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Infermieri poco valorizzati. E il nuovo contratto non fa eccezione

di Saverio Andreula

14 LUG -

Gentile Direttore,
il 15 giugno del c.a., l’Aran e le parti sindacali hanno sottoscritto l’I­potesi di C.C.N.L relativo al personale del Comparto Sanità per il triennio 2019/2021. A parte il fatto che il “nuovo” contratto alla firma è già sca­duto, nel meri­to dell’ipotesi si osserva che gli effetti del “nuovo” contratto si avranno nel momento in cui l’ipotesi, supe­rato l’iter della sua validazione, ver­rà definitivamente firmato dalle parti sindacali e dall’ARAN e pubblicato in G. U.

È opinione dif­fusa tra i contraenti, che si tratta di un “buon contratto”. Non mancano tuttavia distingui e preoccupazione sul­la disponibilità dei fondi contrattuali da impiega­re per le “valorizzazioni professionali”.

Poco in evidenza, ma di as­soluto interesse, sono le dichiarazioni invero rese dal mi­nistro della F. P. che di seguito si ri­portano per alcune riflessioni: “omissis … gli operatori sanitari troveranno nelle bu­ste paga - a decorrere dal 1° gennaio 2021 - un incremento medio a regime degli stipen­di tabellari di 91 euro medi per 13 mesi e una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrat­tazione integrativa di 12 euro mese per 13 mensilità. Omissis... l’accordo, includendo anche le indennità, permette di riconoscere incrementi medi, calcolati su tutto il persona­le del comparto, di circa 175 euro medi men­sili, corrispondenti a una percentuale di riva­lutazione del 7,22%”.

Innanzitutto, il Ministro, al netto dei cal­coli e delle valutazioni di natura economica che opera nel suo comunicato, si sofferma a sottolineare il suo punto di vista politico sul rin­novo del contratto di lavoro, non disdegnando la sua proverbiale attitudine all’uso di un lessico a lui consono nelle descri

zioni e nei rapporti instaura­ti con i rappresentanti sindacali dei lavoratori della P.A. Insomma … premi ma anche lusinghe della serie … “bastone e caro­ta”.

Infatti scorrendo il comunicato si legge: “… omissis… doveroso riconoscimento a chi è stato in prima linea nella pandemia e lavora per i più fragili … omissis”.

Nel corpo del comuni­cato egli afferma: “La firma definitiva all’Aran sul rinnovo del contratto per il comparto sanità mi rende particolarmente orgoglioso, perché è il coronamento di un percorso virtuoso comin­ciato il 10 marzo di un anno fa con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale - siglato con i sindacati a Palazzo Chi­gi – e, soprattutto, rappresenta il doveroso ri­conoscimento per oltre 545mila dipendenti del S.S.N., tra cui 277mila in­fermieri, ogni giorno in prima fila nelle struttu­re del Paese per garantire l’assistenza e i servi­zi di cura ai cittadini, a partire da quelli più fra­gili. Dipendenti pubblici che, nei mesi più duri dell’emergenza e per tutto il periodo della pan­demia, con il loro lavoro hanno rappresentato ‘i volti della Repubblica’ per eccellenza”.

Caro Ministro, ma a conti fatti e al netto delle sue considerazioni, la classe infermieristica, e va det­to a gran voce, meritava molto ma molto di più, non già e non solo per l’enorme immane contri­buto che ha dato e che continua a dare per fron­teggiare l’emergenza covid 19 ma per crediti di ri­conoscimenti economici e non solo derivanti dal salto di “professionalità” che ha operato nel suo costante percorso di crescita, oggi consolida­to in accademia, ma anche per aver documenta­to scientificamente il suo valore in termini di pro­fessionalità e competenza, nei più moderni siste­mi di cura.

Prima della stipula dell’ipotesi contrattuale, la voce più diffusa tra la classe in­fermieristica è stata quella di chiedere l’allinea­mento o almeno l’avvicinamento dei contenu­ti economici del proprio contratto a quelli in vi­genza per gli infermieri che operano nei paesi del­la comunità europea e impegnare il “governo” primi tra tutti il ministro della F.P., a liberare gli Infermie­ri dal vincolo della esclusività del rapporto di lavoro, esat­tamente nel solco delle riforme già introdotte a li­vello generale per la P.A.

Ad oggi, chiacchiere tan­te, risposte zero. Si tenga, altresì, conto che tut­to accade in un momento storico molto comples­so che porta su l’inflazione e il caro energia, con le conseguenze economiche della guerra in Ucraina problematiche che stanno mettendo a dura prova il potere d’acquisto di tutti i lavoratori con reddi­ti da lavoro relativamente bassi com’è di eviden­za per gli Infermieri Italiani.

L’Istat, caro Ministro, ha messo in evidenza i rischi a cui va incontro l’economia del Paese, che soffre di grande incertezza. E la stima per la perdita del potere d’acquisto vola al 8% ed è destinata a subire ulteriori aumen­ti. Nessun ringraziamento dunque, caro Ministro, per le “concessioni” che Ella ritiene di aver fatto alla classe infermieristica italiana con il “nuovo” già vecchio CCNL.

Saverio Andreula

Presidente ordine professioni infermieristiche di Bari

 



14 luglio 2022
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