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Perché festeggio i 35 anni dalla nascita della professione di psicologo

di Mario Sellini

10 MAG - Festeggiamo 35 anni dalla nascita ufficiale della professione di psicologo, voluta dal Parlamento con la legge n. 56 del 1989.

35 anni sono una ricorrenza non usuale. Di norma le ricorrenze con annessi festeggiamenti sono annuali e/o decennali. Mai quinquennali.

Di seguito racconto del perché anche io ritengo doveroso festeggiare questa ricorrenza che deve diventare un impegno per il futuro della professione.

Prima di condividere i motivi per cui ritengo giusto festeggiare immagino sia necessario raccontare i fatti, troppo spesso trascurati, che hanno consentito di realizzare i tre passaggi previsti dalla legge n. 56/89, senza i quali la legge sarebbe rimasta lettera morta.

I tre passaggi sono: a) creazione dell’Albo professionale; b) elezioni degli Ordini regionali; c) insediamento del Consiglio nazionale.

Questa fase, delicatissima e impegnativa, è stata gestita quasi completamente dall’unico sindacato di categoria: l’AUPI.

L'Albo professionale (articoli 32 e 33 della legge), l’elezione degli Ordini regionali e l’insediamento del Consiglio Nazionale sono stati resi possibili grazie al lavoro di centinaia di quadri e dirigenti sindacali AUPI. Non a caso, nel primo Consiglio Nazionale oltre 16 Presidenti su 21 erano dirigenti sindacali in carica o lo erano stati molto di recente. I Presidenti del Consiglio nazionale che si sono succeduti sono nati, cresciuti e formati, tutti, nessuno escluso, tra le file dei quadri e dirigenti dell'AUPI.

Tutti i Presidenti del CNOP che si sono succeduti in questi 35 anni, sono stati quadri e dirigenti sindacali.

Ma facciamo un passo indietro: è merito dell'AUPI se le norme transitorie previste dagli articoli 32 e 33 della legge n. 56/89 sono state correttamente e tempestivamente approvate. Sono stati i quadri sindacali regionali dell'AUPI che hanno affiancato e supportato i Commissari nominati dai Presidenti dei Tribunali dei capoluoghi di regione.

La tempestiva applicazione dell'art. 33 della legge è stata possibile perché l'AUPI ed il suo ufficio di Roma, d'intesa con il Ministero vigilante, si è resa parte attiva nello smaltire le migliaia di contatti e richieste di informazioni.

L'AUPI ed i suoi quadri e dirigenti sindacali hanno svolto un lavoro poco visibile ma assolutamente essenziale, che ha consentito: a) la nascita dell'Albo professionale; b) lo svolgimento delle elezioni degli Ordini regionali; c) l’insediamento del Consiglio Nazionale.

Sono certo che i 6 Presidenti Nazionali che si sono succeduti in questi 35 anni, dal primo a quello attualmente in carica, non hanno, di certo, dimenticato la loro appartenenza, militanza sindacale e le loro origini, perché la storia della comunità professionale degli Psicologi è anche questa.

È vero che quando si viene eletti alla carica di Presidente ci si sveste dei panni propri dell'appartenenza e si diventa Presidente di tutti. Ma i valori culturali, quelli non si possono dismettere, tantomeno nascondere. La 'cultura' di appartenenza non si dismette.

In 35 anni la realtà associativa è cambiata. Sono nate nuove aggregazioni associative le quali consentono di dare voce e una rappresentanza molto più variegata ed articolata, in linea con la crescita della professione, con il numero di iscritti e con la complessità della professione.

La molteplicità della rappresentanza associativa costituisce una ricchezza ed una opportunità da cogliere.

Perché anche io festeggio.

Anch’io festeggio, irritualmente, i 35 anni perché condivido e faccio mio l'auspicio e l'augurio di cui si è fatto portatore il Segretario Generale dell'AUPI, Ivan Iacob, con una dichiarazione che può e forse deve diventare un impegno ed un programma comune e condiviso: “speriamo che il prossimo Presidente del CNOP sia DONNA”.

Dopo 6 Presidenti, tutti uomini, è arrivato il momento di eleggere un Presidente donna. Una novità che va ben oltre i temi di rappresentanze di genere. Si realizzerebbe un vero e proprio cambio di paradigma nella politica culturale e professionale.

35 anni costituiscono un lasso temporale breve ma lunghissimo se lo esaminiamo dal punto di vista dei cambiamenti. Una categoria che è femminile per oltre l'80% dei suoi componenti, dopo 35 anni, non può non esprimere un Presidente donna.

È cambiata anche la rappresentanza della Professione. Sono nate nuove associazione che costituiscono una novità ed al contempo una ricchezza e sta a loro, soprattutto a loro, creare le condizioni per realizzare questa piccola, grande, rivoluzione.

Festeggio i 35 anni della Professione perché il 2024 è un anno elettorale, perché è nelle elezioni che si svolgeranno nei prossimi mesi, che deve nascere e prendere corpo una candidatura donna alla presidenza nazionale dell'Ordine degli psicologi.

L’associazionismo rappresentativo della professione, si divide su tante cose, ma su questo credo debba trovare una unità d’intenti.

Non me ne vorrà il dott. Iacob, segretario generale dell'AUPI, se ‘festeggio’ rilanciando il suo slogan che, in realtà, è la sintesi perfetta di un vero e proprio programma politico: "Speriamo sia donna".

Mario Sellini
Presidente Società Scientifica Form - AUPI

10 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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