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ln allergologia indispensabile rivedere tariffe delle prestazioni previste dai LEA e modalità di erogazione

di L.Cecchi, R.Asero, F.Murzilli, R.Polillo

20 MAR -

Gentile direttore,
oltre due anni fa esattamente il 17 gennaio 2022 su questo stesso giornale la società scientifica AAIITO con una lettera al direttore a firma di Riccardo Asero e Roberto Polillo denunciava come le nuove tariffe per l' allergologia accentuassero il processo di privatizzazione della sanità pubblica anche in questo specifico settore.

Quel grido di allarme, che venne seguito da numerosi altri, ultimo dei quali in data 20 novembre 2023, rimase per lungo tempo inascoltato come se il problema non coinvolgesse l' intero sistema sanitario che grazie alle tariffe di remunerazione (per quanto riguarda erogatori privati accreditati e aziende ospedaliere pubbliche) riesce a garantire il servizio ai nostri cittadini coprendone i costi di produzione

In quel primo documento segnalammo, entrando nel merito di diverse questioni, come gli importi pattuiti per le prestazioni ambulatoriali dei LEA fossero assolutamente inadeguati. Questi infatti non tenevano conto dello shock che il COVID ha esercitato su tutti i servizi sanitari facendone lievitare i costi.

Oggi quelle tariffe sono ancora più inadeguate perché al COVID si sono aggiunti gli extracosti indotti dalla crisi energetica e dalla bolla inflattiva scatenata dall' invasione dell' Ucraina da parte della Russia.

È dunque del tutto evidente come le tariffe pattuite nel 2017 appartengano ormai a una diversa era geologica che non tiene conto dei drammatici eventi che hanno funestamente caratterizzato il lustro appena trascorso.

Al problema della inadeguatezza delle tariffe ( emblematica quella della visita medica di appena 21 euro) si aggiungono poi valutazioni di tipo tecnico.

Il mancato coinvolgimento delle società scientifiche del nostro settore ha fatto si che nel nostro campo specifico regni sovrana la confusione sia per quanto il setting assistenziale in cui devono essere erogate le prestazioni complesse a rischio potenziale di anafilassi ( diagnostica in vivo per farmaci, imenotteri e alimenti) con relative tariffe e sia quelle delle prestazioni cliniche di base e di laboratorio indispensabili per la dignosi ( in primis ricerca di IgE specifiche per allergeni molecolari)

I punti che allora sollevammo erano tre e tali restano tuttora

1) il regime assistenziale attualmebte previsto per le prestazioni complesse è esclusivamente quello ambulatoriale. Una indicazione che non tiene in nessun conto di come i pazienti abbiano una diversa classe di rischio per anafilassi nel corso di test con farmaci, veleni di imenotteri o alimenti.

In altri termini pazienti che non hanno avuto gravi reazioni o che debbano effettuare un test di tolleranza orale a FANS o antibiotici alternativi (test di tolleranza) possono tranquillamente essere trattati in regime ambulatoriale. Viceversa, pazienti che hanno avuto una pregressa anafilassi e che debbano sottoporsi a indagini complete per farmaci ivi compreso test di provocazione hanno bisogno di un setting assistenziale in grado di fronteggiare possibili anafilassi. E' ovvio che in questo caso il percorso diagnostico dovrebbe essere effettuato esclusivamente in regime ospedaliero di DH o ricovero ordinario in caso particolari con la desensibilizzazione in pazienti neoplastici

Di tutto questo nel provvedimento sulle tariffe non c' è traccia alcuna lasciando completamente al buio il problema della sicurezza delle cure

Tale forma di assistenza dunque andrebbe seriamente riconsiderata anche nelle regioni che hanno nei fatti abolito questa opportunità assistenziale.

Nelle regioni in cui sarà adottato esclusivamente il regime ambulatoriale deve in ogni caso essere data per scontata la possibilità di ricorrere, in caso di necessità, direttamente e senza l’intermediazione ai servizi di emergenza intraospedalieri.

2) Remunerazione dei test allergologici in vivo

Il nuovo tariffario ha portato il numero di test percutanei e intracutanei eseguibili in ogni singola seduta da 7 a 18 allergeni per i prick e da 20 a 30 per i patch test, mantenendo inalterate le tariffe. Un' intervento che di fatto riduce la tariffa di rimborso del 30/50% e che non è più in grado di remunerare il costo del materiale, sensibilmente cresciuto a causa delle costose procedure di registrazione degli allergeni e del personale che li esegue.

Per quanto riguarda i test cutanei con farmaci la dizione per " classe di farmaci" è inadeguata a coprire i costi della diagnostica per quelle più ricche di componenti. Tra queste i betalattamici, i più utilizzati nella pratica clinica, caratterizzati da un alto numero di molecole da testare, dal numero di sedute necessarie alla loro effettuazione e della durata stessa delle sedute (di diverse ore) per ciascun paziente. Il prezzo di rimborso fissato in 23,20 euro è talmente inadeguato da non meritare ulteriori commenti.

Altrettanto inadeguato il prezzo di rimborso di 77,50 euro per il test di provocazione indispensabile per avere certezza sulla effettiva tolleranza clinica del farmaco. Da segnalare tuttavia come i costi per il paziente possano diventare significativi: se infatti in regime di DH nulla era a suo carico, oggi, per avere le stesse prestazioni, l'esborso per ticket potrebbe superare diverse centinaia di euro. Un peggioramento dei livelli assistenziali inaccettabile se si considera che già ora milioni di pazienti hanno rinunciato alle cure per problemi finanziari.

Per quanto riguarda l’immunoterapia il numero di inoculazioni per anno si incrementa, passando più opportunamente da 6 a 12, ma il prezzo di ogni singola inoculazione di 11,60 euro non copre neanche in questo caso i costi assistenziali. Rimane comunque il problema di come procedere nel caso, non infrequente, che le inoculazioni debbano essere superiori al numero prefissato

3) Remunerazione dei test in vitro

Il prezzo di rimborso per la ricerca di IgE specifiche per allergeni molecolari, procedure oggi fondamentali per una corretta diagnosi allergologica fissati a 5,7 euro non coprono nemmeno il prezzo di listino pari al doppio dell’importo prefissato. Un valore talmente basso che le regioni in equilibrio con i conti hanno triplicato e questo renderà ancora più forte il gap con quelle che non potranno farlo e che non riusciranno a garantire un servizio indispensabile per una moderna allergologia perché le aziende non venderanno loro reagenti sotto costo di produzione

Conclusioni

La prossima entrata in vigore delle tariffe sulle prestazioni ambulatoriali, rimandatacdi mese in mese come in una poco edificante telenovela, rischia di compromettere fortemente l’esigibilità dei nuovi LEA e l’accesso alle prestazioni di allergologia da parte dei pazienti. Un’eventualità particolarmente reale nelle regioni, come il Lazio, dove finora gran parte dell’allergologia ad alta complessità è stata garantita dalle strutture convenzionate con il SSR solo grazie al regime di DH.

Su questi temi, non più rinviabili, abbiamo già aperto un tavolo di confronto con il Ministero che non ha purtroppo dato i risultati sperati ma questo non è un buon motivo per desistere d portare avanti le nostre proposte.

La speranza è che tutti i soggetti istituzionali che operano nel campo allergologico ( società scientifiche, associazione dei pazienti , produttori e erogatori pubici e privati) si muovono di concerto per salvare una branca specialistica di importanza fondamentale.

Un settore dell'assistenza sanitaria a cui, è bene ricordarlo, si rivolgono milioni di pazienti per l’alta prevalenza di patologie allergologiche che oggi interessa il 30% della popolazione.

Lorenzo Cecchi, Riccardo Asero, Francesco Murzilli e Roberto Polillo

Direttivo Nazionale AAIITO



20 marzo 2024
© Riproduzione riservata

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