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Le contraddizioni di Enrico Rossi sulla sanità

di Daniele Carbocci (Nursind)

08 FEB - Gentile direttore,  
le idee del candidato Enrico Rossi riguardo al riassetto della Sanità Nazionale riportate sull’articolo 'Elezioni. Rossi (LeU): per la sanità più investimenti, 40mila assunzioni di medici e infermieri e abolizione graduale intramoenia' lasciano piuttosto perplessi. Per chi conosce le scelte che Rossi e il suo assessore (renziano) Saccardi hanno operate sul Sistema Sanitario Regionale Toscano, la presa di posizione dell'esponente di LeU lascia piuttosto perplessi.
 
La legge regionale n. 84 del 28 dicembre 2015, di riordino del SSR Toscano che ha visto Rossi promotore e che vede Saccardi attuatrice, ha esattamente fatto il contrario di quanto Rossi adesso dice di voler fare per il SSN.
 
In Toscana Rossi ha spalancato le porte (già aperte…) alla sanità convenzionata e integrativa finanziando con ben 9 milioni di euro lo spostamento dal pubblico al privato per le prestazioni di assistenza domiciliare (delibera regionale 905/2016) e ha promosso, per legge, lo spostamento delle prestazioni di medicina specialistica dal pubblico al privato.

Sul fronte del personale, in particolare infermieristico, è del novembre 2017 il dictat regionale alle aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie di un blocco delle assunzioni di infermieri, nonostante la Regione avesse richiesto alle stesse aziende i piani di assunzioni che avevano evidenziato voragini nelle dotazioni organiche di personale sanitario in ogni azienda tanto da prevedere l’assunzione di quasi 1.800 infermieri. Ad oggi non si è arrivati ad assumerne nemmeno la metà.
 
Se poi vediamo cosa è successo sul fronte delle strutture sanitarie, le dichiarazioni risultano ancora più paradossali: la Toscana di Rossi è probabilmente la regione in cui si è tagliato di più sul fronte delle strutture ospedaliere e sulla quantità di posti letto in rapporto alla popolazione, tanto che il rapporto è di 3,7 letti ogni mille abitanti su una media nazionale di 4,2.
 
Inoltre, e nonostante i principi della legge di riordino, a fronte dei tagli all’assistenza ospedaliera, non si è provveduto ad aumentare l’offerta di servizi al livello territoriale e domiciliare creando i presupposti per la ri-ospedalizzazione dei pazienti cronici.
 
Solo sulla questione intramoenia si può essere parzialmente d’accordo con Rossi, perché addossare tutta la responsabilità delle liste di attesa alla libera professione intramoenia dei medici è onestamente un po’ troppo. Certo, la questione andrebbe governata un po’ meglio. Ma chi, meglio di un Presidente di Regione, potrebbe farlo?
 
Se davvero le idee del presidente Rossi sono quelle dichiarate, sarebbe una bella dimostrazione di correttezza politica  iniziare subito a metterle in atto in Toscana prima della fine del suo mandato, così da raddrizzare una situazione che sta mettendo a dura prova la tenuta dell’assistenza sanitaria ai cittadini toscani. Avrebbe probabilmente una maggiore credibilità rispetto alle promesse elettorali.
 
Daniele Carbocci
Direzione Nazionale NurSind


08 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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