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Vaccino Covid. Beux (Tsrm-Pstrp): “Siano considerati anche gli operatori sanitari liberi professionisti o che lavorano nel privato non accreditato”


Così il presidente della Federazione in una lettera al ministro della Salute dove chiede che anche questi operatori rientrino quanto prima tra le categorie prioritarie da vaccinare: “Anche loro appartengano alla macrofamiglia delle professioni sanitarie, senza alcuna ulteriore distinzione rispetto alle colleghe e ai colleghi che operano nel pubblico e nel privato accreditato”.

18 DIC - No all’esclusione tra le categorie prioritarie nell’avvio della campagna di vaccinazione anti Covid degli operatori sanitari e socio sanitari liberi professionisti o impiegati nella sanità privata non accreditata, il cosiddetto “privato-privato”. A chiederlo in una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini Tsrm-Pstrp Alessandro Beux.
 
“Nel Piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 – scrive Beux - vengono giustamente inseriti tra le categoria da sottoporre prioritariamente a vaccinazione anche gli operatori sanitari e sociosanitari, facendo riferimento a quelli “in prima linea, sia pubblici che privati accreditati", poiché "hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali”.
 
“Tale previsione – prosegue - esclude, di fatto, quegli operatori sanitari e sociosanitari che operano alle dipendenze del privato puro o come liberi professionisti, nonostante appartengano alla macrofamiglia delle professioni sanitarie, senza alcuna ulteriore distinzione rispetto alle colleghe e ai colleghi che operano nel pubblico e nel privato accreditato, a volte particolarmente esposti al rischio di contagio e con scarsi e/o non adeguati DPI: relativamente alle sole professioni da noi rappresentate, a titolo esemplificativo e non esaustivo, si pensi agli Igienisti dentali, prevalentemente impegnati negli studi odontoiatrici o ad alcune professioni della riabilitazione che, in cooperative sociali o in libera professione, sono impegnate sul territorio e a domicilio coi disabili e le dipendenze”.
 
“Ciò premesso, tenuto conto dei contesti in cui operano, degli interventi che compiono, delle prestazioni che erogano e, più di tutto, dei destinatari della loro opera, Le chiediamo di attivarsi al fine di prevedere nel minor tempo possibile che tutti gli operatori sanitari e sociosanitari rientrino tra i soggetti da sottoporre prioritariamente a vaccinazione, a prescindere dalla natura del datore di lavoro o dallo stato libero professionale”, conclude Beux.

18 dicembre 2020
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