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Infermieri. Il discussissimo concorso del Policlinico Umberto I di Roma è terminato. Eureka?

di Laura Rita Santoro (Nursing Up Lazio)

28 AGO - Gentile Direttore,
mi sento come parte dei colleghi che hanno superato il concorso del Policlinico Umberto I di Roma: felici ma perplessi. Ho ricevuto numerosi messaggi, che mi hanno fatto piacere, molto piacere. Alcuni colleghi si sono sentiti in dovere di comunicarmi che erano passati. Sono commossa. Una ragazza che ho avuto a tirocinio, che ricordo con molto affetto, a causa del rovesciamento di una tazza di caffè-latte di una paziente.  La tazza non era grandissima, ma la macchia di caffè sulla divisa era enorme. Tra l’altro, in parte era stato causato da me. Quindi andai a prendere una mia casacca pulita. Quelle dove noi, infermieri strutturati, abbiamo la scritta Infermiere.  La ragazza indossò quella divisa come fosse un oggetto da trattare con cura e rispetto. Mi stupì, ma fece anche tenerezza tutto quella devozione.

La incontro spesso in corridoio, perché infermiera esternalizzata, pronta ad andare in servizio. Normalmente mi limito a salutarla affettuosamente, è una collega! Questa volta mi ha fermata dicendo: “Credo che tu mi abbia portato fortuna! Ho superato la selezione del Policlinico!”. Io ho semplicemente fatto il tifo, scritto perché si espletasse il concorso, diffuso le informazioni del concorso, i quiz che potevano essere utili per studiare e tanto calore, ma nulla di più. Le parole della collega mi hanno colpita.

Oggi un messaggio whatsapp. Una collega mi scriveva con entusiasmo: “Sono entrata in graduatoria anche io! Assurdo! Lo ammetto, sono fresca di studi e sono stata proprio fortunata!”.

Le numerose polemiche, a proposito del Concorso per infermieri del Policlinico, ha reso pesante l’ammissione in graduatoria per alcuni. Come se l’essere ammessi in graduatoria fosse una colpa.

Ho letto anche un lungo messaggio, che ha commosso molti, anche la sottoscritta.  Un collega rifletteva circa l’ammissione in graduatoria. Si congratulava con tutti. Invitava, però, e gli fa onore, a non dimenticare il passato. Non voleva si dimenticasse il tempo impiegato da precari e/o diversamente occupati. Non dimenticate quando facevamo fatica ad arrivare al 15 del mese.  Soprattutto non dimentichiamo chi ci ha accompagnato in questo “tortuoso” cammino. In molti hanno letto commossi le parole del collega. Una collega ha ammesso che all’uscita dal concorso piangeva, a causa dello stress accumulato.

Potendo li abbraccerei tutti, ma soprattutto, il mio pensiero va a quei colleghi che non sono passati, che dopo 10 anni di blocco del turnover, speravano in questo concorso. Tutto ciò è pazzesco! Perché abbiamo bisogno d’infermieri, forze fresche. Questa graduatoria è poca cosa, rispetto alle reali necessità d’infermieri nel Lazio.

Dall’analisi dei conti della Ragioneria dello Stato (dati ufficiali dell’Annuario Statistico) si evince che il blocco delle contrattazioni degli ultimi 6 anni in sinergia con le forbici delle spese hanno fatto risparmiare alla Pubblica Amministrazione oltre 12 miliari di euro, e tutto questo  in soli sei anni. …e se si evitassero le esternalizzazioni?

Laura Rita Santoro
Nursing Up Lazio


28 agosto 2017
© Riproduzione riservata

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