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Specializzazioni. Sigm e Federspecializzandi: “No a reintroduzione suddivisione in macroaree nel concorso”


"Limitare la scelta per sedi e macroaree disciplinari, anzi, comporterebbe inevitabilmente tale perdita, come già visto peraltro in passato. Vincolare la scelta ad una sola delle tre macroaree, chirurgica, clinica, o dei servizi, inoltre, è espressione di una estrema semplificazione della procedura concorsuale per l’accesso alle scuole di specializzazione". Così in una nota congiunta la presidente Sigm Federica Orlando, e la presidente di Federspecializzandi Federica Viola in merito ad alcune proposte presentate in Senato.

21 MAG - Sul concorso di accesso alle specializzazioni di area medica non si deve tornare indietro. Netto il monito di Sigm e Federspecializzandi contro alcune proposte di modifica presentate in Senato. 
 
"Apprendiamo dal testo dell’ordine del giorno G10.101, a prima firma Doria, e dalla proposta di modifica n. 4.0.2 al DDL n. 2169, a firma Binetti, della diffusa volontà politica di ripristinare, 'pur nella permanenza di un meccanismo di selezione centralizzato con test su base nazionale' la possibilità di scegliere, al momento della domanda di iscrizione al concorso, una delle tre aree disciplinari (clinica, chirurgica, dei servizi) e la sede di frequenza del corso di specializzazione, in un limite massimo di tre sedi, come si evince dall’emendamento", si legge in una nota congiunta firmata dalla presidente Sigm Federica Orlando, e dalla presidente di Federspecializzandi Federica Viola.

"Entrambi i provvedimenti rappresentano per l’accesso alle scuole di specializzazione un passo indietro fortemente penalizzante per i candidati e poco funzionale nell’ottica di garantire scelte consapevoli e di evitare la perdita di contratti di formazione Specialistica. Limitare la scelta per sedi e macroaree disciplinari, anzi, comporterebbe inevitabilmente tale perdita, come già visto peraltro in passato. Vincolare la scelta ad una sola delle tre macroaree, chirurgica, clinica, o dei servizi, inoltre, è espressione di una estrema semplificazione della procedura concorsuale per l’accesso alle scuole di specializzazione, soprattutto se si considera che, ad oggi, ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici, vengono considerate affini specializzazioni anche appartenenti ad aree diverse, ovvero con sovrapposizione di competenze tale da consentire a medici con tali specializzazioni di concorrere per i medesimi posti di dirigenza medica".

"Pertanto - proseguono - la proposta limita la possibilità di scelta dei candidati sulla base di una compartimentalizzazione che non ha alcuna ragion d'essere.  Non comprendiamo, infine, come tale ritorno al passato possa essere d’aiuto alle Regioni che subiscono maggiormente quell’esodo di Specialisti espresso dal testo dell’Ordine del Giorno. Limitare le possibilità di scelta, pertanto, non trova un valido fondamento".

"Chiediamo dunque che sia mantenuta la possibilità per i partecipanti di scegliere tra le diverse aree disciplinari, senza che vi sia vincolo di alcun tipo ed un ritorno al passato non auspicabile in questo momento, tenendo altresì conto che i continui cambiamenti normativi ai quali la struttura del concorso è sottoposto non fanno altro che incrementare il rischio di andare incontro ad elementi peggiorativi nell’organizzazione dello stesso. Richiediamo una seria analisi della problematica dell’abbandono dei contratti di formazione o della mancata scelta di alcuni specifici indirizzi, che tenga conto del potere formativo offerto dalle Scuole di Specializzazione, lavorando in maniera responsabile al rendere maggiormente attrattivi i Sistemi Sanitari Regionali ed al migliorare ed innalzare gli standard formativi delle Scuole di Specializzazione, piuttosto che trovando soluzioni che vadano soltanto ad aggravare il quadro attuale", concludono Orlando e Viola.
 

21 maggio 2021
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