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Giornata mondiale sicurezza sul lavoro. Al via campagna congiunta per sicurezza e salute giovani lavoratori e fine lavoro minorile

di Domenico Della Porta

La campagna mira ad accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), compreso l'obiettivo 8.8, che mira a difendere i diritti dei lavoratori, promuovere la sicurezza sul posto di lavoro e garantire la protezione di tutti i lavoratori sul posto di lavoro entro il 2030 e l’obiettivo 8.7 che punta a porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025

26 APR - Quest'anno, la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro (SafeDay) e la Giornata mondiale contro il lavoro minorile (WDACL), che solitamente veniva celebrata il 12 giugno, si sono unite in una campagna congiunta, in programma per sabato 28 aprile per migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori e la fine lavoro minorile.
 
La campagna mira ad accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), compreso l'obiettivo 8.8, che mira a difendere i diritti dei lavoratori, promuovere la sicurezza sul posto di lavoro e garantire la protezione di tutti i lavoratori sul posto di lavoro entro il 2030 e l’obiettivo 8.7 che punta a porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025. Raggiungere questi obiettivi richiede un approccio olistico per eliminare il lavoro minorile e incoraggiare la Cultura della prevenzione per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (OHS) a beneficio della forza lavoro globale di domani.
 
I 541 milioni di giovani lavoratori (tra i 15 ei 24 anni), 37 milioni in lavori pericolosi, rappresentano oltre il 15% della popolazione attiva mondiale e soffrono di incidenti mortali il 40% in più rispetto ai lavoratori con più di 25 anni. Molti fattori possono aumentare la vulnerabilità dei giovani ai rischi di SSL, come il loro stadio di sviluppo fisico e psicologico, la mancanza di esperienza lavorativa e di formazione, la conoscenza limitata dei rischi legati al lavoro e la mancanza di competenze professionali e una inadeguata capacità di negoziazione che può portarli ad accettare incarichi o lavori in cattive condizioni di lavoro.
 
La campagna SafeDay 2018 sottolinea l'importanza fondamentale di affrontare queste sfide e migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori, non solo per promuovere un'occupazione giovanile dignitosa, ma anche per unire questi sforzi a quelli della lotta contro il lavoro minorile, il lavoro minorile pericoloso, così come tutte le altre forme di lavoro minorile. Per rendersi conto dei danni da lavoro minorile addirittura irreversibili, basta considerare quanto emerse da una ricognizione effettuata a marzo 2010, una delle pochissime disponibili, dall’ex ISPESL, da cui emerse:
1) In agricoltura avvelenamenti da sostanze chimiche, utilizzate senza precauzione e senza opportuna formazione;
 
2) Nel settore tessile è alla base di malattie respiratorie, malattie muscolo scheletriche, difetti della vista per eccessivo sforzo visivo;
 
3) Nell’edilizia sono evidenti danni da rumore e da vibrazioni, oltre a disabiliutà permanenti a causa di incidenti e lesioni derivanti da cadute in piano o dall’alto;
 
4) Nella raccolta di rifiuti si registrano ustioni ed esposizione ad infezioni da tetano a seguito di tagli;
 
5) Nel settore domestico i minori impegnati anche in attività non faticose, vanno incontro a stress, sfruttamento, violenze e abusi oltre a stanchezza per orari massacranti;
 
6) In strada (vendita di bevande, lavaggio di vetri di autovetture) non è da trascurare per i minori il rischio di malattie infettive, sempre sfruttamento, violenze e abusi, nonché esposizioni a sostanze nocive;
 
7) Nel settore del commercio e dell’artigianato, infine, i minori aumentano il rischio di farsi male in quanto non c’è attenzione nelle attività in cui vengono adibiti come camerieri, commessi, aiutanti in imprese familiari.
 
L’ occasione della Campagna SafeDay 2018 serve anche a richiamare agli obblighi legislativi in materia di sicurezza e salute sul lavoro i datori di lavoro di fronte a tali categorie di lavoratori. Secondo le definizioni convenzionali in vigore. per giovane si deve intendere: “ogni persona di età inferiore a 18 anni”, per adolescente: “ogni giovane di almeno 15 anni che non ha ancora compiuto 18 anni e che non ha più obblighi scolastici a tempo pieno imposti dalla legislazione nazionale”, diversamente, si deve intendere bambino: “ogni giovane che non ha ancora compiuto 15 anni o che ha ancora obblighi scolastici a tempo pieno imposti dalla legislazione nazionale”.
 
Nel nostro Paese con la legge n. 296 del 2006, si è stabilito che dal 1° gennaio 2007 l’obbligo scolastico debba essere esteso per almeno 10 anni, per cui l’età minima per accedere al lavoro passa da 15 a 16 anni. Tuttavia, ad opera del d.lgs. n. 167/2011 il legislatore ha stabilito che possono essere assunti con il contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, in tutti i settori di attività e anche per l’assolvimento dell'obbligo scolastico, i soggetti della fascia d’età compresa tra i 15 e i 25 anni.
 
In virtù di tale precetto può, dunque, concludersi che, ad esclusione della fattispecie del contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, stipulabile dall’adolescente quindicenne, tutte le altre tipologie contrattuali di lavoro potranno essere concluse da giovani di 16 anni, fermo restando l’assolvimento dell’obbligo scolastico (ovviamente ad esclusione dei contratti di apprendistato professionalizzante o di alta formazione e ricerca, per i quali l’età minima di stipulazione è fissata in anni 18, anticipabile a 17 per coloro i quali siano già in possesso della qualifica professionale di cui al d.lgs. n. 226/2005).
 
Ecco perché alla luce dell’art.28 del d.lgs 81/2008 viene imposto al datore di lavoro una specifica valutazione dei rischi lavorativi più attenta ed approfondita, con particolare riguardo alle seguenti circostanze:
- sviluppo non ancora completo, mancanza di esperienza e di consapevolezza nei riguardi dei rischi lavorativi esistenti o possibili in base all’età;
- mancanza di conoscenza delle attrezzature e della sistemazione del luogo e del posto di lavoro;
- inesperienza circa gli effetti dell’esposizione agli agenti chimici, biologici e fisici;
- ignoranza nella corretta movimentazione manuale dei carichi;
- pianificazione dei processi di lavoro e dello svolgimento del lavoro e della loro interazione sull'organizzazione generale del lavoro;
- mancanza di adeguata informazione, formazione ed addestramento dei minori in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
 
Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali
Università degli Studi di Salerno 


26 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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