che possono, tuttavia, essere di grande aiuto al sistema sanitario. Come aziende, inoltre, abbiamo bisogno di strumenti flessibili per il reclutamento del personale”.

Dal Ministero della Salute è arrivato uno stanziamento straordinario da 90 milioni di euro destinato all’indennità accessoria di chi lavora nei pronto soccorso.

“Le risorse aggiuntive stanziate dal Ministero per l’indennità accessoria di chi è in prima linea rappresentano un giusto riconoscimento dell’impegno svolto in corsia e un segnale importante ma non ancora sufficiente per fermare l’emorragia di professionisti. Occorre incrementare ulteriormente l’importo del trattamento accessorio in busta paga per gli operatori sanitari di area critica: si tratterebbe di un incentivo economico per rendere più attrattivo il lavoro nei pronto soccorso e in particolare in quelli situati in aree marginali o periferiche. In poche parole, bisogna pagare di più tutti i professionisti che operano nei pronto soccorso”, conclude il presidente di Fiaso.



10 maggio 2022
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