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Dirigenza di area. Attenti alle interpretazioni regionali

di Luigi Peroni

25 OTT - Gentile Direttore,
ho letto con attenzione ed interesse la lettera di Gianni Melotti, il quale esprime diversi concetti condivisibili da molti professionisti e dai loro rappresentanti, in merito al destino delle professioni sanitarie e della professione di assistente sociale incamminate da oltre 10 anni sulla strada della dirigenza. Si tratta di energie  e forze che  possono contribuire al miglioramento delle organizzazioni sanitarie e del Sistema Paese come portatori di modernizzazione, innovazione e rilancio competitivo. Ma, qui iniziano a profilarsi gli elementi di contrasto, non hanno forza, in quanto singoli e piccoli gruppi. Anzi, ora si fa di tutto perché non facciano sistema e tessuto e per questo vengono tacciati “di non riuscire a riverberare la propria vitalità negli strati più ampi e profondi del Sistema Paese” (Censis 2007).
 
Nella possibilità di un  loro contributo al miglioramento ed innovazione, dovrebbero riuscire a fare massa critica, oppure si corre il rischio di continuare  una "crescita senza sviluppo", senza vantaggi per il Paese.
Ora è necessario costruire una strategia sistemica, che sia stabile nella durata e raccordata alla pianificazione strategica e nell'organizzazione. I tempi sono maturi, i cambiamenti economici-finanziari non permettono più di lasciare spazi a strategie autonome ed episodiche. I Piani di Organizzazione Aziendale (POA) devono divenire reali piani di rinnovamento organizzativo in cui gli elementi forti siano la valorizzazione e motivazione delle Professioni Sanitarie al fine di sviluppare ed ottimizzare le strutture componenti il SSR Lombardo.
 
Nella lettera di Melotti ci sono indicazioni per far sì che, se recepite, la Lombardia torni Modello da Imitare, e affrontare oggi nell’approvazione dei POA contenuti come:
1) la valorizzazione in "orizzontale" delle professioni: predisporre "nuovi percorsi" che riconoscano e sviluppino le competenze dei "professional", non legati ad ambiti gestionali, bensì alle core competence di servizio professionale (ragione sociale per cui esiste una professione);
2) costituire la Direzione Assistenziale Aziendale con la presenza di tutte le professioni sanitarie necessarie al funzionamento di ogni azienda e calata nel proprio contesto e a completamento della Direzione Sanitaria Aziendale;
3) modificare i modelli gerarchico-funzionali delle aziende con modelli "a rete", dove il lavoro per processi diventi normalità (superare in tutti i modi il modello burocratico). Il modello a rete è oggi ritenuto il modello più efficace ed efficiente per le strutture complesse (e se non sono complesse le realtà sanitarie...). Sarebbe poi di fondamentale importanza anche la modifica del comma 7 articolo 8 del Contratto collettivo Nazionale di Lavoro dell'Area Dirigenza SPTA del SSN sottoscritto in data 17 ottobre 2008, che può essere letto come norma capestro: "Le attribuzioni dei dirigenti di nuova istituzione e la regolazione, sul piano funzionale ed organizzativo, dei rapporti interni con le altre professionalità della dirigenza sanitaria, saranno definite dall'azienda nel rispetto delle attribuzioni e delle competenze degli altri dirigenti già previste dalla normativa nazionale vigente, nell'ambito dell'apposito regolamento, previa consultazione delle organizzazioni sindacali del presente contratto....".
 
Sviluppare un modello aziendale di "integrated care and cure" con l'obiettivo del prendere in carico le persone al fine di:
- promuovere la salute;
- appropriatezza dell'utilizzo dei servizi e strutture sanitarie;
- ottimizzare le risposte di salute, di cura e riabilitazione, costruendo percorsi integrati di salute e di cura;
- creare valore sanitario, sociale ed economico, ponendo davvero al centro l'utente/cliente;
- predisporre indicatori precisi e puntuali di verifica della realtà organizzativa delle strutture sanitarie, al fine di valutare la reale valorizzazione delle professioni.
Questo contributo serve a tenere alta l’attenzione dei professionisti della salute delle 22 professioni in momenti in cui le decisioni e le interpretazioni regionali potrebbero precludere le aspettative di molti di noi e dare il via a ricorsi del tutto indesiderati.
 
Dr. Luigi Peroni
Presidente del Collegio professionale Tecnici Sanitari di Radiologia Medica di Brescia

25 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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