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Indispensabile seguire la linea dell’Unione Europea per dati e terminologie sanitarie

di Walter De Caro

01 AGO -

Gentile direttore,
condividere il linguaggio tra Aziende e Istituzioni in ambito sanitario, anche in ambito europeo ed internazionale - attraverso terminologie standard – rappresenta uno degli strumenti più potenti di analisi e di sviluppo clinico. Facilita la continuità delle cure, l’assistenza per i pazienti, la conduzione di studi di ricerca e l’analisi secondaria dei dati fondamentale per sviluppare modelli di rendicontazione, per definire gli organici ed i bisogni di formazione ed implementazione.

In Italia, purtroppo, la situazione di adozione di terminologie standard resta con tante ombre, già presenti nelle Linee Guida nazionali del luglio 2022 e amplificate nei successivi documenti e nel recente decreto pubblicato su QS sul FSE di luglio 2023. In molte realtà tale attività è considerata marginale, tranne che per gli obblighi di diagnostica medica, ed ancora persistono modello “ibridi” con tante peculiarità e differenze - non solo a livello aziendale, tali da impedire di disporre di avere di dati comprensibili, accurati e affidabili, per generare analisi coerenti, di qualità e condivisibili ad ampio spettro.

Si condividono, nel merito, le posizioni critiche espresse su QS sia in tema di anagrafica inclusiva che di ridimensionamento delle ambizioni precedentemente previste in tema di uso di machine learning e IA. Appare davvero insolito infatti continuare ad utilizzare l’ICD-9 CM del 1994 con la difficoltà e le tante toppe necessarie, quando è ampiamente disponibile l’ICD-11, disponibile fin dal 2018 – presente ed integrato in SNOMED CT. Tanti applicativi sono in sviluppo e presentano campi non ben strutturati e non coerenti, suscettibili di interpretazioni differenti, senza alla base un nomenclatore terminologico effettivamente riconosciuto.

E’ il caso di sottolineare di nuovo che l’Unione Europea proprio per favorire l'aumento dell'interoperabilità semantica, del riutilizzo e dello scambio transfrontaliero di dati sanitari ha deciso di finanziare tutti suoi Stati membri, compresa l’Italia, con un finanziamento del 60% per l'adesione a SNOMED International fino al 2027, tramite l'Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA). L'obiettivo di questa iniziativa è consentire ai residenti degli Stati membri partecipanti di accedere e condividere facilmente i propri dati sanitari nella propria lingua con gli operatori sanitari mentre viaggiano nell'Unione europea. SNOMED CT è un nomenclatore - vocabolario clinico strutturato di oltre 350.000 termini ed è il prodotto di terminologia clinica sanitaria più completo e preciso al mondo.

Dal 2021 SNOMED CT integra per la rappresentazione dell’assistenza infermieristica l’ICNP, – la Classificazione Internazionale per la Pratica Infermieristica (Diagnosi/Risultati e Interventi), che di fatto è lo standard globale - presente e futuro - nell’ambito dell’assistenza infermieristica. Tale terminologia, sviluppata dal 1989 dal Consiglio Internazionale degli infermieri è sviluppata e tradotta in italiano dal Centro di ricerca e sviluppo ICNP gestito da CNAI e Università di Milano Bicocca.

La quasi totalità dei Governi Europei hanno già aderito a SNOMED (tra gli ultimi Slovenia, Polonia, Portogallo, Germania, Svizzera, Regno Unito). Anche il Governo italiano si auspica continui rapidamente la strada verso l’adesione al consorzio globale.

Infatti, il precitato Decreto del Ministero della Salute in tema di Adozione delle Linee guida per l'attuazione del Fascicolo sanitario elettronico (GU del 11.07.2022) ha previsto la specifica adesione (e conseguentemente, per l’infermieristica, dell’ICNP) a partire dall’anno successivo all’adozione del decreto e prevedibilmente entro la fine del 2023 (pag. 94 del DM).

I vantaggi dell’accordo europeo di standardizzazione offerto ai medici, agli infermieri, ai pazienti e al sistema sanitario in generale sono davvero molteplici.

Per gli infermieri, la Classificazione internazionale per la pratica infermieristica (ICNP) integrata in SNOMED CT, infatti, fornisce un linguaggio condiviso che consente agli infermieri e ad altri operatori sanitari di comunicare in modo chiaro, efficiente, senza ambiguità e con codifica multilingua all’interno di un sistema unico multiprofessionale.

Implementando SNOMED CT e ICNP, le organizzazioni sanitarie potranno migliorare l'interoperabilità tra i diversi sistemi di FSE, cartelle cliniche elettroniche e altri documenti sanitari e garantire anche la mobilità europea delle informazioni sanitarie, utilizzando di fatto codici uguali. Vale bene sottolineare che essendo la terminologia ICNP già cross-mappata con Nanda-Nic-Noc (NNN) e con Clinical Care Classification (CCC), le altre due terminologie tradotte in italiano, il rapido passaggio ad un utilizzo più ampio dell’ICNP, sarebbe estremamente facilitato e senza costi, con la piena adozione in ambito assistenza, formativa, di analisi secondaria e di rendicontazione.

Utilizzare la stessa terminologia sanitaria decisa in ambito UE garantirebbe davvero la piena mobilità dei pazienti e delle informazioni. Questa interoperabilità favorirebbe una comprensione olistica del vissuto sanitario di un paziente e consentirà a tutti i sanitari di accedere ai dati presso ogni punto di assistenza e cura in ogni parte dell’Europa e del globo, portando a un processo decisionale informato e a migliori risultati per il paziente.

In conclusione, si auspicano disposizioni quanto mai “attente” nel settore, in linea con le policy europee, anche quale lezione appresa della pandemia, e che il Sig. Ministro della Salute, le Regioni e tutte le Istituzioni vogliano con l’urgenza del caso prevedere l’adozione di SNOMED CT e dell’ICNP, come già previsto dal DM pubblicato il 12 luglio 2022.

Walter De Caro

Presidente Nazionale CNAI



01 agosto 2023
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