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Dipendenza Medici di famiglia. Esposito (Fmt): “Governo esponga ai medici un progetto univoco e si indichino le risorse finanziarie” 


Ma per il segretario nazionale della Federazione Medici del Territorio anche i sindacati devono fare la loro parte presentandosi al tavolo del rinnovo contrattuale con una posizione unitaria che rafforzi la tutela dei medici e la difesa della sanità pubblica territoriale

26 GIU -

Si è tenuta questo fine settimana la segreteria nazionale di Fismu (costituente della nuova sigla sindacale FMT, Federazione Medici del Territorio) nel corso della quale si è fatta una disamina sull‘attuale situazione della medicina generale e analizzata la mancanza di una politica univoca su questo settore strategico della sanità pubblica da parte del governo e della maggioranza: “La proposta di legge Cantù, per esempio, - spiega Francesco Esposito segretario nazionale Fismu, ora FMT - è inconciliabile con quanto affermato dal ministro Schillaci sui medici di famiglia: devono essere liberi professionisti o dipendenti ? Si mettessero d'accordo!”.

“A prescindere dalla risposta dell’Esecutivo - aggiunge - non possiamo non registrare che esiste di fatto, già oggi, una profonda modifica dello status del medico di medicina generale che sta silenziosamente e inesorabilmente scivolando verso un ruolo sempre meno libero professionale e sempre più parasubordinato. Il doppio sistema di remunerazione, quota capitaria quota oraria, impone quindi una riflessione. In questo momento si ha il doppio svantaggio di essere liberi professionisti in teoria, ma parasubordinati di fatto senza, però, nessuna tutela”.

“Tornando al dibattito politico in corso - insiste il segretario FMT - non ci convince la poca chiarezza sulla parte economica nella cosiddetta ‘proposta Cantù’: si dovrebbero arruolare circa 60.000 medici di famiglia, ma è noto che da qui a qualche anno ne mancheranno circa 6.000/7000, non si capisce quindi dove si intendono reperire questi professionisti? All’estero e a gettone ? Non solo: si istituisce la figura dell'infermiere di comunità con l'assunzione di circa 20.000 infermieri. Anche in questo caso: ma dove si prenderanno?

Infine, sull’altro versante, la proposta del ministro. Sull’ipotizzato passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale: si presume che le regioni si faranno carico di tutti i fattori di produzioni: segretari infermieri, ambulatori, utenze, manutenzione e pulizie? Anche in questo caso non vengono minimamente indicate le risorse finanziarie da investire”.

“Al Governo, alle Regione e ai miei colleghi - conclude Esposito - lancio una proposta: è arrivato il momento di riflettere sull'idea di uniformare il rapporto convenzionale di tutta l'area convenzionata. Se si è parasubordinati almeno si riconoscano diritti e tutele: ferie, gravidanza, malattia, ecc. Si vada al ruolo unico, al contratto unico di tutti i medici del SSN.

L'appello è che si faccia una operazione di serietà si faccia chiarezza su quello che il Governo vuole fare, che si esponga ai medici un progetto univoco e si indichino le risorse finanziarie. Dall’altro lato: i sindacati si presentino al tavolo del rinnovo contrattuale con una posizione unitaria che rafforzi la tutela dei medici e la difesa della sanità pubblica territoriale. Si riuscirà in tutto questo ? È un dovere non solo un auspicio”.



26 giugno 2023
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