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Una nuova medicina o solo difese autoreferenziali?

di Alessandro Giustini

03 NOV -

Gentile direttore,
prosegue (per fortuna) la possibilità di leggere in questo Giornale numerosi contributi attorno ai grandi problemi di sopravvivenza e di riordino urgente del nostro SSN.

Negli ultimi numeri alcuni contributi come Gimbe che ha chiarito il tema del finanziamento nella Legge Finanziaria al di la delle polemiche di parte di questi giorni, e poi Polillo e Da Col ( ad es.) che hanno fornito a mio modesto parere elementi molto importanti di riflessione e comprensione dei meccanismi sia finanziari che gestionali e politico-organizzativi che potrebbero consentire e guidare questo riordino: se il Paese riuscirà ad uscire dalla “povertà” del PIL e dalla “povertà” dell’impostazione neoliberista e miope sulla superiorità del mercato potremo forse tornare ad arricchire la difesa dei diritti di salute dei cittadini.

Vorrei solo aggiungere alcune considerazioni a questi contributi che sostanzialmente condivido.

- La ideologia della superiorità del mercato è una deriva che la Unione Europea ha di fatto in questi decenni sostenuto ed istillato anche nella politica del nostro Paese e che in concreto prima di tutto la cosiddetta “sinistra” ha fatto propria nei comportamenti di governo sia nazionale che locale dimenticando in particolare il valore sociale ed etico delle attività di tutela della Salute (Prevenzione, Cura e Riabilitazione ). Questo “mercato” è il contesto in cui Polillo colloca la superiorità del privato: viceversa il privato con le sue obiettive potenzialità di efficienza sia organizzativa che finanziaria avrebbe dovuto esser solamente un contributo specifico in alcuni ambiti ma sempre orientato e gestito in una programmazione pensata e controllata dal pubblico per il raggiungimento di quegli obiettivi di Salute.


- In realtà da anni manca del tutto questa programmazione a livello nazionale ed in particolare Regionale: non a caso tutti sappiamo che non esiste più il servizio sanitario nazionale ma esistono brandelli di servizio differenziati e tutti mal funzionanti nelle Regioni, Provincie e Aziende. La tutela costituzionale per i Cittadini è del tutto occasionale e frammentaria nonostante che unitarie siano le tasse e prima di tutto i Diritti.

- Il fallimento progressivo delle Regioni ed in particolare delle Aziende e delle loro dirigenza ha anche fatto si che il privato abbia potuto espandere le proprie attività senza alcuna programmazione dell’interesse nazionale. Ha realizzato anche grandi eccellenze in molti campi, sempre andando ad occupare vuoti lasciati dal pubblico ma ovviamente solo in condizioni di evidente interesse economico. Mentre nelle strutture pubbliche si è sempre più manifestata una progressiva perdita del valore della efficienza ed efficacia delle attività, del controllo e del premio del merito dei professionisti, della appropriatezza e tempestività di interventi e programmi e della loro verifica nei risultati. Invece è sempre più prevalsa la appartenenza politica e partitica in particolare per la dirigenza ed è sempre più diffusamente prevalsa sulla verità solo il “political correct” persino nella comunicazione ai cittadini. Tutte cose che hanno nei fatto reso molto prevalente agli occhi della popolazione la qualità del privato in termini di efficienza e capacità operativa.

- Nel pubblico è stato applicato un sistema di “primarietti” (non solo per l’area medica ovviamente) come dice Polillo, con la totale frammentazione delle attività e delle competenze come se tutti potessero esser liberi di lavorare in autonomia senza il necessario sistema complesso di interazione ed integrazione. E’ prevalsa l’idea di concentrare strutture ed attività in grandi territori privilegiando solo l’emergenza ma poi negando l’urgenza (vedi le liste di attesa vergognose del pubblico che di nuovo favoriscono il privato).

- Ed ancora più grave si è lasciato nel vuoto il tema della prossimità e della continuità che invece sono elementi essenziali per ogni efficace intervento per la Salute, in particolare in una evoluzione demografica (invecchiamento) ed epidemiologica (cronicità e disabilità ) che già ci travolge. La Disabilità in particolare resta sempre assente dalle analisi anche più attente di quelli che sono i temi più importanti ed urgenti da affrontare, dimenticando i grandi numeri di prevalenza che questo problema rappresenta per la Salute di tutta la popolazione.

- La ricerca offre enormi ed innovative potenzialità per adeguare l’impianto clinico, organizzativo e strumentale delle attività sanitarie ed invece sia il Ministero della Sanità che quello dell’Università ragionano e legiferano come 40 anni fa per la preparazione dei professionisti e la definizione dei loro compiti.

Però si sono letti anche contributi che danno il senso di come ci siano molti che preferiscono continuare a difendere impostazioni a mio parere solo autoreferenziali sul piano tecnico e politico: questi numerosi contributi hanno però il merito di rendere molto evidente l’urgenza di cambiare completamente prospettiva smettendo di guardare solo indietro.

Dobbiamo guardare avanti, ed in particolare la politica lo deve fare con urgenza, per una nuove organizzazione sanitaria centrata sui bisogni delle Persone che finalmente metta in pratica Prevenzione, Cura , Riabilitazione.

La tutela della Salute (ricordiamoci sempre la definizione WHO) è una compito sociale che si avvale di numerose attività sinergiche tra loro tra cui la Medicina che è prima di tutto Scienza Umana e che deve quindi superare l’illusione assolutista (ed ipocrita) della medicina riparativa isolata da un contesto che la renda una attività realmente utile.

Alessandro Giustini
Già Presidente Società Europea di Medicina Fisica e Riabilitativa



03 novembre 2023
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