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Infortuni sul lavoro. In Italia quasi 80 al giorno nel comparto sanità e assistenza sociale

di Domenico Della Porta

Il dato fornito dall’Inail rispecchia un quadro già delineato dalla Fnomceo di una categoria, quella egli operatori sanitari e sociali, fisicamente esposta. Oltre alle aggressioni, i rischi per la salute più comuni legate al comparto sanità e assistenza sociale riguarda l’utilizzo di agenti biologici, i disturbi muscoloscheletrici, i rischi psicosociali (comprese le aggressioni in sanità) e rischi chimici

03 FEB - Poco meno di ottanta infortuni al giorno, compresi quelli che accadono a seguito di aggressioni, sono stati registrati in Italia dall’INAIL nel Comparto Sanità e assistenza Sociale nel corso del 2018. Il 31 gennaio scorso, infatti, l’Istituto assicuratore ha indicato in 28.281 gli eventi che hanno interessato questo delicato settore lavorativo a conferma di quanto dichiarato dal Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli nel corso del Convegno Nazionale di Venezia della Federazione di qualche giorno fa sul rischio aggressioni e violenze negli operatori sanitari, durante il quale è stato evidenziato che da una recentissima rilevazione eseguita dall’Osservatorio Nazionale sulle violenze in Sanità, è stato appurato la presenza di criticità legate alla salute e sicurezza sul lavoro in una struttura sanitaria su tre.

Occorre al più presto, ha aggiunto Anelli, avviare una concreta riflessione su questi preoccupanti dati, in considerazione anche di un altro importante elemento, emerso sempre a Venezia, legato ai cosiddetti “fattori contribuenti” delle violenze in sanità, indicati nell’ultimo rapporto del 2015 del Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità (SIMES) del Ministero della Salute, in cui si sottolineano al primo posto proprio le “criticità strutturali” negli edifici sanitari.

Nell’Unione europea (UE) il 10 % circa dei lavoratori è impiegato nel settore della sanità e della previdenza; di questi, molti prestano servizio in ospedale. Questa categoria di prestatori d’opera può essere esposta a una gamma di rischi estremamente ampia. Sebbene la legislazione dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro regolamenti la maggior parte di tali rischi, la combinazione di situazioni critiche così disparate, che possono verificarsi contemporaneamente nel mondo della sanità, e il fatto che questo settore di impiego è chiaramente un comparto ad alto rischio hanno dato il via a un dibattito sulla necessità di adottare un approccio specifico, che contribuisca a migliorare la protezione della salute e della sicurezza del personale ospedaliero a livello europeo, tanto che tutte le riflessioni e tutti i provvedimenti concepiti per migliorare la salute e la sicurezza del personale ospedaliero possono essere estesi ai lavoratori del settore sanitario in generale.

Una dettagliata ed esaustiva guida alla prevenzione e alle buone prassi nel settore sanitario e in ambiente ospedaliero, realizzata dalla Commissione Europea nel 2010, considera i più significativi rischi del settore, tra cui: — agenti biologici, — disturbi muscoloscheletrici, — rischi psicosociali, comprese le aggressioni in sanità — rischi chimici. Altri potenziali rischi sono stati esclusi dalla pubblicazione perché rientrano già nel campo di applicazione di altre norme vigenti dell’Unione europea.

Per ciascuna delle categorie di rischio sono presentati i vari tipi di situazioni cui sono esposti i lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni. Per aiutare a comprendere appieno l’importanza di tali rischi è fornita una descrizione dei loro effetti sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Viene anche data una spiegazione su come i regolamenti e le direttive dell’UE relative al settore sanitario e all’ambiente ospedaliero si applicano alle categorie di rischio specifiche per questo settore. Per ciascuna categoria di rischio sono messi in evidenza aspetti specifici della valutazione dei rischi e delle misure di prevenzione. In questo modo con l’aiuto di strumenti e raccomandazioni, si è in grado di individuare i rischi presenti nella struttura sanitaria in cui prestano servizio.

Grazie alle moderne conoscenze tecniche e amministrative oltre che agli esempi di buone prassi tratti da varie strutture sanitarie situate in Europa, si è cercato di dimostrare come è possibile ottenere una buona e sana qualità del lavoro.

Il datore di lavoro è obbligato a:

• garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti connessi con il lavoro;

• disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, inclusi i rischi riguardanti i gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari;

• prendere le misure appropriate affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano, conformemente alle legislazioni e/o prassi nazionali, tutte le informazioni necessarie;

• consultare i lavoratori e/o i loro rappresentanti e permettere la loro partecipazione in tutte le questioni che riguardano la sicurezza e la protezione della salute durante il lavoro;

• determinare le misure protettive da prendere e, se necessario, l’attrezzatura di protezione da utilizzare;

• prendere le misure necessarie per la protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori;

• attuare le misure necessarie in base ai principi generali in materia di prevenzione;

• garantire che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza e salute, sotto forma di informazioni e di istruzioni specifiche in riferimento al luogo di lavoro o alla funzione (in occasione della sua assunzione, di un trasferimento, dell’introduzione di un’attrezzatura di lavoro o di una nuova tecnologia);

• prendere le misure appropriate affinché i datori di lavoro dei lavoratori delle aziende esterne che intervengano nel suo stabilimento ricevano, conformemente alle legislazioni, adeguate informazioni in merito ai rischi per la salute e la sicurezza nel corso delle attività svolte nella propria struttura.
 
In una specifica sezione, infine sono stati definiti ruoli e responsabilità del lavoratore, sottolineando che la partecipazione non è soltanto un loro diritto, ma è fondamentale per permettere una gestione efficace ed efficiente della salute e della sicurezza sul lavoro da parte del datore di lavoro. I lavoratori, infatti, conoscono i problemi che la loro attività lavorativa o funzione comporta, ma sono anche al corrente delle risorse disponibili per far fronte a tali problemi. Inoltre, la loro partecipazione accresce enormemente l’adesione dei lavoratori stessi alle misure di prevenzione adottate e ne prolunga l’efficacia nel lungo termine.

Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali Università degli Studi di Salerno


03 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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