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Medicina generale. Esposito (Fismu): “Medici di famiglia usati e dimenticati: si cambi rotta” 


Nonostante i molti medici caduti con il Covid, denuncia la Fismu, Regioni e Governo umiliano la medicina di famiglia e i Mmg sono sottoposti a controlli dei Nas, inchieste scandalistiche senza avere risorse e riforme: “Se si smantella la medicina di famiglia e del territorio scompare il front office della sanità pubblica”

03 MAR -

Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu in queste settimane ha fatto ripetuti appelli a Governo e Regioni affinché sia dato un segnale forte di cambiamento di rotta per la sanità pubblica italiana e, in particolare, per la medicina del territorio e di famiglia.

“Si attende con urgenza un calendario che apra la stagione degli accordi nazionali della medicina generale – sottolinea Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu – un segnale forte per un cambio di rotta sul piano delle risorse e del confronto con la categoria. Lo chiede il Paese e serve con urgenza alla nostra sanità pubblica”.

“Invece - continua – ci confrontiamo tutti i giorni con la mancanza di personale, precarietà e contratti a tempo, medici a gettone o ‘importati’ dall’estero, ma soprattutto con un inarrestabile processo di privatizzazione del SSN a livello regionale, tanto nell’ospedalità come nel territorio. Sono pochi i gesti postivi e concreti da parte di Regioni e Governo e allo stesso tempo assistiamo a ricorrenti inchieste (o interviste) giornalistiche su alcuni media che mal descrivono l’attività dei medici del territorio e qualche mese fa a controlli dei NAS sulle presunte irregolarità dei nostri ambulatori”.

“È evidente - conclude Esposito - che sono già stati dimenticati i medici vittime della pandemia covid. Così in un combinato disposto di immobilismo e demolizione dell’immagine dei medici, si apre il campo a un sospetto sugli interessi malcelati di chi vuole privatizzare il Ssn. Sia chiaro: se si smantella la medicina di famiglia e del territorio scompare il front office della sanità pubblica nei confronti dei cittadini e sarà la fine del servizio pubblico ed universale”.



03 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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