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Pronto soccorso. Gli AmbMed forse non sono la “soluzione”. Ma evitiamo polemiche strumentali

di Pier Luigi Bartoletti

22 APR - Gentile Direttore,
ho letto la lettera del collega Petrolati sugli AmbMed del Lazio. Premesso che tale soluzione, ovvero strutture gestite da medici di medicina generale all’interno dei Pronto Soccorso del Lazio, non rappresenta a mio vedere né la “soluzione” per i problemi dei codici bianchi e verdi né tantomeno una soluzione per strutturare correttamente un’offerta sanitaria alternativa all’Ospedale, c’è purtroppo, a mio avviso, troppa polemica e poca oggettività da parte di chi, dal primo giorno, critica tale progetto.  
 
I risultati finali, ancora in fase di elaborazione, ma di cui abbiamo i dati preliminari, ci fanno vedere come 34 mila persone, nonostante una scarsa informazione e, diciamolo, molti ostacoli in fase di realizzazione e di esercizio, hanno avuto una risposta da un servizio aperto tutti i giorni 12 ore al giorno in 14 strutture Ospedaliere del Lazio. Pochi?Tanti?  Pochi sicuramente rispetto alle potenzialità. Molti rispetto alle carenze ed alle difficoltà incontrate. Ma, parlando di dati, senza polemiche, possiamo dire che un servizio diverso dal Pronto Soccorso è stato reso. A costi inferiori e con attese minori.   Non è questa la soluzione? Bene, allora qual è? Dove andranno queste persone una volta chiuso il progetto sperimentale? In qualcosa che non c’e’? E’ facile criticare, meno fare proposte serie basate su dati e circostanze di fatto.
 
Nella nostra regione, è un fatto che siamo in questa situazione di dissesto perché in modo dissennato nel corso degli anni e delle giunte che si sono susseguite si è creato un sistema di offerta Ospedaliera assolutamente sovradimensionato. Di come tale sistema di offerta sia ancora, aldilà delle chiacchiere, improntato sull’Ospedale, basti guardare come le prestazioni ambulatoriali specialistiche rese dagli Ospedali  siano aumentate dal 2010 del 12 percento, di come abbiamo il record nazionale di unità operative complesse con altrettanti ruoli da primario (1600), 118 centri dedicati all’assistenza per ricoveri, un tasso di degenza media del 10% al disopra della media nazionale per un surplus di 470mila giorni nelle strutture mediche e di 1300 posti letto (dati dell’articolo Panorama della Sanità della Regione Lazio a firma di Edoardo Petti, pubblicato su “linkiesta).
 
Se andiamo a vedere le idee sbagliate e gli sprechi fatti, che ci hanno portato al dissesto economico e finanziario, non è certo sul territorio che dobbiamo andare a guardare, quanto alla politica Ospedalocentrica che ha succhiato tutte le risorse disponibili. Non difendo gli AmbMed, perché non c’è da difendere un progetto sperimentale di un anno che nel bene o nel male ha conseguito dei risultati positivi. Neanche lo magnifico, mi limito a leggere i risultati. Se a qualcuno possono non piacere non è un mio problema.  Me ne farò una ragione. Ciò di cui però non mi faccio una ragione  è la circostanza che si continui a ragionare su schemi pregiudiziali, privi di un minimo di autocritica, ma pieni di pregiudizi e giudizi critici nei confronti di una categoria, i medici di famiglia ed in generale i medici del territorio, che in questa Regione sono sempre stati penalizzati sull’altare dell’Ospedalocentrismo.
 
Basti pensare che si continua a tagliare sulla spesa farmaceutica convenzionata, colpevolizzando con lettere intimidatorie i “medici prescrittori” non considerando come l’incidenza della spesa farmaceutica complessiva dei medicinali erogati negli ospedali sia del 68 per cento sul totale e di come l’incidenza della quantità dei farmaci distribuiti sempre dagli ospedali sul flusso complessivo sia del 43 per cento. Sono anni che indichiamo come le soluzioni vadano trovate nel territorio, salvo poi rimanere con una sola struttura della medicina generale aperta 12 ore al giorno nel quartiere Talenti (Piazza Istria n.2). Quante inaugurazioni di reparti sono state fatte negli anni passati? Quanti reparti in soprannumero abbiamo?
 
Quante segnalazioni ci sono arrivate circa le inadempienze della Regione circa il mancato sviluppo di un sistema adeguato di cure territoriali? Nessuna. Solo ora scopriamo di avere preziosi alleati che si batteranno insieme a noi per avere un sistema di offerta diverso, che eviterà sprechi e duplicazioni dei servizi. Gli AmbMed chiudono?  Viva gli AmbMed chiusi.  Adesso voltiamo pagina e vorrei avere il piacere di leggere, con la stessa veemenza della critica agli AmbMed, proposte sulla  chiusura  o ridefinizione di ciò che non va nel sistema di offerta Ospedaliera.  Aspetto fiducioso.
 
Pier Luigi Bartoletti    
Segretario Fimmg Lazio

22 aprile 2013
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