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Noi esclusi dagli Stati generali della comunicazione

di Teresa Calandra

08 MAR - Gentile Direttore,
si sono conclusi da pochi giorni gli Stati Generali della Comunicazione per la Salute di Federsanità. Al riguardo, devo purtroppo constatare che all’evento non sono state invitate le 19 professioni sanitarie che rappresento, che con i loro 220.000 iscritti, ogni giorno, insieme ai Medici ed agli Infermieri, mettono la loro professionalità al servizio della salute pubblica, fornendo, ieri come oggi, il loro imprescindibile contributo per affrontare l’emergenza pandemica e gli altri bisogni di salute.
 
È sufficiente elencarle per comprendere quanto il nostro Paese abbia, oggi più che mai, assoluta necessità di questi professionisti per recuperare le prestazioni sanitarie rimandate negli ultimi due anni e rispondere, quindi, ai bisogni dei cittadini: Assistente sanitario, Dietista, Educatore professionale, Fisioterapista, Igienista dentale, Logopedista, Ortottista – assistente di oftalmologia, Podologo, Tecnico audiometrista, Tecnico audioprotesista, Tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Tecnico di neurofisiopatologia, Tecnico ortopedico, Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecnico della riabilitazione psichiatrica, Tecnico sanitario di laboratorio biomedico, Tecnico sanitario di radiologia medica, Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Terapista occupazionale.
 
Senza considerare poi il ruolo che le stesse hanno avuto nell’emergenza pandemica; bastano pochi, non esaustivi, ma significativi esempi: i Tecnici di laboratorio per l’analisi dei campioni biologici da tamponi; i Tecnici di radiologia per le radiografie e le TC; gli Assistenti sanitari per il tracciamento, l’esecuzione dei vaccini e dei tamponi; i Logopedisti e altre professioni della riabilitazione per il recupero funzionale; etc.
 
In questo senso, gli Stati Generali della Comunicazione per la Salute avrebbero potuto rappresentare un momento di confronto davvero multiprofessionale su argomenti importanti quali la valorizzazione di tutti gli operatori sanitari, anche considerato che la nostra Federazione aveva posto il tema all’Ordine nazionale dei Giornalisti con l’obiettivo di chiarire quali fossero le professioni coinvolte nella lotta pandemica e come l’attenzione e l’informazione dovessero essere riferite a tutti i protagonisti e non solo ad alcuni di essi.
 
Alla luce di queste premesse duole constatare il comportamento di Federsanità, ma ancor di più preoccupa il fatto che venga assunto da chi, Presidente, ma anche Direttore generale, la sanità la governa, dando l’impressione di non avere consapevolezza del fatto che due professioni sanitarie, seppur importanti, non sono certo sufficienti a reggere il sistema salute, che invece ha bisogno anche di tutte le altre, le nostre 19 e non solo, nessuna esclusa, ognuna per quel che di tipico garantisce alle persone assistite.
 
Confidiamo che quanto prima Federsanità possa recuperare quanto di spiacevole è accaduto in occasione degli Stati Generali della Comunicazione per la Salute: un’informazione davvero completa e corretta anche su questi aspetti è dovuta alla cittadinanza, alle altre Istituzioni, ai decisori, al terzo settore, alla società civile, agli organi di stampa e ai nostri 220.000 iscritti.
 
Teresa Calandra
Presidente Fno Tsrm-Pstrp

08 marzo 2022
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