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I medici non scappano dal Ssn solo per i soldi

di Massimiliano Zaramella

13 OTT -

Gentile Direttore,
le chiedo ospitalità per rispondere al Ministro Orazio Schillaci che ha rimproverato ad una parte (spero almeno quello!) dei medici di aver sbagliato mestiere qualora la scelta della professione fosse stata animata solo dalla prospettiva del guadagno.

Le confesso di aver riletto le affermazioni del Ministro più volte e di aver verificato fossero virgolettate, sperando fino all’ultimo di aver letto male o che fosse almeno un’errata interpretazione di qualche giornalista, nel riportare un pensiero più profondo e strutturato. Invece no, pare l’abbia detto proprio lui e l’abbia detto proprio così. Non le nascondo la profonda tristezza e delusione come medico ma anche come cittadino cosciente della reale situazione della sanità in Italia.

L’avrei trovato irritante ed inaccettabile detto da chiunque altro ma avrei pensato: ecco l’ennesima persona che parla senza conoscere la realtà quotidiana in cui il personale sanitario versa, e trae banali conclusioni, alimentate dal sentito dire e da falsità che rimbalzano di social in social, l’ennesimo parlatore al vento. Ma a proferire quelle parole è un collega, il mio Ministro che proprio perché ricopre un ruolo istituzionale così importante acquista credibilità ma ha soprattutto grandi responsabilità.

Il mio sentimento più forte non è la rabbia ma una tristissima sorpresa, una ferita profonda anche per il mio agire quotidiano.

Esiste sicuramente anche un aspetto economico, retributivo, tra le motivazioni che spingono molti medici del Sistema Sanitario Pubblico a lasciare la sanità pubblica per approdare nel privato, se non a trasferirsi all’estero (dove attualmente il riconoscimento professionale, le progressioni di carriera, e le prospettive economiche sono migliori), se non addirittura ad abbandonare la professione. Ma contano molto anche le condizioni di lavoro, la situazione degli organici, la possibilità di una normale vita privata, la percezione stessa del lavoro dei medici da parte dei cittadini.

A questo si aggiunge il senso di abbandono da parte delle istituzioni per cui il medico anziché essere una risorsa ed un patrimonio da difendere e valorizzare, è diventato un fastidioso “promemoria” , “un post-it” appiccicato su molte scrivanie a ricordare l’ormai prossimo crollo del nostro Sistema Sanitario Nazionale.

Il Ministro Schillaci ha mai pensato che per molti colleghi un maggiore guadagno possa essere diventato un triste e mal digerito ripiego consolatorio, dopo che si sono visti privare di tutto il resto?

Mi permetto di consigliare al Ministro Schillaci prima di rilasciare la prossima intervista di ripetersi nella mente tre nomi: Dr. Giorgio Falcetto, D.ssa Barbara Capovani, Dr. Francesco Le Foche e potrebbero essere tanti, tanti, tanti altri.

I medici dedicheranno sempre il tempo che serve ai pazienti, continueranno a saltare il pasto se la guardia di dodici ore filate è impegnativa, useranno anche il loro tempo libero se serve per la cura degli ammalati, ma come danno rispetto e dignità, tramite il loro lavoro, alle istituzioni ed ai pazienti, altrettanto rispetto e dignità chiedono, in primo luogo dal Ministro che rappresenta il nostro mondo.

Massimiliano Zaramella

Presidente del Consiglio Comunale di Vicenza con delega a Salute e Benessere
Past President Obiettivo Ippocrate



13 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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