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Riforma cure primarie. Marini (Umbria): “Se ne deve parlare ma insieme al Patto per la salute”


Ribadita la posizione delle regioni in un convegno promosso dalla Fimmg a Gualdo Todino. Resta il nodo delle risorse e per questo se ne chiede la discussione all'interno del Patto ancora da definire. Milillo: “Comunque segnali positivi”. Balduzzi: “Mio decreto ha stimolato riforma”.

10 GIU - “Sì alla riforma del territorio indicata nell’articolo 1 del decreto Balduzzi, che vede al centro i medici di famiglia, “purché rientri nel contesto del Patto della Salute”. Il presidente della Regione Umbria, Katiuscia Marini, è stata chiara nell’esprimere la posizione delle Regioni chiamate a realizzare il progetto indicato nel primo articolo del provvedimento dello scorso settembre. Quello dove si disegna l’istituzione del ruolo unico nella medicina generale, della continuità assistenziale e dell’aggregazione obbligatoria degli studi dei medici affinché sia assicurata un’assistenza 24 ore su 24.
 
Lo stato di attuazione di questa riforma è stato dibattuto a Gualdo Tadino in un convegno organizzato dalla Fimmg, la federazione dei medici di famiglia, all’interno degli stabilimenti di Rocchetta, accanto alle linee di produzione dell’acqua minerale. Le due giornate di congresso sono servite a discutere sui temi che più stanno a cuore alla federazione “Il progetto giovani”. Assegnate tra l’altro 8 borse di studio sostenute dal gruppo Rocchetta-Uliveto per i migliori lavori di ricerca presentati dagli iscritti attraverso un bando di concorso Fimmg.
 
Le Regioni non hanno mai accolto positivamente la parte del decreto sulla medicina di base perché temono che il peso della riorganizzazione del territorio ricadrà su di loro, senza risorse aggiuntive. La Marini ha confermato il timore: “Il tema della sostenibilità è centrale per tutte le Regioni, non solo quelle sotto piano di rientro. Dunque anche la riforma della medicina territoriale va inserita nel Patto della Salute”, ha detto il presidente in una tavola rotonda alla quale ha partecipato l’ex ministro della Salute, Renato Balduzzi, accanto all’assessore alla sanità Toscana Luigi Marroni. Secondo Marini “bisogna disporre soprattutto nella fase di avvio risorse che solo nel medio lungo termine si potranno recuperare”.
 
Dunque quello delle Regioni resta un sì condizionato. Atteggiamento che Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg, nel suo intervento a Gualdo Tadino ha valutato con ottimismo: “Ho colto segnali positivi da parte della conferenza dei presidenti delle Regioni. E’ stato messo all’ordine del giorno della prossima riunione il rinnovo dell’accordo collettivo ed è stato incaricato un Comitato di settore di approfondire i contenuti dell’atto di indirizzo. In altre parole è stata dimostrata la disponibilità a ragionare a 360 gradi sulla nuova convenzione”.
 
Balduzzi, che nel suo testo aveva previsto una riforma a costo zero, ha ricordato le tappe che hanno portato alla riforma: “Grazie all’articolo 1 la medicina generale è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica. Ciò ha prodotto in molti territori regionali un effetto spinta anche in quelle storicamente meno predisposte a questo rinnovamento. I timori dei medici non sono infondati. In tempi di difficile quadratura del cerchio la riforma avrebbe potuto avere ricadute difficili per gli enti locali”.
 
Il decreto prevede che Regioni e categoria interessata avrebbero dovuto fare un accordo per l’attuazione dell’articolo 1 entro l11 maggio. In caso contrario il governo avrebbe dovuto sostituirsi alle due controparti. Il governo Letta ha invece preferito dare una proroga e riununciare al potere sostitutivo. In alcune Regioni la riforma sta procedendo in modo autonomo dall’accordo. Un esempio è la Toscana, dove esistono realtà avanzate di aggregazioni tra studi che garantiscono assistenza H16. L’assessore Marroni ha annunciato l’apertura delle Case della Salute, dove il cittadino potrà trovare tutte le prestazioni che non rientrano nella stretta emergenza.

10 giugno 2013
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