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La nuova scheda di dimissione ospedaliera per la riabilitazione: una sfida e un’opportunità

di Giovanna Beretta

12 FEB -

Gentile Direttore,
il 1° gennaio 2024 ha preso il via in tutto il territorio nazionale la fase di sperimentazione della nuova Scheda di Dimissione Ospedaliera (Sdo) per le degenze di riabilitazione.

La sperimentazione è prevista dal DM 5 agosto 2021 sui “Criteri di appropriatezza dell’accesso al setting di degenza riabilitativa”, ed ha lo scopo di testare nuove modalità di registrazione della Sdo, basate su criteri più adeguati alle specifiche caratteristiche di questo settore dell’assistenza.

Si tratta di una tappa che può dare un contributo importante al miglioramento della qualità e dell’equità di accesso per le persone che necessitano di riabilitazione nel nostro paese.

Anche in questo settore, come in tutto il nostro sistema sanitario, vi sono sensibili differenze regionali nella qualità e nelle capacità erogative dei servizi. In più, la riabilitazione presenta forti disomogeneità e carenze nel modo con cui vengono registrati i dati di attività ed alimentati i flussi informativi regionali e nazionali.

Episodi di ricovero che si riferiscono a condizioni cliniche e a percorsi di cura molto simili sono codificati in modo molto diverso fra regione e regione, o addirittura all’interno della stessa area regionale. Inoltre, gli attuali criteri di registrazione e i relativi flussi informativi non descrivono adeguatamente aspetti importanti del percorso di cura in riabilitazione, come il grado di disabilità, l’entità del recupero funzionale ottenuto a seguito degli interventi e la tipologia delle risorse impiegate.

Tale situazione ha un impatto negativo sull’equità di accesso alle cure, sulla corretta valutazione e comparazione delle performances dei servizi e – non ultima – sulla adeguata valorizzazione delle prestazioni erogate, in un contesto di sempre crescente complessità del fabbisogno clinico-riabilitativo.

Comunque la si voglia pensare sul tema delle autonomie regionali, disporre di sistemi più precisi ed omogenei di descrizione delle attività resta una necessità fondamentale.

L’importanza di adeguare i flussi informativi della degenza riabilitativa è stata riconosciuta dai programmatori già da molti anni. L’attuale struttura della SDO, basata sulle codifiche della classificazione ICD, risponde essenzialmente alla necessità di descrizione dei ricoveri nei setting per acuti.

Il DM 5 agosto 2021 stabilisce l’aggiornamento dei criteri di compilazione e degli indicatori contenuti nelle SDO, e il conseguente avvio di un flusso informativo specifico per le attività di degenza riabilitativa intensiva, alimentato da tutte le strutture del territorio nazionale.

Pur presentando aspetti di criticità, anche dovuti alla sua lunga gestazione, il DM introduce elementi di grande rilevanza, come l’introduzione di indicatori specifici del livello funzionale e della complessità clinica e riabilitativa, l’adozione di scale validate e specifiche, e la priorità data alla codifica delle diagnosi funzionali contenute nella classificazione ICF rispetto alle diagnosi eziologiche. L’adozione di criteri definiti e condivisi per la compilazione consente un miglioramento della qualità dell’informazione e della confrontabilità dei dati.

Questi aspetti hanno una forte valenza culturale e di potenziale impatto sulle politiche sanitarie. Sono infatti in linea con gli orientamenti internazionali, promossi anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sottolineano l’importanza di indicatori funzionali (basati sulla definizione di “Functioning” adottata nella Classificazione ICF della stessa OMS) oltre agli indici di mortalità/morbilità che comunemente vengono adottati per la valutazione dello stato di salute della popolazione e le performances dei servizi sanitari.

Anche se i criteri di appropriatezza del nuovo DM non si rifanno esplicitamente alla classificazione ICF, contengono elementi compatibili con tale modello, e rappresentano un elemento innovativo importante.

Nelle varie fasi di sviluppo delle nuove norme, la SIMFER ha avuto molti momenti di confronto istituzionale con i programmatori ed i decisori nazionali e regionali, oltre che con altre Società Scientifiche ed Associazioni. Ciò ha permesso di offrire un contributo importante all’elaborazione dei nuovi criteri di codifica.

La SIMFER è ben consapevole della necessità di dare pieno supporto agli operatori nella conoscenza dei nuovi strumenti di codifica, la cui applicazione richiede un impegno non trascurabile. Per questo, si è attivata - sia in collaborazione con il Ministero e con le Regioni che con proprie proposte – in molte iniziative di formazione e aggiornamento in tutto il territorio nazionale.

È importante che tutti gli attori coinvolti in questa sperimentazione - i clinici e tutti coloro che sono coinvolti nella gestione dei flussi informativi - accolgano questa sfida come un’opportunità per descrivere in modo più preciso e affidabile il fabbisogno delle persone prese in carico, le prestazioni erogate e i risultati delle cure, in una prospettiva di continuo miglioramento della qualità dei servizi e di trasparenza nei confronti dei cittadini.

Giovanna Beretta
Presidente Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER)



12 febbraio 2024
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