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Covid. “Gli ospedali sono già ‘sold out’. Posti letto di area medica esauriti nella maggior parte degli ospedali”. L’analisi della Fadoi


Da un'analisi dei dati riferiti al 10 novembre (28.633 ricoverati), il 68% dei letti dei reparti di area medica ( su un totale di 39910 di cui 29923 nella sola Medicina Interna) risultano infatti occupati da pazienti Covid. Molto più di quel 40% indicato dall’Istituto superiore di sanità come soglia di sicurezza. Ma a preoccupare è anche il trend. In soli due giorni i posti letto dei reparti di Medicina interna potenzialmente disponibili per i pazienti no-Covid sono passati dal già esiguo numero di 12.875 a 8.869. LO STUDIO

11 NOV - “Gli ospedali stanno andando verso il collasso”, si sente ripetere spesso in questi giorni. L’analisi dei dati del Ministero della Salute, condotta da Fadoi, la Società Scientifica degli Internisti ospedalieri, che si stanno facendo carico del 70% dei pazienti Covid, dimostra ora che i reparti di Medicina Interna sono già ‘sold out’.
 
Perché se i circa due terzi dei posti letto in dotazione sono già occupati da pazienti Covid, i restanti posti sono a loro volta presi dalle altre tipologie di malati, per i quali l’offerta di letti è in questo momento ampiamente insufficiente rispetto alla domanda di assistenza.

Da un'analisi dei dati riferiti al 10 novembre (28.633 ricoverati), il 68% dei letti dei reparti di area medica ( su un totale di 39910 di cui 29923 nella sola Medicina Interna) risultano infatti occupati da pazienti Covid. Molto più di quel 40% indicato dall’Istituto superiore di sanità come soglia di sicurezza, visto che le altre malattie con la pandemia non vanno in vacanza, il bisogno di ricoveri degli altri pazienti resta immutato e il grado di saturazione dei posti letto va ben oltre quanto viene comunicato. E infatti in tanti ospedali è stato necessario aprire reparti supplementari di area medica per accogliere i pazienti.
 
La semplice analisi dei numeri non rende l’idea perché potrebbe emergere che vi siano ancora letti disponibili, mentre invece la soglia del tutto esaurito è già stata superata nella maggior parte degli ospedali.
 
Il dato diventa più drammatico quando si punta la lente di ingrandimento sulle singole regioni, con Piemonte (164,4% di posti letto occupati da pazienti Covid), Valle d’Aosta (191,7%) e Liguria (105,3%) che hanno già non solo esaurito tutti i posti di area medica ma che, proprio per avere tassi di occupazione superiori al 100%, oramai da tempo utilizzano letti di reparti di altre discipline, come per esempio chirurgia, ortopedia, cardiologia.

Vicine al 100% di letti riservati a pazienti positivi al virus sono poi Lombardia (95,8%), la provincia autonoma di Bolzano (94%), seguite da Campania (77,7%) e Lazio (76,3%). In totale son 14 le Regioni (i 2/3) che superano la soglia di sicurezza del 40%.

Ma a preoccupare è anche il trend. In soli due giorni i posti letto dei reparti di Medicina interna teoricamente e potenzialmente disponibili per i pazienti no-Covid sono passati dal già esiguo numero di 12.875 a 8.869, ossia in 48 ore sono già stati erosi 4.006 letti, lasciando una riserva di posti destinata ad esaurirsi nel giro di una manciata di giorni. Questo parlando di numeri nazionali, perché a livello regionale Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria sono già ‘sold out’ anche per i pazienti Covid. . E come detto gli 8.869 letti “residui” non sono in realtà posti disponibili perché già tutti occupati da pazientI non Covid, e infatti l’area medica si sta allargando a dismisura, attingendo ai letti di altri reparti per affrontare la richiesta abnorme di ricoveri.

“Gli ospedali sono vicini al collasso a causa della concomitante carenza di personale sanitario e di posti letto. Il personale è lo stesso quasi dappertutto ma i ricoveri e il bisogno assistenziale dei pazienti sono notevolmente aumentati”, commenta Dario Manfellotto, Presidente Fadoi. “In Medicina interna ai pazienti vengono garantite tutte le cure, compresa l’ossigenoterapia e la ventilazione non invasiva, cercando di evitare di arrivare alla intubazione o alla morte. Inoltre gli internisti continuano assistere i pazienti, che sono affetti da altre patologie importanti, come insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco, sepsi, polmonite acuta, ma per questi le possibilità di accesso agli ospedali si stanno riducendo. Ed è chiaro – prosegue - che una probabile se non certa conseguenza sarà la crescente difficoltà a garantire gli standard qualitativi di cura per i malati cronici riacutizzati non Covid”.
 
E i numeri dell’indagine Fadoi dicono che dei quasi 30mila letti dei reparti di medicina interna il 70% risultano essere occupati da pazienti Covid. Una percentuale in rapida crescita.
 
Ma i numeri della stessa indagine mostrano che per tornare ad avere sotto controllo la situazione negli ospedali sarebbe necessario raffreddare la crescita della curva dei contagi. Questo perché nonostante il numero così alto di letti occupati da pazienti Covid il tasso di ricovero dei positivi comprendendo sia quelli assistiti in area medica che in terapia intensiva, resta basso a livello nazionale: circa il 5,8% dei contagiati. Anche se poi in Trentino e Liguria si va a doppia cifra, rispettivamente con l’11,3 e il 10,6% di positivi che necessitano di un posto letto. Ma l’enorme numero globale di contagiati, con centinaia di migliaia di pazienti Covid, mette alla prova il SSN anche con questa bassa percentuale di ricoveri.  

11 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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