Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 26 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Gli infermieri dipendenti e l'attività libero professionale

di Andrea Liberatore

08 OTT - Gentile direttore,
da tanto tempo ormai si sta lavorando per consentire anche agli infermieri dipendenti di svolgere un’attività libero professionale, come avviene già per quasi tutti i professionisti che svolgono lavoro dipendente, sia in ambito pubblico che privato. E dove si limita di fatto agli infermieri questa possibilità, chiedendo loro di lavorare “in esclusiva” a costo zero, per altri, invece, viene ben compensata economicamente, come accade per i medici dipendenti del Ssn con la cosiddetta riforma Bindi (229/99), che ha introdotto appunto l’indennità di esclusività per i medici, indennità che consiste in: <5 anni di servizio 2.519 euro all’anno, >5 <15 anni di servizio 10.167, 15 anni di servizio 13.857; basti solo pensare che il compenso annuo  lordo tabellare di un infermiere è mediamente di 23.000 euro. Parliamo della stessa riforma che invece ha abrogato agli Infermieri l’unica indennità infermieristica esistente.

Dare agli infermieri la possibilità di svolgere attività libero professionale (a tutt’oggi è possibile solo nella Regione Liguria), risponderebbe in primis a molte e diverse esigenze di cui necessita la cittadinanza, sempre più con un età media in aumento e quindi sempre più fragile e bisognosa di assistenza territoriale. Sarebbe anche una conferma ulteriore della raggiunta autonomia professionale che attualmente è solo sulla carta e non nei fatti, ed una possibilità di aumento dello stipendio; ma come al solito, ogni qual volta che si cerca di innalzare l’asticella del riconoscimento professionale del professionista infermiere, la lobby medica si mette a fare i capricci, vedasi ad esempio il progetto “see&treat”, ma anche l’ultimo l'attacco dei sindacati medici del Lazio contro l’attivazione della nuova Unità di Degenza a gestione infermieristica all’ospedale Pertini di Roma.

E’ così difficile da parte dei medici rinunciare allo scettro di unico professionista sanitario e passare così da una visione medico-centrica, ormai obsoleta e fallimentare, ad una visione utente-centrica???

In questa sanità dove i contratti nazionali sono bloccati dal 2009, a quanto pare solo per alcuni, mentre per altri si può ovviare con l’elargizione di incarichi o scatti di fascia, in una Regione dove è carente/assente l’assistenza territoriale, dove le strutture ospedaliere deficitano sui servizi minimi, dove il personale, stremato è ridotto all’osso, dove le prestazioni sanitarie hanno dei tempi di attesa lunghissimi, forse si è perso il senso delle priorità di allocazione delle risorse, forse è vero che i ricchi saranno sempre più ricchi ed i poveri saranno sempre più poveri, forse … sarò sicuramente solo io che sbaglio e che do un altro senso alla parola “giustizia”.

Andrea Liberatore (Infermiere)
 


08 ottobre 2014
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy