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Covid. In un docufilm la lezione da imparare. Consulcesi: “Cinema, scienza e tecnologia nuovo modello interlazionale per la formazione”


Girato poco prima del lockdown, su iniziativa di Consulcesi, e patrocinato dal ministero della Salute, questa pellicola ha un triplice obiettivo: oltre a “celebrare” i medici eroi e tutti i professionisti sanitari, offre loro un innovativo strumento formativo e dà al grande pubblico una rielaborazione accurata di quanto accaduto, smontando fake news e teorie antiscientifiche. Il presidente Massimo Tortorella: "Metodo scientifico e diffusione della conoscenza sono le più importanti armi di difesa che abbiamo".

12 GIU - “Chissà se riusciremo ad imparare qualcosa da tutto questo”. Si chiude con questo interrogativo, mentre un uomo attaccato ad un respiratore muore, il trailer del docufilm “Covid-19 – il Virus della Paura”. Girato poco prima del lockdown, su iniziativa di Consulcesi, e patrocinato dal ministero della Salute, questa pellicola ha un triplice obiettivo: oltre a “celebrare” i medici eroi e tutti i professionisti sanitari, offre loro un innovativo strumento formativo e dà al grande pubblico una rielaborazione accurata di quanto accaduto, smontando fake news e teorie antiscientifiche. Per non dimenticare e per imparare dagli errori.
 
 
Il docufilm (firmato dal regista Christian Marazziti e dall’autrice e produttore esecutivo Manuela Jael Procaccia) è disponibile dal 22 giugno sul sito www.covid-19virusdellapaura.com per tutti i professionisti sanitari. Una versione leggermente adattata al grande pubblico sarà inoltre destinata ai principali festival cinematografici e alle maggiori piattaforme di distribuzione on demand.
 
La pellicola ripercorre in 80 minuti i momenti principali della pandemia con le sue peculiarità e i risvolti psicosociali: il discorso del Presidente Conte del 4 marzo, la chiusura delle frontiere, il blocco delle attività produttive, scolastiche e ricreative. Il film racconta i sentimenti degli italiani: la paura dell’ignoto che sfocia in comportamenti di discriminazione verso un nemico immaginario. La stessa paura che alimenta ipocondria e psicosi, responsabile del proliferare di bufale e fake news. A questa, si contrappone il polo positivo della conoscenza e del metodo scientifico.
 
Il docufilm ed il relativo corso Fad, così come il libro da cui trae ispirazione, sono firmati da un virologo, Massimo Andreoni, direttore Rep. Malattie Infettive Tor Vergata e da Giorgio Nardone, psicoterapeuta, Centro Terapia Strategica, che analizzano la pandemia cogliendo i due principali aspetti: come affrontare il virus e come gestire le conseguenze sulla psiche umana. Ad arricchire i contenuti numerose prestigiose collaborazioni come quelle di Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico Lazzaro Spallanzani e di Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

"Dalla pandemia abbiamo imparato che il metodo scientifico e la diffusione della conoscenza sono le più importanti armi di difesa che abbiamo contro un’emergenza sanitaria - spiega Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi. Da qui è nata l’idea di creare un percorso formativo ad hoc per professionisti sanitari sul Covid-19: una collana di corsi Ecm, un libro-ebook e un docufilm in grado di offrire un’esperienza appassionante e coinvolgente. Il nostro obiettivo è quello di esportare il modello italiano che abbiamo creato a livello internazionale con cinema, scienza e tecnologia per formare e aggiornare gli operatori sanitari". 
Il ministro della Salute Roberto Speranza plaude all’iniziativa di Consulcesi: "La pandemia ha cambiato tutti i paradigmi, ma con un obiettivo: ridare centralità alla sanità. In tal senso, la formazione e l’aggiornamento continuo sono le solide basi da cui partire per costruire un nuovo Ssn".

La pandemia ci ha insegnato tante cose. "Ci ha ricordato che le infezioni non hanno frontiere", il commento del professor Ippolito. "Ci ha insegnato che il mondo è interconnesso e che abbiamo bisogno di tutti - governi, individui e comunità - per vincere quella che è la sfida del secolo", conferma Guerra. Secondo il virologo Andreoni: "Dalla pandemia abbiamo imparato che i nostri ospedali non sono pronti e che abbiamo una scarsa educazione alla sanità pubblica".
 
Per Nardone l'emergenza Covid-19 è stata anche un'opportunità per esplorare nuove forme di comunicazione medico-paziente. "La necessità di dover rispondere ai bisogni dei pazienti, unita all'impossibilità di incontrarli fisicamente, ci ha 'costretto' a imparare a usare nuovi strumenti e nuove forme comunicative che si sono rivelate efficaci quanto le tradizionali", conclude.

12 giugno 2020
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