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Contro l’aggiornamento delle prestazioni sanitarie, chi risponde?

di Massimo Misiti

15 DIC -

Gentile Direttore,
il sistema dei DRG, Diagnosis Related Groups (raggruppamenti omogenei di diagnosi) è stato redatto in America da Robert B. Fetter nel 1967, dov’è in uso dal 1983. In Italia il percorso di remunerazione delle prestazioni ospedaliere ha seguito un iter che, partendo da norme dettate dall’art.8, quinto comma del DL 502 del 30.121992 modificato dal DL 517 del 7.12.1993, con cui è stato previsto che le ASL debbano assicurare l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini, (e in questo vennero esclusi i rapporti con i medici di base); di seguito, il DM del 15 aprile del 1994 ha reso pubblici i decreti attuativi del 517/93 con cui sono stati determinati i criteri che dovevano essere seguiti dalle regioni per la fissazione delle tariffe.

A seguire, i decreti legge 603 del 29.10.1994 ed il 722 del 23.12.1994 anticiparono al primo gennaio del 1995 l’introduzione del pagamento a tariffa per le prestazioni erogate in assistenza ospedaliera. Il PNS 1994-1996 (DPR 1.3.94), al paragrafo 8, ha definito come tutte le prestazioni sanitarie erogate da ricoveri ospedalieri pubblici e privati fossero remunerati secondo tariffe predeterminate fissate a livello regionale secondo criteri generali stabiliti a livello nazionale.

Con l’introduzione dei DRG, il sistema attuale, con il quale vengono riconosciute le prestazioni sanitarie erogate dagli ospedali attraverso delle caratteristiche ben definite, è stato creato il sistema di remunerazione economica e di valutazione delle prestazioni ospedaliere erogate, compreso i LEA. Attraverso il monitoraggio e lo studio delle SDO e la valutazione dei DRG vengono evidenziate e valutate anche la “redditività” delle strutture sanitarie, la mobilità dei pazienti, la qualità dei servizi. Questo sistema di remunerazione delle prestazioni, adottato anche in Italia nel 2009, e riconosciuto in seguito come ICD-9 e, poi, rivisto nel 2012, data alla quale siamo fermi.

Di qui discendono l’esatta definizione e la precisa quotazione delle prestazioni ospedaliere, dati di vitale importanza.

L’evoluzione in campo medico ha compiuto passi da gigante, ed il progresso, con le applicazioni che si sono succedute in questo campo, sono evidenti. In campo chirurgico il progresso e le applicazioni tecnologiche, dalla chirurgia endoscopica e artroscopica a quella robotica, hanno permesso di migliorare i risultati delle prestazioni sanitarie erogate ai pazienti.

Ma, di tutto questo, c’è qualche ufficio che continua a non tenerne conto. Nel 2020 e nel 2021 sono state molteplici le richieste e le sollecitazioni da parte dei Collegio Italiano dei Chirurghi alla Governance sanitaria nazionale, (Ministero della salute, ISS, Agenas), Nel dicembre dello scorso anno il CIC facendosi carico dell’enorme problematica ha collaborato con l’AGENAS nel far segnalare dalle Società scientifiche, ad esso consociate, le prestazioni prive di codifica, e questo ha permesso all’agenzia di aver un elenco aggiornato di prestazioni che non avevano e non hanno ancora una codifica DRG.

L’estrema importanza della codifica delle prestazioni chirurgiche e l’aggiornamento delle stesse è fondamentale anche nel momento in cui si definiscono le ripartizioni dei fondi sanitari nazionali per le regioni, che è evidente come non siano congrui.

Così come è evidente che la mancata di presa di posizioni di un solo ente che gestisca le problematiche che quotidianamente devono affrontare i sanitari sono trascurate e completamente ignorate a favore della gestione del potere e non della salute dei cittadini.

Massimo Misiti

Segreteria Collegio italiani chirurghi (CIC)



15 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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