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Medicina legale. Zoja (Simla): “Urge riforma globale. Con il reato di omicidio stradale medici nel caos”


“È giunto il momento di una riforma globale della medicina legale italiana, soprattutto per la sua attività in ambito penalistico. Un tavolo pluriministeriale su questo problema è un’urgenza”. L’appello alle Istituzioni arriva da Riccardo Zoja, Presidente di Simla, la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni. Caos per i medici sull’obbligo di denuncia per lesioni da incidenti stradali. Zoja: “Serve chiarezza”.

23 NOV - Omissione di referto o di denuncia per lesioni gravi o gravissime in seguito ad incidenti stradali. È questa l’accusa da cui dovranno difendersi alcuni medici italiani. A darne notizia è la Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medichi Chirurghi e degli Odontoiatri, attraverso una comunicazione ufficiale indirizzata a tutti i presidenti dei singoli Ordini.
 
L’introduzione di nuove disposizioni legislative obbliga, infatti, “a redigere un referto o una denuncia da inoltrare alle autorità giudiziarie, pena l’avvio di un procedimento penale a suo carico, qualsiasi professionista sanitario che venga a contatto con un soggetto vittima di un incidente con lesioni la cui prognosi potrebbe superare i quaranta giorni o che abbia riportato lesioni che potrebbero potenzialmente dar luogo a postumi permanenti”.
 
“Si tratta di un tema molto importante per gli aspetti medico legali – ha spiegato Riccardo Zoja, Presidente di Simla, la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni - che può costituire una rilevante difficoltà organizzativa e procedurale. Ma è evidente che non deve essere il medico che si trova ad affrontare il difficile percorso diagnostico e terapeutico nei confronti di un paziente a trovarsi in queste difficoltà”.
 
Su questo tema Simla intende porre l’attenzione sulla centralità della figura del medico legale: “la legge prevede infatti una classificazione del reato fondata sulla durata della malattia, ma essa può essere giudicata in termini medico legali solo a posteriori - ha continuato Zoja - Pertanto l’unico vero strumento di giudizio sulla durata della malattia è la valutazione specialistica medico-legale a conclusione dell’itinerario clinico e non il giudizio prognostico”.
 
Una lesione di relativa importanza, ma che potenzialmente potrebbe dar luogo a disturbi fisici per di più di quaranta giorni, infatti, deve essere denunciata. “Il problema - come sottolineato da Simla - è particolarmente importante se si considera, a titolo di esempio che, secondo i dati Istat, solo nel 2016 in Italia sono stati registrati quasi 250mila soggetti vittime di lesioni per incidenti stradali. Nella maggior parte di questi casi la legge obbligherebbe all’apertura d’ufficio di un fascicolo penale con i conseguenti obblighi dei medici”.
 
Che cosa dice la legge
L’articolo 365 c.p. e l’articolo 331 c.p.p. puniscono chiunque, nell’esercizio della professione sanitaria, non abbia denunciato delitti perseguibili d’ufficio. Il medico, in ambito di libera professione, è obbligato infatti al referto all’autorità giudiziaria nei casi in cui abbia prestato assistenza a vittime di delitti perseguibili d’ufficio. In più quando il medico è incaricato di pubblico servizio o sia nella posizione di pubblico ufficiale (ad esempio in qualità di medico di famiglia, ospedaliero o di perito), l’obbligo della denuncia si estende al solo fatto di aver avuto notizia di delitto.
 
Tra i delitti perseguibili d’ufficio, quello con cui il medico viene più facilmente in contatto è rappresentato dalle lesioni personali gravi o gravissime per le quali il colpevole viene punito, oltre che per alcune particolari condizioni (ad esempio una lesione che abbia indotto un pericolo di vita, che abbia causato l’indebolimento o la perdita di un arto), anche per quelle che causino una malattia della durata superiore ai quaranta giorni. Tuttavia con la legge 23 marzo 2016 n. 41, che ha introdotto il reato di omicidio stradale, è stato istituito anche il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime (art. 590-bis), intese quindi anche come producenti una malattia della durata superiore ai quaranta giorni a causa di un incidente stradale e in particolari condizioni come la guida in stato di ebbrezza.
 
“Con la legge che ha introdotto i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali gravi o gravissime - ha commentato Lucio Di Mauro, Segretario Simla e Tesoriere dell’Omceo della provincia di Catania - il Parlamento, sull’onda emotiva di fatti di cronaca, ha generato una riforma che produce migliaia di procedimenti per fatti anche di relativa o addirittura minima entità con conseguente inevitabile sovraccarico degli uffici giudiziari”.
 
L'evoluzione della professione medico-legale
È in questo contesto che Simla intende porre maggiore attenzione al ruolo del medico legale, una figura professionale ancora oggi in parte sottovalutata. “Invece - ha aggiutno Zoja - lo specialista in medicina legale nel nostro sistema ha assunto un ruolo corrispondente ai grandi bisogni della collettività che la società contemporanea impone acquisendo competenze di grandissima rilevanza e di delicati risvolti ovunque abbia rilievo la realtà biologica dell’uomo nei suoi rapporti con il diritto”.
 
Solo negli ultimi tempi qualcosa è cambiato grazie anche all’impegno di tutte le componenti del mondo medico-legale italiano. “La recente legge 24/2017 (“Disposizioni in materia di sicurezza delle cure”) - ha aggiunto Di Mauro - ha riconosciuto infatti il ruolo peculiare e imprescindibile del professionista medico legale in ambito di responsabilità professionale dell’esercente la professione sanitaria”.
 
Proprio in questo rinnovato contesto il ruolo di Simla vuole essere centrale. “Simla – ha spiegato dice Di Mauro - costituisce il bacino privilegiato di discussione, analisi, scambio, formazione e colleganza tra tutte le componenti medico legali presenti nel Paese”.
 
“È inoltre volontà della Società - ha specificato Zoja - stabilire uniformi sistemi di verifica della qualità delle diverse attività proprie della disciplina grazie anche a linee guida operative”.
 
L’appello alle istituzioni
È giunto il momento di una riforma globale della medicina legale italiana soprattutto per la sua attività in ambito penalistico, per la quale anche le istituzioni politiche debbano acquisire la sensibilità. Un tavolo pluriministeriale su questo problema è, a mio avviso – ha sottolineato Riccardo Zoja - un’urgenza. Salute, Interni e Giustizia devono prendere atto che un’aderenza moderna alle esigenze collettive non può più trascurare di considerare questa importante ipotesi istituzionale in termini coordinati e collegiali”.
 
“L’esperienza francese in questo campo di assunzione da parte del ministero della giustizia e della salute di specialisti medico-legali che operano per conto del Pubblico ministero potrebbe essere un’indicazione molto importante, ma è certo - ha concluso Zoja - che solo percorrendo una strada di confronto delle istituzioni si può sperare in un sistema realmente funzionale e stabile, omogeneamente distribuito in tutto il territorio, in termini di prevenzione e non solo di azione improvvisata quando ve ne sia la necessità”.

23 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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