Il Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) "apprende con favore quanto dichiarato dal Ministro della Salute in merito al piano di riforma della medicina generale e dell’assistenza primaria attualmente in corso di definizione. Il Piano, annunciato dal Ministro Schillaci, ruoterebbe attorno a due punti principali: istituzione della specializzazione universitaria in medicina generale ed inquadramento dei medici di famiglia in un rapporto di lavoro a dipendenza".
“Come giovani medici - afferma Annalisa Napoli, Presidente Nazionale del Sigm - sosteniamo da anni la necessità di riformare la formazione in medicina generale quale passaggio cruciale per favorire il cambio di paradigma dell’assistenza sanitaria territoriale - e del sistema Salute nel suo complesso - diventato improcrastinabile alla luce delle linee d’azione poste in campo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che impongono una ridefinizione del sistema sanitario - e dei principali attori in campo - in termini di competenze professionali, di ruoli e di risorse da investire.”
“Una parte cospicua degli investimenti del Pnrr è dedicata allo sviluppo della rete dei servizi territoriali, quali Case di Comunità ed Ospedali di Comunità - sottolinea Manuela Petino, Coordinatrice del Dipartimento di Medicina Generale del Sigm - che auspichiamo non rappresentino un modello meramente strutturale, ma che siano realmente in grado di dare risposta ai rinnovati e crescenti bisogni di salute della popolazione nel contesto di un servizio sanitario gravato dalla sempre maggiore prevalenza delle patologie croniche e delle multi-morbilità, dalla carenza di personale, dalla scarsa integrazione tra ospedale e territorio e dal conseguente sovraccarico dei Pronto Soccorso. La sfida che le Cure Primarie devono affrontare ormai da tempo è quella di fornire risposte adeguate a bisogni di salute sempre più complessi, che richiedono una presa in carico globale dei pazienti cronici e fragili attraverso il passaggio da un modello ospedalocentrico ad un modello assistenziale proattivo e globale che abbia quale fulcro le cure primarie e quale regista il medico di medicina generale.”
È una questione da anni al centro dell’attenzione della nostra Associazione alla luce di una evoluzione dei bisogni di salute, dei pazienti e delle comunità, rivelatasi incredibilmente rapida ed ulteriormente accelerata dall’emergenza pandemica con la quale sono emersi gli aspetti di maggiore fragilità del Ssn, a partire dalla medicina del territorio, progressivamente depauperata dagli scarsi investimenti, minata dalla sempre minore attrattività di un percorso formativo che registra, ogni anno, ritardi ed abbandoni, come sottolineato dal Ministro Schillaci, e bloccata da interessi di parte. Tali resistenze, che hanno rappresentato storicamente un fermo ostacolo alle proposte volte a riformare la medicina territoriale a partire dalla formazione, pare stiano lasciando il passo ad una apertura che accogliamo con favore invitando le altre sigle e rappresentanze del settore a collaborare in maniera costruttiva al fine di realizzare, finalmente, l’auspicata riforma delle cure primarie.”
Nell’ottica di un proficuo dialogo con il Ministro della Salute, il Sigm propone alcuni punti fondamentali:
- istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina Generale e delle Cure Primarie, equiparata, anche dal punto di vista economico, alle altre Specializzazioni, nella quale le competenze accademiche si integrino con la rete territoriale propria della disciplina;
- istituzione del Settore Scientifico Disciplinare (SSD) in Medicina Generale e Cure Primarie;
- creazione di percorsi di dottorato dedicati;
- attività di tutoraggio e di docenza svolti da medici di medicina generale adeguatamente formati all’insegnamento e alla ricerca scientifica;
- introduzione dell’insegnamento della medicina generale e delle cure primarie all’interno dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, spesso relegato a brevi moduli all’interno di altri settori disciplinari o addirittura assente.